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CULTURA - page 87

La cultura italiana in tutte le sue forme dalla letteratura al cinema, dalla scultura al teatro

Radiodervish a Flautissimo 2022

Flautissimo teatro e musica è un festival che, come recita il testo che lo annuncia, si nutre di desideri come tutti noi, desideri che ci conducono a nuove avventure in un mondo da scoprire.

E chi meglio dei Radiodervish può accompagnare un pubblico attento alla scoperta di avventure in un mondo lontano, ma anche vicino, come quello del Mediterraneo, ponte da sempre di culture importantissime nella crescita di ognuno di noi.

E ancor più se presentano uno spettacolo/tributo ad un uomo che si è fatto testimone di quel mondo con le sue opere, Franco Battiato.

Multiculturalità come un elemento di unione, come una fonte di fratellanza, senza tempo e senza spazio, “NO TIME NO SPACE” appunto, come il titolo del concerto e come il titolo di un brano dell’artista siciliano scomparso un anno fa.

I Radiodervish, con un bagaglio di collaborazioni che vanno da Stewart Copeland a Lindo Ferretti a Caparezza a Battiato stesso solo per citarne alcuni, da sempre attenti alle tradizioni da conservare e alle sonorità più variegate, sono un bene da portare ad esempio, da sempre e più che mai oggi, una sorta di vaso da cui attingere umanità per combatter le ipocrisie.

I Negramaro a Roma con il loro Unplugged European Tour


La band salentina dei Negramaro ritrova finalmente il contatto con il proprio pubblico con Roma che la accoglie per tre serate all’Auditorium Parco della Musica.

In una sala Santa Cecilia gremita di spettatori si staglia il palco con una scenografia suggestiva, esaltata da tubi luminosi che creano effetti di movimento ai lati e verso l’alto.

Giuliano Sangiorgi, il frontman del gruppo, apre il concerto in penombra seduto con la sua chitarra al centro del palco per poi spostarsi rapidamente lungo i lati per trovare sintonia con il suo pubblico.
Alla sua destra il bassista Ermanno Carlà, e sull’altro lato il chitarrista Lele Spedicato.
Appena sopra, su un livello sopraelevato ci sono gli altri componenti della band, ovvero il polistrumentista Andrea De Rocco, Andrea Mariano alle tastiere e Danilo Tasco alla batteria.

I Negramaro offrono nella serata una vibrante rivisitazione in chiave elettro-acustica dei brani nuovi e meno recenti che li hanno resi celebri.

Toccante l’abbraccio tra Sangiorgi e Spedicato, dopo le avversità, fortunatamente superate, che hanno colpito quest’ultimo nel 2018.

Di seguito la scaletta del concerto
Contatto
La cura del tempo
Fino all’imbrunire
La prima volta
Per uno come me
Meraviglioso
Ti è mai successo?
Nuvole lenzuola
Estate
Un passo indietro
Solo3min
Sei
Cade la pioggia
Quel posto che non c’è
Amore che torni
Via le mani dagli occhi
Solo per te
Mentre tutto scorre


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Nubya Garcia al Roma Jazz Festival 2022


Nell’ambito del Roma Jazz Festival 2022, si è tenuto ieri sera il concerto della polistrumentista Nubya Garcia che, sul palco della Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica, ha presentato le particolari tonalità raffinate del suo stile musicale.

L’artista londinese di origini caraibiche ha portato sul palco il suo connubio magistrale tra jazz spirituale e sound delle isole esotiche fatto di ritmi latini e africani, eseguendo brani tratti dagli album ‘SOURCE’ del 2020 e “SOURCE ⧺ WE MOVE” del 2021.

Queste nuove sonorità rese uniche dal suo sax la stanno facendo apprezzare da un sempre più vasto pubblico negli ultimi anni, che l’hanno vista raggiungere alcuni importanti riconoscimenti quali il Parliamentary Jazz Awards (2021) e il JTI Trier Jazz Award (2021).

Sul palco, oltre a lei, Alistair MacSween al piano, Daniel Casimir al contrabasso e Sam Jones alla batteria.

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Paky a Roma con “Salvatore Live Tour”

Al Pala Atlantico di Roma si è tenuto ieri sera il concerto del rapper di origine campane Paky.
Lo pseudonimo Paky – il vero nome è Vincenzo Mattera – deriva dalla parola lituana “Pakartas” che in italiano significa letteralmente “impiccato”.

In questo suo primo tour, Paky presenta sui grandi palchi live il suo primo album uscito nei mesi scorsi dal titolo ‘Salvatore’ ed i singoli precedenti che lo hanno portato alla ribalta.
L’album è dedicato a suo zio Salvatore morto in un incidente stradale e raccoglie storie vere cosparse di dolore e rabbia del suo percorso di vita sin qui.

Il tour continuerà questa sera a Firenze al Tuscany Hall e si concluderà alla Casa della Musica di Napoli il 15 novembre.

Il concerto è stato aperto dal rapper romano Uzi Lvke.

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Phomea Live al Monk

Ha aperto il concerto di Nada, ed è stata una piacevole sorpresa, questi i brani presentati:

  • J.B
  • Me and My Army
  • The Swarm
  • Ruins of Gold
  • Run
  • What About Us

Conosciamolo meglio, Phomea nasce come progetto solista di Fabio Pocci già membro di S.U.S. e Sparflatz.

Dal 1999 al 2006 vengono realizzati 5 demo/cd totalmente autoprodotti e registrati in autonomia, tutti molto diversi tra loro per genere e sonorità. In questo periodo, nascono anche gli Sparflatz con il progetto “La quadratura dell’uomo” ( dove Fabio suona voce e chitarra , progetto finito dopo soli 3 anni ) e Fabio entra a far parte dei SUS ( dove Fabio suona chitarra,tastiera,batteria,basso – progetto con il quale realizzerà 2 dischi fino al 2014 ).

Il progetto solista phomea continua però in parallelo ai 2 gruppi, realizzando parecchie date live nella provincia di Pistoia tra le quali quelle in apertura delle band americane Arbouretum e Beach house. Dal 2011, al progetto phomea si aggiungono il chitarrista Raffaele Baccolini e il bassista Matteo Giomi ( già presenti negli Sparflatz ). Questa sarà la formazione che porterà phomea, dopo una discreta attività live, tra cui le date ad Officina Giovani (PO) e Melos (PT) insieme a “Wassilij Kropotkin & La Duma” ), alla stesura e registrazione del primo EP ufficiale del progetto, La stessa condizione, uscito nel 2012 per etichetta SalmoneRec.

Dal 2013 in poi, phomea, tornato alla sua forma di progetto solista, porta in giro un live semi-acustico in varie serate, tra cui la data in apertura a Marco Parente nel 2017, e getta le basi per il primo LP ufficiale che uscirà il 18 aprile 2019 per etichetta MelaVerde Records, Annie, un lavoro di artigianato interamente composto e suonato da phomea, dedicato alla madre scomparsa, accompagnato da un live teso, malinconico, vero, in solitaria, voce, chitarra e loop station.

Fino alla fine del 2019 phomea realizza una quindicina di date nel centro italia in locali e festival, tra cui Pistoia Blues Festival, Serravalle Rock, Cottonfioc Festival, condivide il palco con artisti come Giulio Casale e Urali, porta il proprio disco in radio e viene nominato in molte riviste specializzate, tra cui La Repubblica dove viene apostrofato come “Il poeta grunge” da Fulvio Paloscia.

Il tour di 10 date nel nord Italia previsto per la primavera del 2020 viene annullato per la pandemia.

Iniziano quindi le lavorazioni per il nuovo disco, me and my army, progetto che vede la collaborazione di 20 musicisti tra Italia, Germania e Spagna tra cui Flavio Ferri e Alessandro Fiori.

Il nuovo Album Me and My Army – LP

Me and my army è il nuovo album di Phomea. Me and my army è un mondo da esplorare. Me and my army è una battaglia, forse ormai persa.

Is This your world? Is that what you thought, or is it just another dream? Is that my war? Is that your war?
Is that a proper war? Am I missing something, is this some kind of joke? Look at them, the war is over and we lost yet they lost their hopes

Il nuovo album di Phomea (aka Fabio Pocci) si pone come una risposta ad una domanda vecchia ormai 20 anni o forse più. Non solo Fabio, 20 persone hanno collaborato alla realizzazione di questo progetto, tutti con volti, labbra e cuori diversi, tutti uniti dallo stesso approccio e perennemente alla ricerca di risposte (o forse di domande?). Non vogliamo essere diversi, siamo diversi.

Am I human?

Dopo il primo disco, Annie, intimo, artigianale e totalmente realizzato in autonomia, Me and my army pretendeva una voce diversa, più voci, un coro lungo 45 minuti, un’orchestra di intenti ed emozioni. 12 pezzi di cantautorato, indie rock, pop, chiamalo come vuoi, un pò di Radiohead, Damien Rice, strumenti acustici, gingilli elettronici, distorsioni e cori angelici, un pò di Bon Iver, The Smashing Pumpkins e Phomea.

Un viaggio lungo il fiume, in discesa o in salita, sporco, nel fango, un cadavere portato dalla corrente ed una promessa: you won’t be alone.

Nada ed i suoi brillanti pensieri live al Monk

Articolo di Nicola Ferrara

Raffinata e pop, pop e indie (prima dell’indie), Nada torna in tour dopo anni (e amori) disperati, con la grinta di sempre e quel suo graffio inconfondibile. Il pulcino di Gabbro – così fu ribattezzata, giovanissima, al suo esordio al Festival di Sanremo – oggi ruggisce. E poi ulula, scalcia, strepita, gioisce, abbraccia. Abbraccia i suoi fedelissimi, che tornano a omaggiarla nella cornice appartata e soffusa del Monk di Roma; abbraccia sé stessa, nel lungo e disperato grido di autoaffermazione di Io ci sono, punta di diamante del nuovo album, pubblicato lo scorso ottobre: «Io ci sono/ e mi tengo forte/ a un ferro, a un bastone […] Io ci sono/ in questo giorno, in questo mondo».

E Nada c’è, tra passato – immancabili, in chiusura di scaletta, Ma che freddo fa e Amore disperato, che le hanno garantito la popolarità e l’affetto del pubblico tradizionale – e presente: un presente fatto di ricerca personale e di sperimentazione, lontano dalle luci della ribalta e dai divismi. Il passato (prossimo) di Luna in piena – un’autobiografia autentica, il manifesto di una vita appartata e fuori dagli schemi («Non so ballare niente, mi dondolo in disparte […] La mia timidezza mi incatena») – e il presente luminoso di pensieri che brillano, come ribadisce il titolo dell’ultimo album. Dal pop più orecchiabile e scanzonato di In mezzo al mare alle visioni immaginifiche e non-sense di Banane city, passando poi per piccole, immancabili perle del suo repertorio (Disgregata, Senza un perché) Nada rivendica ancora una volta con fierezza la propria indipendenza da logiche commerciali e consensi, riaffermandosi come entità unica e irripetibile nel panorama cantautorale italiano.

Una nota a parte merita proprio Senza un perché, vero e proprio gioiello di cui la cantautrice non smette mai di ricordare l’alterna fortuna: pubblicato nel 2004 all’interno dell’album Tutto l’amore che mi manca, il brano vivrà il suo momento d’oro solo dodici anni dopo grazie a Paolo Sorrentino, che lo inserirà nella colonna sonora di The Young Pope. «Perché le cose belle» – ci dice dal palco – «prima o poi arrivano. Magari a volte ci mettono un po’ più di tempo, ma arrivano». Così come arriva, ancora, la (mal)anima rock di un’artista che fa della lacerazione la sua cifra e che pure riesce, però, a riconciliarci con la nostra essenza più intima, a risintonizzarci sulle frequenze dell’esistente. 

Accompagnata sul palco da Andrea Mucciarelli alla chitarra, Francesco Chimenti al basso, Franco Pratesi alle tastiere e Luca Cherubini Celli alla batteria, Nada si esibita al MONK, nell’ambito della Biennale MArte Live, dove ha presentato il suo ultimo album, “La paura va via da sé, se i pensieri brillano”, pubblicato ad Ottobre.

La scaletta della serata:

  • Cry
  • In Mezzo al Mare
  • Un Viaggio Leggero
  • Banane City
  • Chi Non Ha
  • Disgregata
  • Guardami negli Occhi
  • Luna in Piena
  • Correre
  • Oscurità
  • Chiedimi Quello Che Vuoi
  • Senza Un Perchè
  • Dove Sono i Tuoi Occhi
  • Noi Resteremo Uniti
  • Io Ci Sono
  • Tu Non Mi Chiedi Mai Di Me
  • Ma Che Freddo Fa
  • Amore Disperato

Biagio Antonacci – Palco Centrale Tour 2022

CULTURA/MUSICA/PHOTOGALLERY by

Palazzo dello Sport Roma 08.11.2022

Essere il nucleo centrale del suo pubblico, E’ questa l’idea di Biagio Antonacci che partendo in tour per i palazzetti d’Italia, ha avuto l’intuito, azzeccato secondo noi (n.d.r.), di posizionare il palco al centro delle varie location, evitando qualsiasi cono d’ombra e avendo un contatto visivo, e non solo, a 360°. Da qui il nome del tour “Palco Centrale“, certo è molto dispendioso, ma l’artista milanese si trova bene e si muove continuamente sui quattro lati del palco mantenendo un contatto costante con il proprio pubblico che ricambia ripercorrendo entusiasta i 30 anni di carriera del cantautore. Un sold out vero questa volta, per un palazzo dello sport pieno ed occupato in ogni ordine di settore e posto.
Di seguito la scaletta e la nostra galleria fotografica.

Scaletta della serata:
CONVIVENDO
SE FOSSE PER SEMPRE
MIO PADRE Eí UN RE
QUANTO TEMPO E ANCORA
Il CIELO HA UNA PORTA SOLA
LASCIA STARE
NON SO A CHI CREDERE
IL MUCCHIO (BIAGIO BATTERIA)
ANGELA
NON Eí MAI STATO SUBITO
TI DEDICO TUTTO
NON CI FACCIAMO COMPAGNIA
IN MEZZO AL MONDO (PIANO E VOCE)
TI PENSO RARAMENTE
SERIA
BUONGIORNO BELLíANIMA
DOLORE E FORZA
VIVIMI
SE Eí VERO CHE CI SEI
INSIEME FINIRE
SAPPI AMORE MIO
LE COSE CHE HAI AMATO DI PIUí (ACUSTICO)
TI RICORDI PERCHEí (ACUSTICO)
TU SEI BELLA (ACUSTICO)
TRA TE E IL MARE (ACUSTICO)
MI FAI STARE BENE (ACUSTICO)
MIO FRATELLO
PER FARTI FELICE
PAZZO DI LEI
SOGNAMI
NON VIVO PIUí SENZA TE
LIBERATEMI
IRIS
Encore:
TELENOVELA
SE IO SE LEI (SOLO BIAGIO)

Sposerò Biagio Antonacci

Da martedì 8 a domenica 13 novembre 2022

Presso OFF/OFF Theatre, in Via Giulia, 20 – Roma

ORARI SPETTACOLI: dal martedì al sabato alle ore 21.00, la domenica alle ore 17.00

DIREZIONE ARTISTICA SILVANO SPADA

Anton Art House presenta Milena Mancini in SPOSERÒ BIAGIO ANTONACCI, regia Vinicio Marchioni

Violenza di genere, in scena in Via Giulia la denuncia teatrale di Milena Mancini e Vinicio Marchioni

Da martedì 8 a domenica 13 novembre 2022, l’OFF/OFF Theatre accende i riflettori sulla pièce “Sposerò Biagio Antonacci”, con protagonista Milena Mancini diretta in scena da Vinicio Marchioni alla regia. Un’incursione nel tema della violenza di genere, uno spettacolo necessario e di denuncia teatrale contro un’ignobile e ancora troppo presente piaga sociale, attraverso il racconto della vita di una donna come tante altre, su cui incombe lo spettro del Femminicidio

NOTE DI REGIA, a cura di Vinicio Marchioni

“La violenza di genere attraverso il racconto di una donna normale: gli affetti, il compagno, le aspirazioni, i sogni infranti e quelli mai sfumati. Una vita spezzata da un uomo, come capita ogni giorno nell’indifferenza generale e il sogno di sposare il suo cantante/idolo: non può essere normale che una donna venga uccisa, molestata o costretta a subire qualsiasi forma di violenza da uomini indegni di essere chiamati tali”. La dichiarazione del regista Vinicio Marchioni.

(Comunicato Stampa)


Al Teatro Vascello lo spettacolo di flamenco “Cohesion”


Nella serata di mercoledì 1 novembre è andato in scena, nella sala del Teatro Vascello di Roma, al completo per l’occasione, lo spettacolo di flamenco dal titolo “Cohesion – baile, toque y cante” presentato dalla Compagnia FlamencoVivo di Lara Ribichini.

Sulle musiche di Matteo D’Agostino e le coreografie della stessa Lara Ribichini si sono esibiti i ballerini Andrea Lamberti “El Niño” e Stefano Arrigoni “El Farrubio”, e  le ballerine e i ballerini allievi della scuola della Compagnia.

In scena assieme ai danzatori gli spettatori hanno potuto ascoltare l’emozionante voce di Josè Luis Salguero e la sua ritmica (le “palmas”, ovvero l’arte percussiva delle mani).

Gli altri artisti presenti nella serata sono stati: Paolo Monaldi (percussioni), Sabrina Logué (palmas), Sergio Varcasia (chitarra), Juan Carlos Albelo Zamora (violino)

La galleria delle immagini

Il flamenco al Teatro Tordinona

Con “Homenaje a Ramon Montoja” proseguono gli eventi di “PERLE rassegna di musica e danza” al Teatro Tordinona, uno dei luoghi storici di Roma, questa volta con un trio che ci accompagna nel mondo della chitarra flamenca.

Juan Lorenzo, chitarrista flamenco, si è guadagnato un posto privilegiato nel panorama concertistico europeo. Compie gli studi musicali a Siviglia sotto la guida di Miguel Perez e Mario Escudero, dove subito si esibisce nei tablaos e nelle fiestas più importanti della città. 
In quasi trent’anni di attività, ha tenuto circa 2000 concerti, collaborando con alcune delle figure più prestigiose del Flamenco internazionale, quali i chitarristi José Luis Postigo, Victor Monge “Serranito”, Oscar Herrero, i cantaores José de la Tomasa, Segundo Falcon, Carmen Sanchez, Javier Hidalgo, i bailaores José Greco, Antonio Marquez, Manolo Marin, Joaquin Grilo, “El Junco”, Juan Ortega, Joaquin Ruiz, Miguel Angel Espino, Antonio Castro, Carmen Reina, el Choro ecc…
Juan Lorenzo è docente all’ Istituto Superiore di Studi Musicali “G.Briccialdi”- Terni con la Cattedra di Chitarra Flamenca.

Il programma del concerto “Homenaje a Ramon Montoya” è diviso in due tempi. Nella prima parte, Juan Lorenzo si esibirà nei brani (Soleá, Tiento e Tanguillo, Granaina, Fandango, Guajira, Alegrías, Tarantas…) del grande chitarrista flamenco M° Ramón Montoya, che possiamo considerare il fondatore del repertorio concertistico flamenco. Questo repertorio è stato estratto, revisionato e trascritto da Juan Lorenzo del primo disco della storia della chitarra flamenca, registrato nel 1936 da Ramón Montoya a Parigi. Nella seconda parte il maestro suonerà alcune sue composizioni originali del repertorio flamenco e sarà accompagnato per l’occasione dal chitarrista Cristiano Ugolini e dal percussionista Paolo Monaldi. (Comunicato stampa).

1 85 86 87 88 89 138
Giulio Paravani
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