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CULTURA - page 33

La cultura italiana in tutte le sue forme dalla letteratura al cinema, dalla scultura al teatro

Il primo disco di Mattia Rame

“LO SPAZIO, L’EGITTO, BATTIATO”
IL PRIMO DISCO DI
MATTIA RAME 

DAL 12 GENNAIO ACCOMPAGNATO DAL SINGOLO E VIDEOCLIP
“I GHIACCIAI”

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Disponibile dal 12 Gennaio in digitale e accompagnato in radio dal nuovo singolo e videoclip “I Ghiacciai”, “Lo Spazio, l’Egitto, Battiato”, prodotto da Alessandro Giovannini (White Rock Studio) per Gallia Music, è il primo disco del cantautore romano Mattia Rame, una collezione di brani che fonde poetiche introspezioni dalle audaci sonorità sperimentali.

L’intero album, con la sua diversità di toni e atmosfere, offre un’immersione profonda nell’anima dell’artista. Attraverso inni d’amore e tributi a figure iconiche come Marilyn Monroe e Frida Kahlo, Mattia Rame racconta storie di amore e di cambiamento intessute in suggestioni letterarie che trasportano l’ascoltatore in un percorso concettuale. “Lo Spazio, l’Egitto, Battiato” si distingue per la sua eccentricità, incorporando elementi elettronici, sonorità rock, citazioni poetiche e musicali in un’opera che riflette l’essenza stessa dell’artista con riflessioni sulla lettura, l’amore, la solitudine, e la ricerca della propria identità tra sfaceli cosmici ed interiori.

Il disco, anticipato nel corso del 2023 dai brani “Muoviti” e “Mare Mare” è accompagnato in radio dal 12 Gennaio dal singolo e videoclip “I Ghiacciai” per la regia di Alessandro Siccardi. Una canzone sull’urgenza di cambiare che esplica il concetto di fondo di tutta la musica e della ricerca di Mattia Rame. Un disco d’esordio è, infatti, come una nascita perché tutti siamo chiamati a Nascere. Nascere a noi stessi, a rinascere, per la prima volta; a trovarci, identificarci, oltre i condizionamenti familiari e sociali, le ferite aperte, le brutture, oltre le nostre infinite morti quotidiane alle quali siamo e saremo sempre condannati. “Apritevi, apriamoci” è l’imperativo categorico, gioioso e amorevole, che ci dà la Vita quando ci intima, in fondo, di seguirla. “Seguiamola, dolcemente, senza riserve!”. 

“Lo Spazio, l’Egitto, Battiato” – Tracklist

  1. I Ghiacciai
  2. Con le Doctor Martens blu
  3. Muoviti
  4. Marilyn Monroe
  5. Scendi
  6. Leggere
  7. Come un cane
  8. Mare Mare
  9. Frida Kahlo
  10. Alle anime

“Lo Spazio, l’Egitto, Battiato” – Traccia per traccia

  • I Ghiacciai

È il singolo e videoclip che accompagna l’uscita del disco, una canzone sull’urgenza di cambiare, sul Mondo che cade e sulla rivoluzione. Sull’Amore che abbiamo nel Cuore e nelle vene, a volte disperato, a volte limpido come una bella canzone o come il Sole. Per un’ecologia dell’Anima. Tra gli sfaceli cosmici e quelli interiori, verso la rivoluzione o la resurrezione. 

  • Con le Doctor Martens blu

Una canzone d’amore sulla fine di un’illusione e di tutte le illusioni. Sui trent’anni e le cose fatte e quelle ancora da fare. Il ritornello si apre con il trittico “Lo Spazio, l’Egitto, Battiato” che dà poi il nome all’intero disco. Il brano è idealmente cantato alla madre di una delle ragazze che l’artista ha amato di più nella Vita. Le celebratissime Doctor Martens, in questo caso blu, erano le scarpe con cui vide quella ragazza per la prima volta.

  • Muoviti

Acclarato che, anche un piccolo movimento del nostro corpo, innalza i livelli di serotonina nel sangue e sprigiona le endorfine che donano luce significativa alle cose gettate nell’ombra, restare fermi pare non essere mai una buona soluzione. “Muoviti”,  nato dall’esperienza stessa dell’artista, è un brano autobiografico che ruota intorno alla citazione nascosta di William James, uno dei padri della psicologia americana e di quella empirica: “È impossibile rimanere tristi manifestando i sintomi dell’allegria”

  • Marylin Monroe

Un pezzo sulla storia dell’Amore. La Storia delle storie. Il racconto dei racconti. Dedicata a Marylin Monroe, la Musa, il simbolo degli amori e dell’Amore tormentato, idealizzato, irraggiungibile e lancinante, l’archetipo dell’angelo caduto sulla Terra e spezzato per sempre nell’arco della sua tensione estrema verso qualcosa di irraggiungibile. Ed è quasi tutta, come molto spesso e come tante canzoni del disco, costruita su un intreccio di citazioni, questa volta, tutte tendenzialmente ispirate e dedicate alla lettura di un bellissimo libro di interviste di Paola Maugeri, storico volto e voce di Mtv e nota giornalista musicale che l’artista ha ricevuto in regalo da sua sorella.

  • Scendi

Il pezzo più vecchio del disco, una delle prime cose che Mattia Rame ha scritto, una vera e propria canzone d’amore, pensata come una serenata, cantata alla finestra per la donna che fu il suo primo vero incredibile Amore, indimenticabile e consegnato all’Eternità. È una canzone completamente di “cuore”, meno mentale e meno intellettuale. 

  • Leggere

Una canzone intorno al concetto di lettura. Il leggere nel senso più ampio del temine: i libri, le persone, il mondo, sé stessi. La prima strofa è composta, principalmente, da titoli di libri uniti apparentemente a caso, messi semplicemente gli uni accanto agli altri misti a riflessioni dell’artista. Come il fatto che spesso ci sentiamo soli, pur non essendolo. O che non ci rendiamo conto che per alcune persone rappresentiamo il Sole. “E ho pensato che in fondo è da bastardi saperlo. In fondo, per restare un minimo innocenti, per non farci mangiare dal narcisismo e non restare solo Egomostri, l’unico modo per preservare un piccolo spazio di innocenza, è mantenere un minimo di incoscienza, di estraneità alla e dalla propria Bellezza.” 

  • Come un cane

Un pezzo scritto dentro i perimetri di una piccola solitudine. Non è un inno alla solitudine, anzi, è vero il contrario. Scritta nel giro di due minuti dall’inizio alla fine con una nota vocale in una notte d’ospedale e la voce sottotono e monotono. Insieme al produttore, Alessandro Giovannini e gli altri amici e colleghi con cui è stata arrangiata e prodotta, l’artista ha poi deciso di lasciare questo tono monocorde nella voce, estatico come un vapore non definito, colorandola, appena, nella musica, con atmosfere ispirate a “Drive”, il celebre film di Refn con Ryan Gosling e un ritornello nel quale l’artista vive un vero e proprio momento di sublimazione. 

  • Mare Mare

Nato come omaggio all’indimenticabile Franco Battiato che ha influenzato in maniera potente anche le liriche dell’artista romano, il brano offre un’esperienza musicale intrisa di citazioni letterarie e riflessioni profonde sul nostro tempo. Il ritornello del brano è, infatti, un omaggio esplicito al celebre ritornello di “Summer on a solitary beach” che va a fondersi con le parole di Mattia, creando un’atmosfera unica. La melodia che vuole trarne ispirazione, insieme ai versi che mescolano le parole del Maestro con i sentimenti dell’artista romano sulla precarietà dei nostri tempi, creano un connubio di emozioni e riflessioni.

  • Frida Kahlo

È la canzone più pazza del disco. L’idea di Mattia Rame era quella di fare un pezzo kitsch, un kraut rock dell’Anima. Unire veramente elettronica e brit-rock volgare alla Thin Lizzy, anche se loro sono propriamente irish e di irish quì non c’è nulla. “Quella roba coi chitarroni aperti, la batteria pestata sul rullante. Insomma, una cosa fuori dalle righe.” 

  •  Alle Anime

Una piccola poesia stralunata cantata alla Luna e all’Anima. “La misura della mia vera cifra, la cosa piu vicina  a me Stesso e alla mia anima, che io abbia mai scritto.”. Il ritornello è una citazione di Montale, piena di immagini surreali miste alle personalissime storpiature di Mattia Rame con la chiusa epica: “La Vita è la Via con la T: senza uscita. Quindi apritevi, apritevi, apritevi, apritevi!”.

Questo è il concetto di fondo che riassume tutta la musica di Mattia e la sua ricerca, e che chiude il percorso raccontato in questo disco. È, infatti, come una nascita, anche il disco d’esordio arrivato cosi tardi, perché tutti siamo chiamati a nascere: da quando nasciamo fino alla nostra morte, che è presumibilmente una nuova nascita. 

MATTIA RAME ONLINE:

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FREEMOTION – Il nuovo disco di Nathalie

Esce il 10 gennaio 2024
FREEMOTION
Natura, libertà e umanità nel nuovo album di Nathalie: un’immersione nel mondo musicale della vincitrice di X Factor 4, in un progetto musicale nato in 3 anni di registrazioni e sessioni a impatto zero e pannelli fotovoltaici 

Dopo tre anni di sessioni di registrazione alimentate a energia solare en plein air, tre anni di “viaggio” in Italia a bordo di un camper a pannelli fotovoltaici e i primi quattro singoli lanciati tra maggio e novembre 2023, il 10 gennaio 2024 esce la versione integrale dell’album Freemotion di Nathalie: a distanza di 5 anni dall’uscita di Into The Flow, un’immersione in un mondo musicale fatto di suoni, parole e colori, ma anche di impegno, gioia, denuncia, sostenibilità e nuove possibilità. 

Il 2024 si apre quindi con una novità musicale a cavallo fra generi, sensazioni e sentimenti musicali e artistici, in grado di raccontare e proporre attraverso le sette note l’animo eclettico e creativo di un’artista che, da oltre vent’anni sulla scena, si muove con intelligenza, originalità e raffinatezza tra registri e generi diversi, dando vita a un articolato progetto musicale interamente inciso all’aria aperta e a bordo di un camper – trasformato in studio di registrazione ecosostenibile alimentato con il fotovoltaico.

Forte di una tracklist ragionata, Freemotion è un album da ascoltare dall’inizio alla fine, seguendo l’ordine dei brani, per immergersi e seguire il flusso della narrazione nella sua intima evoluzione; dalla natura e la sua perfezione, passando per l’imperfezione umana, la denuncia e la presa di coscienza di un cambiamento possibile, per arrivare alla libertà come liberazione da sovrastrutture, abusi di potere e meccanicismi imposti, e chiudersi con una ninna nanna in connessione con la Natura stessa.

L’album si apre con Arcobaleno, una canzone di viaggio, scritta appena partita in camper, in fuga dalla città verso la natura e l’aria pura. Con l’arpeggio di guitalele nasce invece Una canzone per noi, un inno all’umanità, semplice e immediato, in un mondo di suoni acustici e naturali, con un’orchestra di cicale come parte integrante dell’arrangiamento. La Natura si fa sentire ed ascoltare anche nel brano successivo: con suoni di cicale e clima torrido si apre Lonely God, dalle atmosfere western e sound blues rock, una riflessione ironica sull’imperfezione di noi esseri umani, con l’immagine di un paradiso vuoto abitato da un dio solitario che viene sulla Terra cercando compagnia.

Il viaggio di Freemotion prosegue in maniera inaspettata con Hamsters, metafora dell’essere umano-ingranaggio in un sistema che lo allontana dalla propria natura più autentica e dalla Natura stessa. Una presa di consapevolezza importante, seguita da Limbo, brano che segna un vero e proprio momento di passaggio nell’album, dal vivere quotidiano meccanico e innaturale alla  presa di coscienza di un cambiamento possibile. Con I just wanna be free, il desiderio di libertà di trasforma in qualcosa di concreto: un brano cupo e allo stesso tempo liberatorio, in cui la rabbia lucida si trasforma in consapevolezza e rivendicazione della propria libertà di scelta e autodeterminazione.

E’ così che arriva la liberazione fisica e interiore di Respirando, il respiro come atto fondamentale dell’esistenza, mentre con Illusion cade l’illusione del superfluo, del fittizio che ci allontana dalla verità. Espressione di questa verità interiore è Il Potere Sentire, brano evocativo in cui la sensibilità, la delicatezza, l’empatia, il “sentire”, diventano finalmente un “potere”.

Il viaggio di Freemotion si conclude con Your dreams of love, una ninna-nanna intima e interiore, registrata nel bosco, circondata dai suoi suoni e protetta dagli alberi.

Nella sua carriera Nathalie ha calcato palcoscenici di ogni genere, da quello di Sanremo a quello del carcere femminile di Rebibbia, portando sé stessa e la sua voglia inconfondibile di fare musica in piena libertà. Cantautrice esile e appassionata, nella sua musica mescola atmosfere intimistiche e rock. Bilingue dalla nascita e grande viaggiatrice, scrive i testi in italiano, francese, inglese e spagnolo. Raggiunge il grande pubblico nel 2010 vincendo X Factor 4 nella squadra di Elio e portando il suo inedito “In punta di piedi” in finale. Nel 2011 è tra i Big del Festival di Sanremo con la direzione artistica di Gianni Morandi, partecipando con la canzone “Vivo sospesa”. Ha all’attivo l’EP “In punta di piedi” (2010) e gli album “Vivo Sospesa” (2011), “Anima di Vento” (2013), registrato tra Roma e gli Abbey Road Studios di Londra e “Into the Flow” (2018), album concepito attorno all’elemento acqua, da cui è stato estratto il singolo “Smile-in-a-box”, il cui video vede come ospite l’attore Stefano Fresi. Ha collaborato con artisti italiani e internazionali tra cui Franco Battiato, Raf, Elio e le Storie Tese, Skunk Anansie, Toni Childs e il produttore degli Oasis Owen Morris.

Nel 2023 vengono pubblicati primi singoli del nuovo album Freemotion, nato grazie al crowdfunding e che ha visto partecipare i fan di Nathalie. Nel 2024 esce l’album completo di 10 tracce, di cui 3 in doppia versione in italiano e in inglese.

INTESTAME’ – Teatro Lo Spazio

SPETTACOLO ANNULLATO NELLA DATA DEL 19/1/2024; Verrà riprogrammato al più presto

Via Locri 42, Roma 339 775 9351  – 06 7720 4149

Politeama Srl

presenta

INTESTAMÉ

Di Carlo Ragone e Loredana Scaramella

Con Carlo Ragone

Musiche Stefano Fresi

Musiche dal vivo Trio William Kemp

Vocalist Cristiana Polegri

Costumi Marco Calandra – Disegno luci Camilla Piccioni

Luci Marco Maione – Fonica Daniele Patriarca

Ufficio stampa Andrea Cavazzini

 

Può da un dolore nascere una risata? L’ingegno comico che spinge alla messa in dubbio di ogni cosa, all’irriverenza, al rovesciamento di ogni certezza, suggerisce che per un evento di grande pesantezza, la leggerezza sia l’antidoto migliore.

Un uomo solo, alla morte del padre. Un assurdo testamento: al figlio prediletto non spetta nulla, niente soldi, niente casa, ma solo poche sibilline parole: “A mio figlio Ferdinando ci lascio tutto. Tutto quello che non ho fatto.” Un lascito che spalanca inevitabilmente la porta ad un mondo che non sceglie i colori definiti della realtà, ma le sfumature della possibilità, dei rimpianti, delle nostalgie e, perché no, della magia. Un mondo di favola insomma. E non somiglia tanto ad una favola la storia di un figlio che, dopo aver vestito la giacca del padre, viene trasportato per incanto nella Napoli degli anni ’40, tra bombardamenti, fame e emigrazione? Sospeso nel limbo di un tempo indistinto, Ferdinando avrà finalmente l’occasione di osservare com’era Matteo da giovane, di conoscerne le speranze e le illusioni.

Racchiusi in quella giacca, come tante cartoline spedite da posti mai visitati, ci sono tutti quei viaggi che non ha mai potuto fare, l’America che è rimasta soltanto un miraggio, le avventure mai provate, i sogni mai realizzati.

Così il figlio canta, balla, soffre, spera, ride come se fosse il padre; sente sulla sua pelle la straordinaria emozione che possono provare soltanto due bambini che, giocando con la luna, scoprono di essere fatti l’uno per l’altra. E’ vestendo i colori della vita del padre che, dopo tanto tempo, impara a conoscerlo. Ed è in questo che risiede la straordinaria potenza di quel criptico lascito testamentario. “O’ tiempo te vuo’ bene se tu ‘n ce sai pazzià“, dice Matteo al figlio. È il suo segreto: l’ultimo cavaliere, quello che vincerà la morte, vestirà soltanto una risata, perché il gioco è la chiave che permette di trasformare in esperienza gioiosa ogni dolore. Solo così possiamo sperare di tornare là, in quel posto da cui tutti veniamo: “dint’ ‘estelle“.

Dal 19 Gennaio – 21 Gennaio

ore 21.00

Domenica ore 17:00

prezzo biglietto: 15 euro – ridotto: 12 euro

 

Il nuovo singolo degli OKAYNEVADA

 

“JE E TE”
il nuovo singolo degli
OKAYNEVADA
tra radici napoletane e urban-pop
dal 12 Gennaio in radio e sulle piattaforme

 

Dopo la pubblicazione del loro primo singolo “Ben Stiller” la scorsa estate, gli okaynevada, il fresco duo di giovani cantautori ventitreenni originari della provincia di Napoli, iniziano il nuovo anno con “Je e Te” (Casakiller/Ada Music), il nuovo singolo in radio e sulle piattaforme dal 12 Gennaio.

Vincenzo e Andrea, le due anime degli okaynevada, animati dalla passione per le canzoni, il mare e la confusione che li circonda, trovano la loro ispirazione nelle sfumature della vita quotidiana. Con “Je e Te”, il nuovo singolo dalle sonorità urban che mescola le loro radici napoletane alle influenze della canzone pop italiana, continuano a tessere il filo della loro storia musicale. Un intricato gioco di poesie e forze, un racconto di “per sempre” e “forse” con il sottofondo delle caviglie rotte mentre abbracciano il disordine senza cercare di risolverlo.

okaynevada: InstagramSpotify 

Credits:
Label: Casakiller
Prodotto da: NiccoV
Photoshoot: Simona Sellitto (@simottilles)
Fotografie Artwork: Simona Sellitto (@simottilles)
Artwork: Domenico Panariello (@domepdesign)

 

 

OPS! – Respire

Si è conclusa il 7 gennaio la rassegna di circo contemporaneo OPS! ospitata in Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone. A salire sul palco della sala Petrassi è la Compagnie Circocentrique con lo spettacolo Respire. Umorismo, poesia, emozione, acrobazie circensi, originalità e virtuosismo per uno spettacolo roteante: creato ed interpretato da Alessandro Maida e Maxime Pythoud, Respire è un’avventura circolare, un inno alla gioia di vivere e di essere in tutta semplicità. I due artisti agiscono e interagiscono in rotazioni ipnotizzanti creando un universo intimo e misterioso in perenne vorticare. Le tecniche di roue Cyr, sfera di equilibrio, giocoleria e portes acrobatico si fondono in una delicata sinergia di corpi che respirano insieme sulle note di un pianoforte a coda.

Il motore che muove questo progetto è la stretta correlazione tra un evento, un’emozione e la sua influenza sulla respirazione: i corpi, come delle tele sulle quali dipingere questo trinomio, diventano l’unico campo di gioco possibile. La respirazione è il fil rouge che lega l’artista al pubblico, portando quest’ultimo a vivere le vertigini, i disequilibri e le sospensioni durante le acrobazie sul palco.

Hamletophelia: Shakespeare in chiave rock

È andata in scena fino al 24 dicembre nella deliziosa cornice del Teatro Lo Spazio di Roma la pièce Hamletophelia, dramma in chiave rock scritto e diretto da Luca Gaeta, con la splendida interpretazione di Massimiliano Vado, Camilla Petrocelli e Salvatore Rancatore.

Una rilettura originale e contemporanea del classico shakespeariano con riferimenti all’Hamletmaschine del drammaturgo Heiner Muller. Con una scenografia essenziale e suggestiva, la colonna sonora e i costumi ispirati all’universo glam rock/dark, il risultato è un’opera che combina la potenza della tragedia classica con la provocazione del teatro sperimentale.

Lo spettacolo si apre con Yorick, interpretato con maestria da Salvatore Rancatore, che accende le luci di un aldilà onirico e suggestivo, mentre attende l’arrivo dei suoi due ospiti. E’ il personaggio più ambiguo dell’opera, incarnando sia il lato comico che quello più tragico della storia. Buffone di corte e memento mori, nell’emblematico teschio di Amleto, in questo caso coperto di strass.

La scena è dominata da un’atmosfera al contempo oscura e infantile, un non luogo con mobili da bambini, addobbato con foto, lettere manoscritte, e immagini proiettate. Una sorta di huis clos che rappresenta la fine dell’infanzia e l’inizio della maturità per i protagonisti, un passaggio tra la vita e la morte. Amleto e Ofelia devono affrontare i loro fantasmi del passato per crescere come persone espiando le proprie colpe.

Arriva così Ofelia, impaurita e perduta, anima pura e fragile, soggiogata dal fascino di Amleto, star in giacca di pelle e smalto nero, di cui lei, come una groupie, porta l’effigie sulla maglietta oversize. Il pallido corpo sembra scomparire in questo bianco abbraccio di amore malsano. Mentre ripercorre il proprio dramma di giovane sognatrice, inizia un viaggio di accettazione, trasformazione e riscatto, fino a spogliarsi dei propri abiti di bambola in balia delle fantasie e delle manipolazioni altrui, per trovare la propria voce di donna forte e indipendente, non più succube della follia di Amleto. Una presenza luminosa quella dell’interprete Camilla Petrocelli, che riesce a dare vita alle tante sfumature di questa Ofelia, tanto minuta, eterea e infantile, quanto colma di rabbia, dolore e di una straordinaria forza che riempie lo spazio del palco per l’intera durata della pièce.

Percorso antitetico a quello della sua defunta amata, è quello di Amleto. In balìa dei traumi passati e dei sensi di colpa, si rifugia in un’infanzia senza decisioni e rivive all’infinito il proprio dramma, senza mai superarlo. Si rivolge alla doppia incarnazione di Yorick, giullare di corte dell’Amleto bambino e ora teschio glitterato, nelle sue riflessioni post mortem. Intrappolato in questa nostalgia soffocante, l’Amleto interpretato con carismatica intensità da Massimiliano Vado, è un uomo inconcludente, che non riesce a liberarsi dal senso di nausea esistenziale.

La regia e la drammaturgia  di Luca Gaeta ci propongono una meditazione su Amleto e miriadi di altri argomenti anche attuali, come i possibili risvolti del femminile su un tipo di mascolinità incerta e tossica.

La produzione non racconta una storia nel senso classico del termine, né sviluppa personaggi in modo tradizionale. Invece, si concentra sull’esplorazione di temi e idee, attraverso un linguaggio poetico e immagini evocative.

Uno spettacolo sorprendente, con un’estetica intrigante, un’eccellente interpretazione e presenza scenica degli attori, che incarnano in modo singolare e personale i tre personaggi con identica intensità e una sintonia perfetta. La drammatica ironia della pièce e la destrutturazione del piano narrativo lasciano al pubblico una serie di quesiti a cui trovare, volendo, le proprie risposte e interpretazioni.

La Galleria Immagini

OPS! – Luz De Luna

Per il secondo appuntamento con la rassegna di circo contemporaneo OPS!, va in scena Luz de Luna, scritto ed interpretato da Fabiana Ruiz Diaz, fondatrice della compagnia Circo El Grito.

Nel riparo intimo di una piccola stanza colorata che sembra un dipinto, la quotidianità vibra di particolari, fuori il temporale, poco a poco l’orizzonte geometrico del mondo degli oggetti sbiadisce, diventa sfondo, sopraggiunge il lato surreale, l’oscurità è il varco per magia e stupore. Strani esseri si affacciano, bestiario dell’irrazionale, archetipi: è la fantasia che si nutre dell’inconscio o viceversa? I colpi di scena che punteggiano questo dramma circense gentile sono improntati a un’ironia delicata, una narrazione immaginifica, avvolgente, sintesi di teatro e circo.

OPS! – Circo Suite 24

L’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone ha dato il via, lo scorso 2 gennaio, alla rassegna di circo contemporaneo OPS!, tre spettacoli diversi per incantare grandi e piccini, con performance di giocoleria, acrobatica, artisti sospesi e gli immancabili clown.

Il primo è stato Circo Suite 24, la summa di tre diverse rappresentazioni che spaziano dall’acrobatica aerea alla giocoleria, dal clown virtuoso alla bicicletta acrobatica. Un’occasione unica per scoprire il circo contemporaneo accompagnati dal fondatore del Circo El Grito Giacomo Costantini.

Sul palco della Sala Petrassi si è esibito il duo BlucinQue con uno show di acrobazia aerea da lasciare senza respiro, a seguire Stefan Sing, considerato uno dei padri fondatori della giocoleria contemporanea che gioca con le sue decine e decine di palline e il Duo Kaos, spericolati e meravigliosi acrobati su bicicletta. Ad allietare il pubblico in sala, fra una performance e l’altra, ci ha pensato egregiamente il pluripremiato clown Andrea Farnetani.

Conferenza stampa del Presidente Meloni

INTRODUZIONE DEL PRESIDENTE MELONI

Buongiorno a tutti,

grazie di essere qui, grazie all’Ordine dei giornalisti, grazie all’Associazione della stampa parlamentare.

Sarò abbastanza breve in questa introduzione: voglio lasciare spazio alle domande, ho poche cose da dire.

La prima è chiaramente fare a tutti gli auguri di buon anno, farci gli auguri di buon anno per un anno che sarà molto complesso per tutti. E’ un anno che vede molte scadenze importanti, tra le elezioni europee, penso alla Presidenza italiana del G7, quindi chiaramente ci vedrà tutti molto impegnati.

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Un concerto davvero “Unico” all’Auditorium con Tosca per inaugurare un luminosissimo 2024

Primo Gennaio 2024 all’Auditorium Parco della Musica di Roma, per aprire il nuovo anno con un concerto speciale.

Tosca, al secolo Tiziana Tosca Donati, torna come artista residente in Auditorium per una serie di concerti, scaglionati lungo il corso del nuovo anno. Il primo, uno spettacolo che ripercorre le tappe della sua carriera trentennale, prende il nome di “Unico – concerto in tre atti”, e rappresenta un lungo viaggio musicale che attraversa città e paesi lontani. Parte da Roma città natale di Tosca, per poi scendere fino a Napoli, ed arriva fino ad abbracciare le sonorità del Nord Africa e del Sud America con le melodie del suo ultimo lavoro: “Morabeza”.

La sala Santa Cecilia, la più grande del l’Auditorium registra il sold out assoluto. Tanti gli amici accorsi per ascoltare l’artista romana, fra tutti Renzo Arbore e Marisa Laurito seduti nelle prime file. Il pubblico di Tosca è silenzioso ed attento, si lascia ammaliare dalla sua voce calda e dal suo indiscutibile carisma e segue i tre atti dello spettacolo con la consapevolezza di chi sa di trovarsi davanti ad un’artista d’eccezione.

A fare da sfondo alla cantante ed ai musicisti che la accompagnano, una scenografia fatta di luci calde, tamburi e tamburelli colorati, e persino un grande albero dalle forme klimtiane che si accende a fondo palco. Un’atmosfera intima e suggestiva, per un concerto davvero unico nel suo genere. La scaletta è divisa in tre parti, una per ogni atto: Romana, Sto core mio, e Morabeza, ed include omaggi ad alcuni dei maestri di Tosca, Gabriella Ferri e Roberto Murolo. Tre ore di show che scivolano via leggere ed eleganti, e standing ovation finale per questa artista che davvero sa dare tanto.

Attendiamo ora di vedere il suo ritorno in Auditorium ancora a Febbraio, Marzo ed Ottobre, per quelli che indubbiamente saranno altri tre spettacoli da non perdere.

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Chiara Lucarelli
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