Il magazine della tua Città

Category archive

CULTURA - page 31

La cultura italiana in tutte le sue forme dalla letteratura al cinema, dalla scultura al teatro

CIRCO EL GRITO – WU MING FOUNDATION – L’uomo Calamita ; Teatro Vascello

CIRCO EL GRITO – WU MING FOUNDATION 

presentano

 

L’Uomo Calamita

Dal 2 al 4 febbraio al Teatro Vascello

venerdì h 21; sabato h 19; domenica h 17

L’Uomo Calamita, Wu Ming 2 e Cirro insieme in uno spettacolo di circo contemporaneo, illusionismo, musica e letteratura.

Per festeggiare il quinto anno di tour, per la prima volta dopo ogni replica è previsto un momento di incontro con il pubblico per svelare i retroscena di uno spettacolo che conta oramai più di 20mila spettatori

Scritto e diretto da Giacomo Costantini

Con Uomo Calamita, Wu Ming 2, Cirro

Testo e libro originale Wu Ming 2

Musiche Fabrizio “Cirro” Baioni

Voce narrante Wu Ming 2

Uomo calamita_ph.Laura Salvinelli

Uomo calamita_ph.Paolo Cudini

“Lo spettacolo che dimostra che l’arte circense merita di conquistare i teatri”

L’Espresso

“L’Uomo Calamita, l’ultima frontiera del circo”

Il Corriere della Sera

“È il Circo El Grito, rivelazione degli ultimi anni, in grado di collezionare «tutto esaurito» e richiamare folle”

La Stampa

Dopo il debutto nel 2019 al Teatro Vascello, torna a Roma L’Uomo Calamita, lo spettacolo che ha mostrato al pubblico europeo le infinite potenzialità del circo contemporaneo come cerniera tra le arti. Scritto e diretto da Giacomo Costantini della compagnia El Grito in collaborazione con Wu Ming 2 di Wu Ming Foundation, in questi anni L’Uomo Calamita ha collezionato ben 20mila spettatori nelle oltre 100 rappresentazioni svolte nei teatri italiani e stranieri.

Un lavoro frutto della riuscita contaminazione tra performance e parola, Circo El Grito e Wu Ming Foundation intrecciano infatti la scrittura narrativa con la drammaturgia circense per uno spettacolo che tiene insieme circo contemporaneo, illusionismo, musica e letteratura.

Tra spericolate acrobazie, colpi di batteria e magie surreali, la voce dal vivo di Wu Ming 2 guida lo spettatore in un circo clandestino durante la seconda guerra mondiale.

L’11 settembre 1940 con una circolare telegrafica, il capo della polizia ordina che vengano controllati tutti i carrozzoni, i circhi e le carovane, affinché “vengano rastrellati e concentrati sotto rigorosa vigilanza”. L’Uomo Calamita e altri fenomeni da baraccone si ritrovano così senza tendone, senza lavoro e ricercati dalla polizia. Lena – una bimba di otto anni – si ritrova invece senza il suo supereroe preferito e senza lo spettacolo che attendeva dall’anno prima. Per sfuggire alla persecuzione, i circensi sono costretti a darsi alla macchia ma, con l’aiuto di Lena, usano i propri poteri, l’astuzia e il magnetismo per combattere il nazi-fascismo.

L’Uomo Calamita è un super eroe che combatte l’assurdità della guerra tra funambolismi del corpo e della lingua con i suoi pericolosi esercizi di equilibrismo magnetico che lasciano il pubblico con il fiato sospeso, mentre Cirro sfoga sulla batteria tutta la rabbia accumulata da quando i nazisti hanno ucciso suo fratello. Wu Ming 2 prende parte alla storia non soltanto attraverso la voce narrante ma cimentandosi in un esercizio dalla cui riuscita dipende la vita dell’Uomo Calamita. “Siamo circensi, quando sfidiamo la morte lo facciamo sul serio”, dice Costantini che in uno dei suoi numeri è incatenato, appeso per i piedi, immerso dentro una vasca d’acqua.

Riconosciuto sin da subito come esempio virtuoso del rapporto tra circo e letteraturaL’Uomo Calamita è diventato un punto di riferimento per la costruzione della drammaturgia circense, i due autori si sono confrontati in un fecondo scambio durato due anni: se Costantini ha potuto appoggiarsi sugli approfondimenti storici e narrativi del libro in costruzione, Wu Ming 2 man mano che avanzava con la scrittura ha visto concretizzarsi in gesto circense l’universo che stava scrivendo. La scrittura scenica dello spettacolo ha visto coinvolto anche il compositore e batterista Fabrizio “Cirro” Baioni per la parte musicale, interamente eseguita dal vivo e parte integrante del percorso di creazione dello spettacolo.

Per festeggiare i 5 anni de L’Uomo Calamita, al termine di ogni replica per la prima volta è previsto un momento speciale in cui gli artisti svelano alcuni retroscena di una produzione che conta, fra l’altro, un libro illustrato da Marie Cécile, ormai introvabile, con il testo dello spettacolo scritto da Wu Ming 22500 copie vendute al termine delle varie repliche, 2800 minuti di lettura, 345 di apnea e 47 bacchette da batteria spezzate.

“All’inizio sembrava soltanto un esperimento, destinato a girare per teatri e festival nel corso di un anno” afferma Wu Ming 2. “D’altronde il circo vive proprio di azzardi, rischi e camminate sulle funi. Così, quella che poteva sembrare una stravaganza, buona giusto per qualche serata, si è trasformata in un vero e proprio genere, un tipo di spettacolo che il pubblico ha dimostrato di apprezzare e comprendere, in maniera del tutto immediata, decretandone il successo. Ma noi ancora ci chiediamo cos’ha reso possibile quest’amalgama imprevista, in cui finalmente non è la letteratura che parla di circo, ma il circo che parla attraverso la letteratura”.

Bio

Giacomo Costantini è considerato dalla stampa uno dei pionieri del circo contemporaneo in Italia. È un circense che sul finire degli anni ’90 inizia una ricerca sulla sintesi tra diversi ambiti artistici che lo porterà a occuparsi di drammaturgia circense contemporanea e quindi a firmare diverse regie di circo contemporaneo e di opera lirica internazionali.

Wu Ming 2 è docente di “Teorie pratica della narrazione” presso l’Università di Urbino e presso l’Università di Bologna, ha scritto insieme al collettivo Wu Ming: Q, Altai, L’Armata dei Sonnambuli, Proletkult, Ufo 78, e svariati altri romanzi di successo editi da Einaudi e tradotti in oltre 10 lingue. Collabora con Circo El Grito dal 2015 allo studio del rapporto tra circo e letteratura.

Cirro è il progetto musicale solista ideato da Fabrizio Baioni che, per l’occasione, ha riarrangiato i pezzi dell’album Sequoya Teeth”. Baioni è batterista e autore dei Pierpaolo Capovilla e i Cattivi Maestri, Drunken Butterfly, Leda, Bushi, Spirale, Bruxa. Ha suonato per Il Teatro degli Orrori, Marina Rei, Serena Abrami e tanti altri.

Circo El Grito è circo contemporaneo ma anche antico, perché fa tesoro di secoli di arte circense. La compagnia fondata dall’acrobata Fabiana Ruiz Diaz e dall’artista multidisciplinare Giacomo Costantini, con oltre dieci spettacoli all’attivo e più di due mila repliche in tutta Europa, rappresenta un grande motore per la sperimentazione spaziando tra gli ambiti della danza, del teatro, della musica e della letteratura, puntando a elaborare un linguaggio di qualità attraverso spettacoli trasversali. Circo El Grito è riconosciuto da Regione Marche come progetto di Primario Interesse Regionale e dal Ministero della Cultura che, dal 2015 ad oggi, ha assegnato alla compagnia il punteggio più alto sulla qualità artistica di tutto il settore circo. Collabora inoltre con le più prestigiose istituzioni culturali europee, dall’ Ambasciata Francese alla Biennale Internazionale del Circo di Bruxelles, dall’Auditorium Parco della Musica di Roma al Teatro Regio di Parma. Nel 2022 Circo El Grito annuncia la nascita del SIC/Stabile di Innovazione Circense, il primo centro internazionale di produzione multidisciplinare dedicato al circo contemporaneo e riconosciuto dal MiC.

CIRCO EL GRITO – WU MING FOUNDATION

presentano

L’UOMO CALAMITA

Dal 2 al 4 febbraio 2024

Teatro Vascello, via Giacinto Carini, 78

venerdì ore 21.00, sabato ore 19.00, domenica ore 17.00

Scritto e diretto da Giacomo Costantini

Con Uomo Calamita, Wu Ming 2, Cirro

Testo e libro originale Wu Ming 2

Musiche Fabrizio “Cirro” Baioni

Voce narrante Wu Ming 2

Costumi Beatrice Giannini

Luci Domenico De Vita

Ideazione e costruzione macchinari Simone Alessandrini

Occhio esterno Fabiana Ruiz Diaz, Giorgio Rossi, Tonio De Nitto

Consulenza alla drammaturgia Luca Pakarov

Prodotto da Circo El Grito

Sostenuto da Ministero della Cultura

Consigliato a partire dai 6 anni

DURATA: 60’

Biglietti

Da 16 a 25 euro

https://www.vivaticket.com/it/ticket/l-uomo-calamita/210382

Info biglietti

https://www.teatrovascello.it/biglietteria-23-24/

Teatrosophia – “Poliphonia” Una nuova chiave di lettura per i disturbi della personalità

Teatrosophia – “Poliphonia”

Una nuova chiave di lettura dei disturbi della personalità

Roma, 18 gennaio 2024

Articolo di Leonardo De Luca

Foto di scena: Maria Letizia Avato

Al Teatrosophia in scena lo spettacolo “Poliphonia” di Maria Letizia Avato con Valentina Maselli, Tania Lettieri e Simone Destrero.

Diviso in due atti. Nel primo avviene il racconto di un delitto a partire dalla ricostruzione dell’accaduto dalla polizia e i ricordi di una donna, la quale memoria affoga tra il moltiplicarsi delle sue molteplici personalità. Esse sono rumorose, diversificate e hanno pian piano assemblato, come dei tasselli, il mosaico della sua storia così struggente e segnata dalla violenza, a tal punto da ripercuotersi in un atto che potesse mettere fine al suo sofferto sopruso.

Nel secondo atto, una moglie oppressa da uno smodato controllo da parte di un marito violento e tendente ad eccedere con gli alcolici si libera e prende coscienza del suo forzato servilismo, tramortendo il marito e trattenendolo in casa legato fino ad essere costretta ad ucciderlo.

L’opera evidenzia le motivazioni interiori della liberazione della donna da uno stato di stretta vigilanza e di esigenza, percepita come imprescindibile da soddisfare, che la lega al marito, e sono proprio questa a costituire lo scheletro di rapporti logorati e logoranti. La vittima allora reagisce in una sorta di raptus, commettendo atti disperati e raffazzonati, carichi di tutta la violenza subita, col fine di mettere un punto alla violazione. Ci troviamo difronte a due scene di evidente difficoltà e complessità.

Il tema del disturbo delle personalità multiple è sicuramente un argomento tanto interessante quanto innovativo nelle sue sfaccettature e spunti, la seconda parte invece mostra una situazione di stallo ai limiti del verosimile, che viene percepita con un grande carico di angoscia. Questa pressione viene però attenuata dall’eccessivo protrarsi delle scene del secondo atto che, specie in quelle finali, porta al calo di un ritmo inizialmente incalzante e pieno di dinamismo. In generale risulta un testo con disomogeneità nel ritmo narrativo, eccessivamente lento laddove richiede maggiore intensità e viceversa. Alcuni dialoghi invece risultano davvero un viaggio contorto all’interno dell’inquietudine dei protagonisti. Ci portano quasi ad una grande psicoanalisi di figure grottesche, temprate dalla spietatezza di una violenza che pare non impietosirsi mai.

 

Si ringrazia l’Ufficio stampa di Teatrosophia nella persona di AndreaCavazzini

Supermagic XX – Il festival della magia a Roma

Il nuovo SUPERMAGIC, il più grande spettacolo di magia d’Europa, è in scena all’Auditorium Conciliazione fino al 4 febbraio con oltre 2 ore di grande magia dal vivo.

La XX edizione del festival ospita sul palco i migliori illusionisti, trasformisti, prestigiatori e manipolatori del mondo.

Darcy Oake è un innovativo e affascinante illusionista canadese, ha iniziato ad esibirsi al famoso Magic Castle di Hollywood per poi continuare in tutto il resto del mondo con il suo inconfondibile talento. La sua esibizione a Britain’s Got Talent ha raggiunto 200 milioni di visualizzazioni rivelando al mondo un nuovo illusionista, che ha catturato l’attenzione del mondo. Dalla manipolazione alle grandi illusioni ha reinterpretato la tradizione magica per dare vita a nuove, moderne e travolgenti creazioni spettacolari.

Raymond Crowe è il più famoso prestigiatore australiano, ma anche un comico, un mimo, un ventriloquo e un artista delle ombre cinesi. Soprannominato “The Unusualist” (l’insolito), ha meravigliato il pubblico di tutto il mondo esibendosi nei programmi televisivi e nei teatri più famosi. Il suo straordinario numero delle ombre cinesi eseguito nella finale di Australia’s got talent è stato visto da circa 300 milioni di persone su Youtube. Un’esibizione magica, insolita, coinvolgente e divertente, che supera l’immaginazione ed ogni aspettativa.

Florian Sainvet è un abile manipolatore e illusionista, campione francese di magia e vincitore del primo premio in manipolazione al campionato mondiale di magia FISM nel 2018. Ha lavorato con il Cirque du Soleil e si esibisce nel tour mondiale di The Illusionists. Una continua ricerca per trasformare l’arte della magia classica e presentarla in modo moderno e di grande impatto. Grazie alla sua passione per i film di fantascienza ha creato un originale numero futuristico in cui un robot si trasforma in un illusionista del futuro.

Lord Martin è un coinvolgente illusionista francese, vincitore del Trofeo Robert Houdin come migliore spettacolo di illusioni della Francia e di due Mandrake d’Or. Con la sua troupe di artisti si è esibito nei teatri e sui principali canali televisivi di tutta Europa. Un vero Lord scozzese, eccentrico e stravagante, che riunisce attorno a sé straordinari personaggi che, con i loro poteri, lo aiuteranno a superare il limite di ciò che è possibile.

Les Chapeaux Blancs sono due originali prestigiatori francesi, premiati al campionato mondiale dell’arte magica FISM per il loro eccezionale numero di magia visuale. Un’esibizione di “teatro nero” che rinnova brillantemente il genere muovendolo verso la modernità e che richiede un complesso lavoro di coordinamento. Un mondo in bianco e nero, due fantastici personaggi che sembrano evocare l’insolito universo di Magritte e un’avventura surreale che gioca tra la realtà e la sua rappresentazione.

Remo Pannain è un noto avvocato penalista romano, ma anche l’ideatore e l’organizzatore di Supermagic. Da sempre appassionato di illusionismo, è un elegante e raffinato prestigiatore vincitore di numerosi premi internazionali nell’ambito magico. Ad ogni edizione di Supermagic propone una nuova esibizione per offrire un nuova coinvolgente esperienza di mistero magico e di stupore.

Léa Kyle è una creativa prestigiatrice specializzata nell’arte del trasformismo. Campionessa francese di magia nel 2019 e vice-campionessa europea nel 2021, ha partecipato con grande successo a numerosi programmi televisivi con milioni di spettatori, come America’s Got Talent. Ha combinato la passione per la magia e quella della sartoria con il suo straordinario talento per creare un eccezionale numero di trasformismo, dove sorprendenti cambi d’abito si susseguono alla velocità della luce.

Enzo Weyne è uno straordinario illusionista francese, vincitore di numerosi premi è considerato tra i più originali e creativi del nostro tempo nell’arte dell’illusione. Lavora continuamente per creare e innovare le sue illusioni e superare i limiti del possibile. È stato invitato nei più importanti programmi televisivi e si esibisce in tutto il mondo per grandi spettacoli come “Now you see me Live” e “The Illusionists”. La sua esibizione è un viaggio tra alcune delle sue creazioni magiche dove tutti i tuoi sensi saranno messi alla prova per credere nell’impossibile.

Las Estrellas – Passione Spagnola

Las Estrellas (le stelle della danza iberica riunite sotto la direzione artistica di Daniele Cipriani) sono finalmente arrivate all’Auditorium Parco della Musica ed è stata una grande festa! Lo zapateado dei tacchi, il fruscio dello strascico delle bata de cola (il vestito delle bailaoras di flamenco), il ticchettio delle nacchere, l’arpeggio delle chitarre e i penetranti canti gitani hanno letteralmente mandato in delirio gli spettatori della Sala Santa Cecilia completamente sold out.

Grandissimi i nomi delle estrellas che si sono esibite: la meravigliosa Ana Morales, l’immensa Belén López (che ha danzato con la sua piccola Sandra) e ancora Patricia Guerrero, Jesús Carmona, José Manuel Benítez, il grandissimo Sergio Bernal ed il Direttore del Ballet Nacional de España, Rubén Olmo.

Nel ricco cast di Las Estrellas anche cantaores e tocaores: i cantanti Jose Luis Medina e Pedro Jiménez González, i musicisti Sergio Gómez “El Colorao”, Carlos Jiménez e Rafael Jiménez “El Chispas”.

Coez & Frah Quintale – Lovebars Tour 2024

Palalottomatica Roma 27.01.2024

Coez e Frah Quintale hanno portato il loro tour nei palazzetti italiani a Roma, il 26 e 27 gennaio 2024. Le due date al Palazzo dello Sport sono state sold out, con oltre 15.000 persone che hanno cantato e ballato insieme ai due artisti.

La scaletta del concerto ha spaziato dai brani del loro album di debutto insieme, “Lovebars”, ai successi dei loro album solisti. I due artisti si sono alternati sul palco, regalando al pubblico un’esperienza musicale coinvolgente e ricca di emozioni.

Coez e Frah Quintale hanno dimostrato di essere due artisti in grande forma, capaci di coinvolgere il pubblico con la loro musica e la loro energia. Il concerto di Roma è stato un successo, che ha confermato il grande seguito di questi due artisti nel nostro Paese.

“La musica è la nostra salvezza”, hanno detto i due artisti. “È la cosa che ci permette di stare insieme, di condividere le nostre emozioni e di sentirci meno soli”.

Di seguito la scaletta e la nostra galleria fotografica

Scaletta:

  1. Intro
  2. Loverbars
  3. Terra bruciata
  4. faccio un casino
  5. Cratere
  6. Fari lontani
  7. Che colpa ne ho
  8. Una luce alle tre
  9. Missili
  10. Come nelle canzoni
  11. Se esiste un Dio
  12. Vetri fumè
  13. Le luci della città
  14. Niente che non va
  15. E yo mamma
  16. Wu Tang
  17. Occhiali scuri

Pink Floyd Legend – The Final Cut

Teatro Olimpico Roma 26.01.2024

Il 26 gennaio 2024, i Pink Floyd Legend hanno portato in scena al Teatro Olimpico di Roma un concerto dedicato all’album “The Final Cut”, lo spettacolo che ha fatto parte di una serie di eventi dedicati alla discografia dei Pink Floyd denominata “Week”. Noi di EA abbiamo seguito questo progetto e non potevamo certo mancare alla serata che ha visto tra l’altro la partecipazione straordinaria di Harry Waters figlio del grande Roger.

La formazione dei Pink Floyd Legend è composta da musicisti professionisti che hanno dedicato la loro vita alla musica dei Pink Floyd. Il concerto è stato un’esperienza coinvolgente e emozionante, che ha fatto rivivere al pubblico le atmosfere e le sonorità di un album che è un capolavoro della musica rock.

L’album “The Final Cut” è stato pubblicato nel 1983 ed è stato l’ultimo album in studio dei Pink Floyd con Roger Waters. Il disco è un concept album che esplora i temi della guerra, della perdita e della memoria. La musica è potente e drammatica, e i testi sono intensi e profondi. Il concerto dei Pink Floyd Legend ha riprodotto fedelmente l’album, con una cura particolare per i dettagli. La scenografia, le luci e i costumi hanno contribuito in fine a creare un’atmosfera suggestiva e coinvolgente come tipico dei PFL.

I PFL si sono esibiti capitanati dal front-man Fabio Castaldi (basso e voce), Alessandro Errichetti (chitarra e voce), Simone Temporali (tastiere e voce), Emanuele Esposito (batteria), Paolo Angioi (chitarra e voce), Maurizio Leoni (sax), Nicoletta Nardi, Giorgia Zaccagni, Claudia Marrs (cori) e lo special guest Harry Waters (tastiere)

Un grazie particolare all’ufficio stampa dei PFL Fabiana Manuelli

Di seguito la nosrta galleria fotografica

“QUEEN UNSEEN | Peter Hince” al WeGil di Trastevere. I Queen tra gli anni ’70 e ’80 ritratti da Peter Hince

La splendida location del WeGil di Trastevere, hub culturale di pregio della Regione Lazio, ospita ancora per pochi giorni una singolare mostra dedicata ai Queen. “QUEEN UNSEEN | Peter Hince” rappresenta un viaggio fotografico all’interno dei backstage e dietro le quinte dei video più famosi della band inglese, raccontato attraverso le immagini catturate dal road manager e assistente personale di Freddie Mercury e John Deacon.

Peter Hince, grazie al rapporto di fiducia privilegiato che lo legava al gruppo, pur non essendo il fotografo ufficiale, tra gli anni ’70 ed ’80, ha potuto collezionare una serie di immagini di cui alcune sono diventate poi iconiche. Scatti di backstage, momenti privati e foto catturate sui set dei video più noti, ma anche ritratti, fra cui quello famosissimo che ritrae Freddie Mercury vestito da regina.

“QUEEN UNSEEN | Peter Hince” si compone di oltre 90 immagini del fotografo londinese, mai esposte in precedenza in nessun paese europeo, e di cui alcune in assoluta anteprima internazionale. Una narrazione diversa dal solito, che attraverso l’obiettivo della sua Hasselblad 500 racconta il soundcheck dei concerti ma di rado l’esibizione live, i momenti di relax dietro il palco, quelli in sala di registrazione, le interviste in radio e tanto, tanto altro.

Una mostra che, a cinquant’anni dalla pubblicazione del primo album omonimo “Queen”, svela il lato più intimo della band che ha lasciato un segno indelebile nella storia della musica, e che viene arricchita inoltre da tantissimi memorabilia raccolti da Niccolò Chimenti, uno dei maggiori collezionisti europei del gruppo. Dal giubbotto della band donato da Freddie Mercury a Groucho Marx, alla lettera di risposta di Brian May ad un fan che chiedeva consigli su come diventare un grande chitarrista, passando per i gadgets dei vari tour, le edizioni speciali di alcuni dischi, un piatto della batteria autografato e tanto tanto altro.

A completamento della mostra, una sala dedicata alla proiezione di video rari e di spezzoni dei più famosi concerti della band.

“QUEEN UNSEEN | Peter Hince” rimarrà al WeGil ancora fino al 4 Febbraio 2024, per poi fare tappa a Milano dall’8 febbraio al 22 aprile 2024 e successivamente a Budapest e in altre principali città europee. Una mostra imperdibile per tutti gli appassionati dei Queen che vogliono scoprire un lato inedito della band, ma anche per tutti coloro che vogliono conoscere qualcosa di più riguardo ad uno dei gruppi britannici più famosi di tutti i tempi.

INFO MOSTRA:

Titolo mostra: Queen Unseen- Peter Hince

Dove: WEGIL– Trastevere, Largo Ascianghi,5, Roma

Apertura al pubblico: 8 dicembre 2023

La mostra è aperta tutti i giorni dalle 10.00 alle 19.00

Info: www.wegil.it; info@wegil.it
tel. 334 6841506 (tutti i giorni ore 10 -19)
WEGILTrastevere
WEGIL
wegiltrastevere

Ufficio Stampa: Maurizio Quattrini: 338.8485333 – maurizioquattrini@yahoo.i

 

Collaborano all’organizzazione e alla promozione GLOBO VINTAGE, emittente ufficiale della mostra, FAI – Fondo Ambiente Italiano, MEDEVI, PRIMAFILA MAGAZINE, MULTIVISION. LEDVISION, FRANCIOSA COMUNICAZIONE e P&B COMMUNICATION.

Maria Antonietta LA TIGRE ASSENZA CLUB TOUR a Largo Venue

Maria Antonietta, tra le voci più apprezzate dell’alternative italiano, chiude al Largo Venue di Roma “LA TIGRE ASSENZA CLUB TOUR”, tournée che prende il nome dal suo ultimo album di studio “LA TIGRE ASSENZA” (Parlophone/Warner).

Una data evento ricca di sorprese che vedrà anche ospiti della serata: Colombre e Alice dei Thru Collected, in apertura Alessandra Nazzaro.

Questo nuovo viaggio live nei club arriva dopo il successo del precedente tour estivo dove la cantautrice si è esibita nei principali festival italiani e ha aperto anche l’unica data italiana di Lana Del Rey a La Prima Estate Festival.

«Il club è la dimensione ideale per questo album scuro e magnetico, fatto di ballad notturne e di pezzi uptempo da ballare con un gin tonic in mano, e per i pezzi del mio repertorio, che non mancheranno – Racconta Maria Antonietta – Questo è un concerto in cui tutte le mie anime convivono, in cui si alternano momenti rock’n roll, acustica e violoncello, cassa dritta, e ballad torbide».

Il disco conferma Maria Antonietta tra le artiste più eclettiche e di maggior talento del panorama musicale italiano.

Il titolo “La tigre Assenza” è un omaggio a Cristina Campo, che ha scritto una poesia così intitolata, dedicata agli assenti.

Chi non c’è, è sempre pronto a sbranarti, come una tigre. Chi non c’è, è feroce. Così, il suo ricordo.

Prodotto da Antonio Filippelli, contiene 10 brani, tra cui “Viale Regina Margherita” composto con Francesco Bianconi e “Per Le Ragazze Come Me”, realizzato con la collaborazione di Laila Al Habash, cantautrice italo-palestinese, già una delle grandi promesse della scena italiana.

I visual del live sono stati pensati dalla stessa Maria Antonietta e raccontano e aprono lo scrigno del suo immaginario poetico aggiungendo la dimensione visiva all’esperienza del concerto.

L’evento di Largo Venue a Roma, in cui l’artista porterà dal vivo sia le canzoni che compongono il suo ultimo lavoro che il suo repertorio chiude “LA TIGRE ASSENZA CLUB TOUR”, organizzato da Panico Concerti, che l’ha vista impegnata in tutta Italia: Firenze, Cagliari, Cremona, Trento, Lecce, Molfetta (BA), Palermo, Catania e Pisa.

Il concerto è stato aperto da Alessandra Nazzaro:

 

Maria Antonietta, al secolo Letizia Cesarini, è una cantautrice nata a Pesaro nel 1987.

Esordisce in Italia nel 2012 con l’album “Maria Antonietta”, prodotto da Dario Brunori, seguito da “Sassi” (2014) e “Deluderti”, prodotto da Colombre (2018).

Laureata in Storia dell’arte, ha dedicato una serie di reading alla creatività femminile, e alle sue poetesse del cuore.

Come scrittrice ha pubblicato nel 2019 per Rizzoli il libro di poesie e racconti “Sette ragazze imperdonabili. Un libro d’ore”.

Nel 2020 partecipa al Festival di Sanremo come ospite nella serata dei duetti, con Levante e Francesca Michielin.

Nel 2021 è la conduttrice della serie Sky “Sacra bellezza – Storie di santi e reliquie” sul mondo dell’arte sacra, e vince il Premio Bertoli.

Nel 2023 pubblica per Warner il suo quarto disco “La Tigre Assenza”. Da qualche mese è giurata del Premio Strega Poesia.

La Scaletta del Concerto:

  • Diamante
  • 375
  • Pesci
  • Vergine
  • Sapore
  • Saliva
  • Deluderti
  • Questa è la mia festa
  • Deserto
  • Viale Regina Margherita
  • Sabato mattina
  • Giardino comunale
  • Alla felicità e ai locali punk
  • Io e te certamente
  • Con gli occhiali da sole
  • Arrivederci
  • Maria Maddalena
  • Quanto eri bello
  • Ossa

Teatrosophia – La Topa Bianca

STAGIONE 2023-2024

Via della Vetrina 7, Roma

https://www.teatrosophia.it/

Presenta

 LA TOPA BIANCA

Gabriella Ferri racconta se stessa

 Scritto e diretto da Emanuele Billotta

Con: Daniela AntoliniFlavio AccorintiAntonio Antolini

DA GIOVEDI 1 A DOMENICA 4 FEBBRAIO 2024

Flavio, musicista di strada è intento a presentare alcuni brani del suo nuovo album ai passanti, sperando di poter guadagnare qualcosa dalle offerte a cappello. Irrompe Gabriella Ferri che, approfittando del gruppetto di persone che si sono attorniate davanti a lui, prende la scena per parlare un minuto ma, in realtà, travolge il povero Flavio e le altre persone in un’ora e mezza di ricordi, aneddoti, canzoni ed emozioni che ripercorrono la sua vita, la sua poetica e il suo sentire.

Progetto artistico

Nel 2024 ricorre il ventennale dalla morte di Gabriella Ferri, artista romana poliedrica, cantautrice e interprete, poetessa, pittrice e attrice, ha rappresentato la Capitale in tutte le sue sfaccettature, arrivando a girare il mondo non solo come rappresentate di Roma, ma artista capace di interpretare colori e suoni di ogni luogo che ha incontrato. Da Napoli a Milano, viaggiando per l’America Latina.

Anima fragile ha sempre avuto un rapporto di amore/odio con il successo e con i riflettori, altalenando periodi di forte presenza a periodi di completa sparizione dalle scene, elemento che l’ha portata a non confondersi con il business che ruota attorno al mondo artistico ma mantenendo lo spirito popolare che la contraddistingueva. Divenuta famosa con la riscoperta del brano La società dei Magnaccioni ha presentato un repertorio che ha toccato brani della tradizione e ha portato alla ribalta propri brani cantautoriali entrati prepotentemente nella storia della musica.

Lo spettacolo dal titolo La Topa Bianca: Gabriella Ferri racconta sè stessa che ha debuttato nell’Agosto 2023 è un testo dalla struttura semplice, in quasi un’ora e mezza di racconti, aneddoti, canzoni, momenti di forte comicità, di dramma, poesia e riflessione.

Partendo dalla sua infanzia il racconto si snoda dal rapporto con il padre quello con la Roma delle bancarelle di via Sannio, un tempo “campo de carciofi dove ce passava in mezzo la marana”, con la Roma del Monte dei Cocci e delle osterie. Il suo rapporto con Pasolini, dell’amore totale nei suoi confronti e della sua paura ad avvicinarlo, e il suo rapporto con il pubblico.

Il testo, scritto da Emanuele Bilotta, che si è occupato anche della regia, è corredato da molte canzoni portate al successo da Gabriella Ferri, in una struttura di commedia musicale con un accompagnamento realizzato completamente dal vivo con voce e chitarra e la presenza di scene danzanti, in cui si alternano momenti di cantato a dialoghi tra l’artista romana e il giovane cantautore e monologhi che la poliedrica rappresentante di Roma regala al pubblico con la schiettezza che la contraddistingue, in una multidisciplinarietà che abbraccia teatro, canto e danza popolare.

Dopo lo spettacolo, il consueto aperitivo offerto da Teatrosophia

INFO:

La Topa bianca

Scritto e diretto da Emanuele Bilotta

Orari: Giovedì a Sabato h 21:00/Domenica h 16:00

Teatrosophia – “La Bambola Spezzata”: per il giorno della memoria per non dimenticare 

“Teatrosophia – “La Bambola Spezzata”: per il giorno della memoria per non dimenticare 

No, madre, non ti odio. Semplicemente non ti amo, non posso amarti

Roma, 26 gennaio 2024

Foto ed articolo di Grazia Menna

Gianni De Feo, con la magnifica interpretazione di Irma Ciaramella e Alessandra Ferro, portano di nuovo in scena il testo “La Bambola Spezzata” di Emilia De Rienzo, già rappresentato in Italia e con tantissimo successo dal 2014, sempre con De Feo alla regia ed alla partecipazione nella recitazione.

De Feo con la sua regia, accompagna il pubblico presente a vivere il dramma di una figlia (Eva) abbandonata dalla madre a sei anni perché ella, la madre, ha scelto di abbracciare l’ideologia nazista ed entrare nelle SS, tutto ciò a scapito del rapporto sia con il marito quanto con la figlia che difatti abbandona.

I tempi sono quelli dell’estate del 1939, la città Berlino, da una parte una famiglia tedesca : padre madre ed una bella figlia bionda da sfoggiare come un trofeo, una vera ariana di razza pura; dall’altra il fervente nazionalismo tedesco che di lì a poco sfocerà nell’ideologia nazista, nella costituzione delle SS.

Il ruolo della madre è affidato alla bravissima Alessandra Ferro che con la sua efficace recitazione, basandosi sui passaggi di tono dalla cattiveria più feroce a momenti di goffa comicità, a momenti di “calore materno” quando chiede di esser chiamata “mamma”, incarna le tante sfaccettature di una donna che ha scelto di abbracciare tout-court l’ideologia nazista, per sentirsi partecipe della storia. L’allestimento scenico la ritrae seduta in un angolo, su una sorta di trono ad elevarla dalla “plebea altezza dei non-SS” ed  avvolta in una sorta di mantello con una svastica nera impressa in bella evidenza.

Irma Ciaramella nel ruolo della figlia che spera, molti anni dopo, rincontrando la madre, di capire le ragioni dell’abbandono e forse sperare di riavvicinarsi a lei che chiama “MADRE” e non “mamma”.

Chiamarla “MADRE” per porre una distanza affettiva da colei che mamma non è mai stata.

Oggi quella bambina di sei anni è una donna con un vissuto, che ha scelto di essere un’artista, un’attrice e questa scelta pone le due donne ancora in antitesi perché secondo sua madre la cultura è decadenza, perché “la Germania ha bisogno di carattere” ed è con questa affermazione che giustifica i roghi di libri del maggio del ‘39.

Tra di loro, come un cordone ombelicale per riavvicinare le due, la bambola che la madre regalò alla figlia ed a cui Eva è rimasta profondamente legata, tanto da conservarla nella sua valigia.

La bambola è la vera unica testimone oggi di quanto accaduto in passato; e se c’era la possibilità di riavvicinare le due donne attraverso questa bambola, ricordo di un gesto tenero di madre verso la figlia, questa possibilità svanisce dolorosamente quando Eva scopre la provenienza e la reale storia della sua bambola: ad Auschwitz, racconta la madre, c’erano solo quattro camere a gas e poteva capitare che qualcuno non morisse e, spesso, i più forti erano proprio i bambini. Quando, invece, anche questi diventavano “polvere”, rimanevano integri solo i giocattoli da cui erano accompagnati.

Cruda verità per la bimba che Eva era allora, ma ancor di più per la donna che è oggi, alla quale si spezza il cuore identificandosi con quella bambola spezzata dalla quale è incapace di separarsi.

No, madre, non ti odio. Semplicemente non ti amo, non posso amarti

Si ringrazia l’Ufficio stampa di Teatrosophia nella persona di Andrea Cavazzini

1 29 30 31 32 33 136
Grazia Menna
Go to Top