Islanda, la sorella della luna: un viaggio unico tra terra, cielo, acqua e fuoco
Prima parte: la penisola di Reykjanes e la capitale Reykjavik
Un viaggio in Islanda è l’alternativa terrestre per chi è alla ricerca di atmosfere lunari. I suoi paesaggi surreali risultano insoliti, soprattutto per la nostra consuetudine mediterranea. Una sinfonia di elementi naturali che la rendono molto più di un viaggio ma un’esperienza personale, un richiamo primordiale del creato. Una destinazione per gli amanti della natura e delle basse temperature, l’ideale per un’estate alternativa.
Il primo approccio alla diversità di questo paese si avverte appena si atterra: l’aria frizzante e l’escursione termica di venti gradi tra Roma-Keflavìk (capoluogo dello scalo aeroportuale e principale città sulla penisola di Reykjanes) è solo il primo assaggio. Quest’isola non è una meta per turisti inconsapevoli, sceglierla implica una buona informazione pre partenza, eppure la sensazione di stupore innanzi alle lande desolate che circondano l’aeroporto assale tutti, anche l’escursionista più devoto. Chiunque arrivi in Islanda per la prima volta si domanda cosa abbia motivato questo viaggio. Ma la prima impressione è spesso una sintesi imperfetta e l’entusiasmo cresce con la voglia di scoperta.
Un lungo percorso attende il suo inizio, in questa prima parte scopriremo qualche meta imperdibile nella parte sud ovest dell’isola, da raggiungere con un’auto a noleggio (meglio se 4×4), la scelta migliore per un viaggio itinerante: l’Islanda è “on the road”, lungo la Hringvegur, la strada principale ad anello che percorre il periplo del paese.
Partenza: la penisola di Reykjanes
Il punto di partenza per molti viaggiatori è la penisola di Reykjanes grazie alla sua vicinanza all’aeroporto. Un’area costellata di campi di rocce laviche e sprazzi di erba verde senza alberi, un’apparenza omogenea e ripetitiva ma che mimetizza la stupefacente storia geologica della Terra. Proprio in quest’area corre la frattura tra la placca continentale europea e quella nord americana. Vale una visita al ponticello di Leif, il “Lucky Bridge”, situato all’incontro ben visibile delle due placche. Anonimo all’aspetto, simbolico nella sua ragion d’essere: pochi metri di lunghezza uniscono il continente americano a quello europeo.
La strada principale e le secondarie lungo la penisola rincorrono un paesaggio apparentemente ripetitivo e malinconico ma che rivela inaspettatamente bellezze arcaiche. Manciate di geyser inquieti e sbuffi dal profondo della terra rianimano gli spazi, fenomeni naturali che creano un’atmosfera dantesca. Imperdibile l’area geotermale di Gunnuhver dove la terra ribolle inquieta ed esala un pregnante odore di zolfo. Un luogo surreale da osservare con attenzione: seguite solo i percorsi indicati e la passerella che conduce ad un punto panoramico del sito, vi sembrerà di giungere all’uscio di Mefisto.
Non mancano le piscine termali che sfruttano l’energia geotermica della zona per rilassarsi e ritemprarsi in un ozioso bagno caldo dalle proprietà benefiche. La Blue Lagoon, è il centro termale più noto di tutta l’Islanda e si trova a Raykjavik. Per trovare un po’di relax alternativo e meno inflazionato, l’alternativa al costume è una passeggiata lungo le coste della penisola disseminate da piccoli villaggi di pescatori dove il tempo sembra essersi fermato. Questi piccoli centri non sono votati al turismo e trovare un semplice caffè sembra un’impresa epica, il consiglio è quello di godere della loro semplicità e consolarvi con l’aria frizzante dell’oceano, ritempra più della caffeina. Vale una sosta Grindavik, piccolo villaggio di pescatori. I ristoranti sono centellinati ma ne vale la ricerca, il menù è a base di pesce freschissimo.
Reykjavik, la capitale
Reykjavik, geolocalizzata al 64° parallelo nord vanta il titolo di capitale di stato più a nord del mondo. Città ordinata e accogliente, vivace e moderna, a misura d’uomo e lontana dalla concezione tipica di grande capitale europea. Una realtà dalla vita tranquilla, perfettamente inserita in un’isola dove la natura fa da protagonista. Per ammirare le attrattive principali si inizia con una passeggiata nel quartiere vecchio della città per lasciare spazio all’ identità modernista nella parte nuova, fiore all’occhiello di Reykjavik. La Hallgrímskirkja, la chiesa principale in cemento armato, ripropone le forme di una colata lavica dallo spiccato estro nazionalista che omaggia la natura. L’Harpa, centro congressi e sala concerti è nota in tutto il mondo per la struttura leggera delineata da un elegante gioco di vetri concavi e convessi che proiettano lo spettatore in un luogo dalle parvenze aliene.
Anche a Reykjavik i viaggiatori più golosi vengono ripagati da lauti banchetti dove il pesce è il protagonista indiscusso dei menù. Non bisogna però dimenticare che il viaggio di scoperta include anche il classico vezzo da turista: la prova del piatto locale. Quella islandese è una bella sfida per il palato. Si tratta dell’Hakarl, rinomata portata di carne di squalo macerata per sei mesi sotto terra. A parte questa specialità che per gran parte dei forestieri si rivela una prova più dura del previsto, sorprendono zuppe gustose e pesce freschissimo che svelano una inaspettata cucina succulenta.
La prossima settimana scopriremo l’Islanda del nord ovest, del nord e la parte sud avventurandoci alle pendici del Vatnajökull, il ghiacciaio più grande d’Europa.
Photo credits: Elena Bittante