Dammi tre parole, storia di una azienda modello
“Dammi tre parole “ e il libro di Silvia Bolzoni che racconta un nuovo modello di azienda, rappresentato dalla Zeta Service”, incentrato sulla persona, in azienda al femminile che negli anni ha saputo raggiungere traguardi importanti e premiata con riconoscimento importanti come il “Women Value Company” della Fondazione Bellisario per la valorizzazione del talento femminile.
Silvia Bolzoni autrice del libro e anche la fondatrice della “Zeta service” con l’80% di presenza femminile si occupa di servizi payroll, amministrazione del personale, consulenza del lavoro e consulenza HR.
EA: dottoressa Bolzoni, vorremmo capire meglio che cosa è ZETA service e perché ha ricevuto tanti premi. Qual è il segreto del successo di zeta service?
Silvia Bolzoni: Ma io non so se c’è un segreto. Comunque, parto dicendo che cosa facciamo. Noi siamo una società di servizi ci occupiamo di paghe e amministrazione del personale, consulenza del lavoro e consulenza sulle risorse umane. Io da sempre lavoro in questo mondo, però il desiderio di creare una mia azienda è nato circa 15 anni fa. È nato da un rimprovero, tra virgolette, perché mi hanno sempre detto di avere un eccessivo orientamento al cliente e alle persone, lavoravo per una società di servizi tra l’altro. Da quel rimprovero è nato il sogno di creare un’azienda fatta, come dico sempre a modo mio, “totalmente incentrata sulle persone”. Poi qualcuno mi ha aiutato a tradure questo eccessivo orientamento al cliente con totale empatia. Io al momento ero rimasta totalmente perplessa perché per lavorare per una società di servizi trovo strano dire che esista questo esagerato orientamento al cliente. Io sono convinta che l’attenzione alle persone sia fondamentale per tutte le aziende ma soprattutto per una società di servizi. Saper far bene il proprio lavoro è quello che il cliente si aspetta ma per fare la differenza credo che sia necessario mettersi nei panni del cliente e comprenderne i bisogni e i problemi. Soprattutto credo che occorra comprendere i loro stati d’animo perché il cliente non è un’entità astratta, è una persona. Quindi questa osservazione l’ho poi trasformata in un valore.
Quando poi ho creato ZETA service 15 anni fa, ho proprio pensato di offrire quei servizi per l’estensione del personale ma mettendo sempre al centro dell’attenzione le persone e, ancora prima del cliente, ho messo la nostra persona. Credo che il segreto sia stato questo perché se tu metti nella condizione di stare bene le persone che lavorano con te, poi per loro automaticamente viene naturale farlo con il cliente. In questo è che poi vi è il successo, perché noi lo indaghiamo attraverso le indagini di soddisfazione e vediamo che i voti più alti sono rivolti alle nostre persone per competenza, disponibilità, gentilezza. È un circolo virtuoso: se stanno bene le persone, sta bene il cliente. Questo anche lavorando bene e portando qualità perché il cliente poi ci dice quanto è contento. Di conseguenza tu torni a casa soddisfatta e questo è il segreto, semplicemente.
EA: un’altra particolarità della vostra azienda è che per l’80% è formato da donne
Silvia Bolzoni: sì, è proprio così. Io da donna e mamma ho provato personalmente quanto sia difficile conciliare vita privata e professionale. Avendo all’interno l’80% donne per me è stato naturale pensare a servizi e benefit mirati per loro proprio pensando a come fare ad aiutare nella conciliazione e a stare bene. Una cosa che abbiamo messo a disposizione, e che alle volte fa sorridere ma poi alla fine invece è di grande aiuto, è avere un maggiordomo. C’è chi desidererebbe avere un maggiordomo in casa, bene, noi lo abbiamo in azienda. È una persona che è pagata dalla azienda e si occupa di tutte le nostre commissioni. Dal portare l’auto al lavaggio, al cambio gomme, dal meccanico per guasti, al ritiro di pacchi che arrivano da Amazon, che ormai qui abbiamo tante persone giovani che ordinano tutto online e anche la spesa viene recapitata in azienda. C’è anche il rapporto con la lavanderia che ritira e consegna in ufficio. Poi organizza per noi le visite mediche. Le visite sono anche mirate come il senologo. Vengono organizzate delle giornate dove viene messo a disposizione il medico come il cardiologo, l’oculista o il fisioterapista. È tutto tempo che si risparmia nella vita privata e riusciamo a garantire tutto. Comunque quello che più viene apprezzato, queste sono cose che aiutano sicuramente, è anche la libertà nell’organizzare il proprio lavoro. Dal momento che una persona ha le competenze di gestire in autonomia il proprio lavoro, noi diamo la possibilità di lavorare a casa, oltre allo smart working, anche per periodi lunghi in caso di problemi con bambini o genitori. C’è comunque un orario flessibile, quello che conta è il risultato. Come dicevo prima noi operiamo attraverso indagini di soddisfazione dei nostri clienti, quindi anche in questo abbiamo visto che viene molto apprezzato dalla nostra persona. Che si trova a casa o in azienda, la disponibilità verso il cliente c’è sempre.
EA: oltre che imprenditrice è anche autrice del libro dammi tre parole, nel quale raccontate alcune cose importanti della vostra esperienza. Uno degli argomenti è il progetto libellula, ce ne vuole parlare?
Silvia Bolzoni: si, allora questo libro lo abbiamo scritto noi. Io dico noi perché poi è stato anche un lavoro di team e mi hanno aiutato le persone che lavorano con me. Noi lo abbiamo scritto in occasione dei nostri primi 15 anni. Abbiamo fatto tante cose in questi 15 anni perché non riportarle tutte in un libro? Infatti, questo libro non è una storia di ZETA service scritta in ordine cronologico ma raccontiamo storie, attività, fatti, descritti anche attraverso le nostre emozioni e rimportando le nostre emozioni, i nostri valori. Per arrivare al progetto libellula, le voglio dire che nel nostro mestiere è indispensabile la formazione perché la normativa è cambiata tantissimo, quindi le nostre persone devono essere formate. Oltre a questo tipo di formazione noi mettiamo a disposizione ai nostri collaboratori formazione anche sui temi che sono soft. Parlo di formazione trasversale come l’ascolto, l’accettazione di sé o l’autostima. Tutto ciò è utile per crescere in queste competenze che sono poi utili alla persona ma anche, in questo caso, all’azienda. Per quanto riguarda il progetto libellula, cosa è successo? Noi alcuni corsi di formazione li abbiamo sostituiti, proposti in una modalità diversa, cioè attraverso progetti di responsabilità sociale e abbiamo organizzato diversi progetti, uno tra questi con la casa di accoglienza iannacci che è proprio qui vicino a noi. In ultimo recente il progetto libellula. Che cosa vuol dire? è il primo network di aziende unite contro la violenza sulle donne e la discriminazione di genere. Noi pensiamo che la maggior parte del nostro tempo presso l’azienda e cosa chiediamo alle aziende? Chiediamo di inserire nella loro formazione anche corsi che aiutano le persone sull’accettazione di sé, sull’autostima, sulla violenza di genere e questo progetto porta proprio ad aiutare chi non sappiamo. perché chiaramente abbiamo all’interno dell’azienda tante donne ma non sai se queste persone hanno o subiscono violenza, anche psicologica. Da un’indagine che noi proponiamo emerge una certa situazione, tipo i MUP. Dopo aver letto questa analisi si cerca di comprendere che tipo di formazione l’azienda deve portare all’interno per aiutare, appunto, a cercare di portare una cultura. infatti, lo slogan dice “entra la cultura, esce la violenza”. Lavoriamo in questo modo, ecco.
EA: quali sono i progetti futuri di ZETA service?
Silvia Bolzoni: ogni anno adottiamo un tema specifico di indirizzo. L’anno scorso era sulla bellezza, che poi richiamava il progetto libellula. Quest’anno è l’anno della felicità perché noi pensiamo di aver compreso come rendere felice un posto di lavoro e quindi inseriamo e proponiamo diversa formazione legata a questo tema ma anche attraverso delle attività. Quindi ogni anno andiamo insieme alle nostre persone a pensare cosa oltre il nostro lavoro, perché il nostro lavoro deve continuare, e per questo ci aiutano perché alla fine dico sempre “ragazzi questo nostro modo di fare ci aiuta tantissimo ad alzare la soddisfazione dei clienti”, quindi a fidelizzarlo. In questo modo si interessa a più servizi e così possiamo investire in ricerca e sviluppo, in formazione delle nostre persone e in progetti di responsabilità sociale, continuare a sostenerli. Allora io vi ho citato due progetti, uno con le case di accoglienza, uno con i network del progetto libellula contro la violenza sulle donne. Questi due progetti dovremmo sostenerli per diverso tempo, anni.