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CULTURA - page 135

La cultura italiana in tutte le sue forme dalla letteratura al cinema, dalla scultura al teatro

Seconda edizione del Premio “Norma Cossetto – 10

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Il premio “Norma Cossetto – 10 Febbraio”, fortemente voluto dal Comitato 10 Febbraio – associazione di promozione sociale che da oltre dieci anni si occupa delle celebrazioni della ricorrenza del Giorno del Ricordo e di divulgazione della storia dell’italianità nell’Adriatico orientale-, giunge alla seconda edizione. La prima ha visto la consegna del premio, lunedì 21 dicembre 2015 presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati, a Simone Cristicchi e Jan Bernas, a riconoscimento della meritoria opera divulgativa svolta attraverso lo spettacolo teatrale “Magazzino 18” che tratta proprio del dramma dell’esodo istriano, giuliano e dalmata. Sia l’artista romano che il ricercatore storico e giornalista sono intervenuti alla cerimonia.

Quest’anno la decisione unanime dell’Associazione è stata quella di insignire del premio l’avv. Lucio De Priamo, il quale ha svolto un’opera fondamentale nella divulgazione della storia del Confine orientale attraverso la diffusione di filmati censurati della settimana Incom del 1945, in cui vi sono le riprese dei recuperi di salme nelle foibe del Carso triestino. Si tratta di filmati che oggi gli italiani conoscono, ma senza i quali sarebbe mancato un tassello testimoniale fondamentale per il ricordo di queste pagine di storia patria.

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Scrivere un libro? Ti cambia la vita

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Ecco le storie di chi, attraverso la pubblicazione di un proprio libro, ha trovato inaspettate svolte nella propria vita personale e professionale.

Nel 2017 si sono contati oltre 30.000 titoli di libri prodotti in Self Publishing: oltre il 45% di tutti quelli pubblicati. Numeri importanti che hanno contributo a far crescere il settore del libro più del 5% rispetto all’anno precedente.

Ma se fino a ieri il libro autoprodotto su piattaforme come Amazon rappresentava poco più di un hobby, oggi aumentano sempre di più i professionisti e le aziende che si affacciano al mondo del Self Publishing e ne traggono sorprendenti vantaggi.

Giacomo Bruno, della Bruno Editore, è noto come il “papà degli ebook” per aver portato per primo gli ebook in Italia nel 2002 e oggi, con la sua casa editrice, ha pubblicato oltre 600 libri digitali. Negli ultimi 18 mesi, il 100% di libri pubblicati da Bruno (80 titoli) sono diventati bestseller n.1 su Amazon. Non semplici bestseller di categoria, ma n.1 assoluti di Amazon Italia.

“Il libro su Amazon” –  ha detto Bruno, che è un pioniere in questo campo, – “non è più un hobby, ma per molti una vera e propria professione. Proprio per questo organizziamo convegni e corsi per aiutare chi vuole scrivere un libro e pubblicarlo su Amazon a farlo nel modo migliore. I risultati per i partecipanti ai corsi sono stati sorprendenti: per molti hanno rappresentato dei veri e propri punti di svolta nella propria vita.”

Come è successo a Rubina Guacci, che lavorava in un call center ma aveva perso il lavoro quando era rimasta incinta. Per un paio d’anni si era dedicata interamente al “mestiere” di mamma. Una sera, poco dopo aver parlato con un’amica che s’interessava di automiglioramento personale, ha guardato un docufilm, “Il segreto”, ed è rimasta folgorata da una frase: “Perché non immagini oggi la vita che vorresti, come se la vivessi già?”.

Da quel momento, la curiosità e la voglia di rimettersi in gioco l’hanno aiutata a superare quel periodo difficile, complicato dalla morte del padre. È proprio allora che ha ricevuto una email con l’invito a partecipare al corso di Self Publishing della Bruno Editore, “Numero 1”. E visto che aveva già l’idea di scrivere un libro, ma non l’aveva mai presa seriamente in considerazione, non sapendo da dove cominciare, ha deciso di iscriversi al corso. Per lei sono stati tre giorni entusiasmanti, pieni di spunti per organizzare le idee. Ed è stato tanto efficace, e tante le cose che Rubina aveva da dire, che è riuscita a partorire il suo libro in sole 14 notti (di giorno si occupava sempre della bambina).

In pochi giorni il libro è diventato un best seller su Amazon: in sole 24 ore è stato scaricato 2.200 volte.

Grazie al libro la sua vita è cambiata: da mamma a tempo pieno, ha scoperto la vocazione all’automiglioramento e, sulla spinta del successo del suo libro, è diventata life-coach fino diventare direttrice didattica di una Accademia di Coaching. Ora sta preparando un secondo libro, sempre sul tema dell’automiglioramento.

 

La storia di Carlo Carmine è simile a quella di Rubina, anche se lui partiva da presupposti molto diversi.

Carlo, dottore commercialista specializzato in fiscalità internazionale, da vent’anni si occupava di trust. Laureato giovanissimo, a 25 anni aveva aperto uno studio. Nel 2009 fondava la sua“MPO Trustee Spa”, una delle uniche due Spa in Italia che fanno trust. Tutto perfetto, in apparenza. Il problema è che fino a quel momento agiva da imprenditore, ma aveva ancora una visione della propria identità come quella di un libero professionista. Finché non ha incontrato un socio che si occupava di ricorsi Equitalia e fisco in generale e ha cominciato a lavorarci per un’attività di ricorsi al fisco e difesa patrimoniale.

A quel punto la sua compagna lo invita a partecipare al corso della Bruno Editori. Non pensa a un libro, ma essendo un curioso, partecipa. E anche lui, come Rubina Guacci, viene folgorato: nel suo caso, la scintilla è la nuova consapevolezza di come questo possa diventare uno strumento moderno per il personal branding digitale. Scrive “Liberati da Equitalia”, approfondisce i temi di web marketing e, grazie all’enorme successo che ha il suo libro sul mercato, sente cambiata anche la sua identità professionale: inizia finalmente a “concepirsi” come vero e proprio imprenditore.

Grazie ai contatti ottenuti dalla diffusione del libro, mette in campo una rete di consulenti “difensori patrimoniali” che vendono il suo servizio in tutta Italia: nel giro di un anno i collaboratori della sua compagnia, da 13 che erano, diventano 31 e mette insieme una squadra di 60 consulenti e una rete di 100 avvocati domiciliatari. È così che da professionista si trasforma in un imprenditore vero e passa da un fatturato di 500mila euro nel 2017 all’impennata del 2018, che chiuderà il bilancio tra i 4 e i 5 milioni di euro. Tutto questo anche e soprattutto grazie al libro che ha rappresentato una scintilla, un primo passo che ha migliorato drasticamente la percezione di se stesso e dei clienti verso di lui e la sua azienda.

In poche parole, scrivere un libro ha potuto cambiare la vita sia a una mamma desiderosa di ritrovare una via di gratificazione personale, sia a un professionista che ha trovato nella Bruno Editore lo strumento ideale per un sorprendente miglioramento professionale.

2 giugno 2018, 72° anniversario della fondazione dela Repubblica Italiana

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Grande affluenza di pubblico per l’annuale parata del 2 Giugno, commemorativa del  72° annivversario  della fondazione della Repubblica che si è svolta come di consueto alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e delle più alte cariche dello stato,  il premier Giuseppe Conte il presidente della camera Roberto Fico e il presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati.

Una tribuna d’onore che ha ospitato i rappresentantoi del governo uscente ma ancora più attesi quelli del Governo insediatosi solo ieri pomeriggio dopo tre mesi di consultazioni.

La sfilata si è aperta con gli onori resi all’altare della Patria e con la rassegna dei reparti in attesa di sfilare da parte del Presidente Mattarella.

Per la parata ha sfilato una rappresentanza di reparti delle forze armate, di esercito, marina, aeronautica, carabinieri, guardia di finanza ma anche rappresentanti del servizio civile della croce rossa e della protezione civile.

In testa le bandiere dei reparti ormai sciolti che però hanno una grande importanza per tantissimi italiani che presso quei reparti hanno reso il loro servizio alla patria in tempo di guerra e in tempo di pace.

Dopo la rappresentanza delle associazioni d’arma e la compagnia di Assorarma che raggruppa i veterani, ufficiali in congedo di tutte le età in rappresentanza di chi ha prestato servizio in qualità di ufficiale nelle armi di Esercito, Marina, aeronautica e Carabinieri.

Hanno sfilato anche i campioni del gruppo Paraolimpico delle Forze Armate applaudito intensamente dal pubblico e dalle autorità in tribuna, questi campioni hanno raccolto successi in varie specialità in tante competizioni internazionali e riconoscimenti di valore sportivo di grande importanza.

Una attività quella del GSPFA che ha permesso a tanti militari di riprendere le sfide della vita dopo drammatici avvenimenti, un impegno che coinvolge sia  gli atleti militari che le loro famiglie in un unicum importante anche per la società.

Un ora e mezzo di impegno per i reparti e il pubblico per festeggiare la festa della repubblica che si spera resti un appuntamento in futuro visto che rappresenta quella festa di unità e patriottismo per tanti cittadini.

Photo Credits: Domenico Cippitelli

506 9961
Author: Domenico CIPPITELLI
Aperture: 6.3
Camera: NIKON D500
Iso: 900
Copyright: (c) D.CIPPITELLI
Orientation: 1
« di 205 »

Dogman, il canaro di Garrone più gentile della realtà

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Il premio per il miglior attore vinto al festival di Cannes e stato sicuramente meritato

La figura del “Canaro”,come era chiamato a Roma il protagonista della triste vicenda che si è svolta nella periferia romana negli anni 80, e sicuramente molto aderente alla realtà.

Molti dei testimoni dell’epoca sentiti di nuovo in questi giorni ricordano molto bene quell’uomo gentile e amorevole per i piccoli e grandi amici dell’uomo.

Lo conoscevano tutti nei quartieri vicino e lo stimavano, non conoscendo tutti i sui segreti che emersero solo dopo, lo spaccio e i piccoli furti.

Il film di Garrone ripercorre la genesi di quella vicenda trasponendola in una tempo più vicino al nostro e in un luogo irriconoscibile ma ben ambientato in quella che poteva essere la periferia di allora è purtroppo molte delle periferie di oggi.

Pur non avendo reso troppo crudo il racconto di una realtà che invece lo fu, il pugile fu torturato e seviziato per giorni prima di essere ucciso, il regista e riuscito a inquadrare una linea di confine tra il mondo di sopra è quello di sotto, una linea di affetti questa volta piuttosto che di corruzione.

Un film realizzato molto bene e interessante da vedere.

Puglia e Basilicata accolgono il progetto “Planet Aia 2018 – prevenzione e FairPlay “

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Giornate molto intense per i rappresentanti dell’associazione Plante Onlus in questi giorni in Puglia e Basilicata per promuovere il progetto “prevenzione e FairPlay” che prevede di promuovere la prevenzione cardiologica donando dei defibrillatore DAE alle scuole

L’associazione PLANET Onlus e stata costituita alla fine dell’anno 2003 su iniziativa di tre professionisti da sempre impegnati in attività culturali e sociali e che si sono posti come obiettivo primario quello di rivalutare le zone più disagiate con la diffusione dell’arte, della cultura e dello sport promuovendo nel contempo anche delle iniziative benefiche a favore di Enti e Associazioni seriamente impegnate a migliorare le condizioni di salute e di vita delle persone sofferenti.

PLANET Onlus è un’associazione formata da Volontari che non ha alcun fine o interesse politico e si occupa esclusivamente di coinvolgere una vastissima gamma di persone organizzando mostre, corsi, spettacoli, convegni, dibattiti, viaggi in modo da raggiungere le finalità previste dallo Statuto.

In Puglia a Bari sono stati donati ad alcune scuole di Altamura e di Bari i defibrillatori e consegnato ai tantissimi operatori scolastici ed agli Arbitri gli attestati per la formazione all’uso del fondamentale apparecchio sanitario.

Per questa attività l’associazione ringrazia in una nota il presidente del C.R.A. Puglia, Giacomo Sassanelli, ed al presidente della LND Puglia nonché presidente nazionale del Settore Giovanile e Scolastico, Vito Tisci, e tutti i dirigenti scolastici, studenti e docenti delle scuole che hanno contribuito all’organizzazione della manifestazione.

ed infine all’assessore allo sport del Comune di Bari, Pietro Petruzzelli!

Planet ha fatto tappa anche in Basilicata dove sono stati donati i defibrillatori e consegnato agli operatori scolastici gli attestati di formazione all’uso del DAE.

Molto interesse ha destato nella popolazione scolastica il messaggio sulla prevenzione cardiologica che Planet Onlus sta portando avanti in tutta Italia i cui dirigenti, con in testa la presidente Luisella Di Curzio ed il fondatore Francesco Figliomeni, che hanno risposto alle tante domande e curiosità di genitori e docenti.

La seconda parte del progetto, che invece riguarda il Fair Play ossia il rispetto per gli avversari e la figura arbitrale soprattutto nel mondo del calcio, ha coinvolto il C.R.A. (Comitato Regionale Arbitrale) della Basilicata rappresentato da Mario Loffredo, ha coinvolto studenti e genitori sulla necessità di attivarsi per evitare gli episodi di violenza e minacce che sempre più spesso si verificano sugli spalti e sui campi di calcio, specie quelli del settore giovanile e dilettantistico.

Teatro Lo Spazio, sono partita di sera

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“Sono partita di sera” è una storia “lieve, lieve” come l’anima della donna che la racconta.

Una storia su una Roma che non c’è più. Non c’è più come la voce della più grande artista romana di tutti i tempi: Gabriella Ferri. La donna sul palco si racconta ed ha una voce splendida e potente e le canzoni saranno sì quelle di Gabriella, ma non a caso si è scelto di NON richiamare l’attenzione con il nome della grande artista testaccina nel titolo. Il nome dell’Artista vuole essere onorato, non “usato”.

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Il Selfie prima del selfie, a 55 anni le cabine per fototessera cambiano vita

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Le cabine per fototessera, pezzi di storia del nostro Paese che dagli anni ’60 fotografano le facce degli italiani e sono ormai parte integrante della nostra geografia urbana, diventano punti di stampa universale. E danno il via a una vera e propria rivoluzione tecnologica calata nel quotidiano che coinvolgerà tutti.

Dedem Spa, l’azienda che produce ad Ariccia e gestisce le cabine per fototessera di tutta Italia scattando ogni anno oltre 10 milioni di foto, lancia ImpressMe. Una rivoluzionaria app che da questo mese renderà possibile stampare con un semplice click tutte le foto salvate su tablet e telefonini in qualsiasi cabina per fototessera: un modo per trattenere i nostri ricordi, materializzandoli ovunque ci troviamo.

«Oggi — spiega Riccardo Rizzi, Presidente del Gruppo Dedem— si fanno centinaia di fotografie in più rispetto alle canoniche 30 dei vecchi rullini, anche se la maggior parte, se non tutte, rimangono sul cellulare o sul tablet. Per questo abbiamo pensato che fosse un’esigenza e un piacere avere la possibilità di svilupparle in formato cartaceo, in modo semplicissimo. Da qui è nata ImpressMe». Un software del tutto innovativo che in qualche modo strizza l’occhio al passato e in un mondo sempre più digitale offre un tributo alla carta, una app che avrà un impatto forte sulle nostre abitudini quotidiane, un modo per tornare a rendere fisico l’immateriale delle centinaia di foto che scattiamo con gli smartphone.

Per festeggiare ImpressMe, Dedem Spa organizza – giovedì 17 maggio dalle ore 15 all’Ara Pacis di Roma– una giornata di studidedicata al “selfie prima del selfie”, un convegno dal titolo “La fototessera. L’automatismo fotografico prima del selfie”, un omaggio corale alla storia della cabina per fototessera, ma anche all’istinto ad autoritrarsi che, già un secolo prima del selfie-boom, aveva trovato, in quella scatola magica separata dal mondo esterno soltanto da una tendina, uno stimolo all’evasione e alla sperimentazione.

Un programma ricco di interventi di studiosi e specialistiche raccontano come sia iniziata e si sia poi evoluta la storia della cabina per fototessera, dai primi esempi di valorizzazione dell’automatismo fotografico ottocentesco fino al brevetto della photomaton. A dare testimonianza della fototessera come fenomeno estetico e di costume, e della cabina come spazio privato immerso nello spazio pubblico, la presenza del Maestro Franco Vaccari, l’artista che con la sua Esposizione in tempo reale, presentata nel ’72 alla biennale di Venezia, affascinò tutti con un’opera d’arte interattiva, in cui i protagonisti erano la cabina, le sue fototessere e il catalogo degli oltre 5000 volti chiamati a lasciare una traccia fotografica del loro passaggio.

Nel corso del pomeriggio, il Centro Romano di Fotografia e Cinemapresenta il progetto didatticosu selfie e fototessere: «Dedem  – spiega la direttrice Carla Magrelli– ha posizionato una delle sue cabine per fototessera all’interno del Centro Romano di Fotografia….gli studenti hanno creato immagini, selfie, realizzato vere e proprie opere d’arte, documentato il tutto con un video. Per due mesi il gioco è stato inarrestabile, dagli studenti ai professori, ai visitatori: nessuno ha potuto resistere al fascino del “selfie prima del selfie”».

L’attore e regista Paolo Ruffini, anche lui sedotto dal carisma della cabina, conclude il pomeriggio con un monologo su selfie e fototessere. «Ho sempre pensato che quella cabina fosse una sorta di scatola magica. E questo ultimo stratagemma è in effetti una magia vera e propria: sputare fuori i nostri ricordi per riconsegnarceli materializzati. Adesso di foto ne auto-scattiamo milioni ma quel flusso isterico di frammenti digitali che inondano le nostre gallerie sul telefono, senza un album che li conservi con un senso, senza una parete che li faccia rivivere ogni giorno… va a finire nel dimenticatoio. E invece eccolo che stampato, il flash di quel momento, ci tiene compagnia in tutt’altro modo!».

Sulla scia creativa del maestro Vaccari, quello stesso giorno dalle 19.30, presso Daforma Gallery, a Roma, in via dei Cappellari 38, iParasite 2.0presentano in anteprima la “cabina d’autore”. Questo giovane, pluripremiato collettivo di architetti, con alle spalle due Biennali di architettura e molte mostre all’estero, svela il progetto di trasfigurazione del tradizionale e ormai iconico photo booth in un oggetto totemico di culto dall’identità rinnovata, che non tradisce le sue forme originali ma le mantiene in una veste surreale e fortemente contemporanea. I Parasite 2.0 hanno ideato una sinuosa crisalide in metacrilato fumé in grado di ripensare geometria e presenza del macchinario, proiettandolo in un immaginario futuristico e al contempo ancestrale.Un primo passo verso una nuova generazione di “cabine d’autore”, che saranno destinate a musei e festival di musica e arte contemporanea, nonché diffuse in punti strategici delle principali città d’Italia.

 

 

C’era una volta il giocattolo

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A Roma chiude Il Birillo. Un negozio come di quelli di una volta, il negozio di giocattoli, come quelli con cui si giocava una volta, dove i ragazzi delle generazioni a cavallo di due millenni si sono alternati per comprare quei fantastici compagni di viaggio con cui hanno sognato, costruito castelli, inventato storie. I giocattoli. Chiude non perché oggi si giochi online, tutti connessi, ognuno a casa propria. Chiude perché il titolare ci ha lasciati, portando avanti fino all’ultimo soffio di vita la sua impresa di mantenere vivi i giocattoli.

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una lupa, due bimbi e un colle

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La capitale del mondo festeggia oggi i suoi primi 2.771 anni: Roma, così definita per la sua potenza e dimensione raggiunta durante il periodo dell’Impero Romano, la “Beatam urbem Romanam et invictam et aeternam” (città fortunata, invincibile ed eterna) di Tito Livio (Ab urbe condita, I sec.), meta da sempre ambita da tutto il mondo. Non a caso il detto “Tutte le strade portano a Roma”rispecchia sia la facilità sia il desiderio di raggiungerla almeno una volta nella propria vita. Diceva Giuseppe Garibaldi nel 1870: “Oh! Roma! Patria dell’anima! Tu sei veramente la sola! L’eterna! Al disopra d’ogni grandezza umana” (Clelia o Il governo dei preti).

Secondo il famoso racconto mitologico, Roma fu fondata da Romolo il 21 Aprile del 753 A.C., salvato da una lupa insieme al suo gemello Remo. Sviluppatasi strategicamente intorno al colle Palatino, si estese man mano agli altri colli Aventino, Campidoglio, Quirinale, Viminale, Esquilino e Celio e l’Isola Tiberina. Alberto Angela, nel suo libro “Una giornata nell’antica Roma” (2007), la descrive come “in perenne espansione, da generazioni. Ogni imperatore l’ha abbellita con nuove costruzioni e nuovi monumenti, cambiando gradualmente il volto della città. A volte, invece, il suo volto è cambiato radicalmente, anche a causa degli incendi, molto frequenti. Questa continua trasformazione di Roma proseguirà per secoli, con il risultato di farla diventare già nell’antichità un bellissimo “museo” all’aperto di arte e di architettura“.

Fu Augusto a dare un nuovo volto a Roma, rendendola una città monumentale: “Ho trovato una città di mattoni, ve la restituisco di marmo” (cit. Svetonio in “Vite dei Cesari”, II sec.). Imperdibile a Roma una passeggiata nel cuore della storia, ai Fori, inaugurati nel 46 a.C. con la piazza voluta da Cesare e terminata da Augusto. Apre proprio oggi la nuova stagione per visitare i Fori dedicati ai due imperatori, accompagnati dai racconti dei VIAGGI NELL’ANTICA ROMA cura di Piero Angela e Paco Lanciano. Un’esperienza unica dove le pietre raccontano la storia della più grande metropoli dell’antichità con una ricostruzione, non priva di effetti speciali, fedele dei luoghi e della vita di allora, quando si contavano più di un milione di abitanti. Una cifra enorme se si pensa che Roma tornerà ad avere quel numero a metà del XX secolo. Oggi, con oltre 2.800.000 abitanti, Roma si attesta come il comune più popoloso d’Italia e in Europa il quarto dopo Londra, Berlino e Madrid.

Tornando all’antichità, a proposito di Cesare, reputato da alcuni storici il primo vero imperatore romano, per secoli si è ritenuto che soffrisse di epilessia, considerata all’epoca il «morbo sacro». Tuttavia, il riesame delle sue condizioni di salute a partire dal lavoro scientifico del medico paleopatologo dott. Francesco Maria Galassi, di cui si legge nel libro Julius Caesar’s Disease (2015), sta aprendo una nuova breccia negli studi sui suoi ultimi anni di vita. Come afferma lo stesso Galassi:

“Per lungo tempo gli storici hanno creduto Cesare epilettico. Lo studio dettagliato delle fonti antiche con un approccio filologico-clinico ha invece ribaltato la credenza. Solo Plutarco, storico greco, ritiene l’epilessia tratto caratteristico della vita di Cesare, mentre la fonte latina, Svetonio, parla di una malattia cesariana solo sul finire della vita dello stesso. Un’ipotesi cerebrovascolare nella forma di mini-ictus è molto più realistica e compatibile sia con l’età del soggetto (56 anni alla morte, avanzata per l’epoca) con il background di patologia cardiovascolare nella famiglia di Cesare (il padre ed un progenitore morirono improvvisamente senza alcuna spiegazione e la descrizione delle loro morti è quella tipica di una morte cardiaca improvvisa). La mattina delle Idi di Marzo Cesare era molto debole, in seguito ad un episodio patologico occorso durante la notte. Le fonti poi parleranno di presagi divini a causare un turbamento in Cesare e una esitazione se recarsi alla seduta del Senato, ma una spiegazione patologica è molto più concreta. Ma se Cesare non era epilettico, perché il mito della sua epilessia ha avuto tanto successo? Cesare – o Ottaviano dopo di lui – molto probabilmente, non potendo negare la malattia del dittatore, scelsero di diffondere la spiegazione epilettica perché l’epilessia all’epoca non era solo considerata una punizione divina ma una condizione associata a personalità geniali e eroiche”.

Dalla paleopatologia ci arrivano informazioni utili alla comprensione delle malattie e, a proposito dell’alimentazione degli antichi romani e dell’impatto sulla loro salute, l’esperto Francesco M. Galassi, intervenuto nel recente congresso nazionale di medicina e pseudoscienza CNMP 2018 tenutosi a Roma ai primi di aprile, riferisce come le patologie cardiovascolari fossero presenti anche nell’antichità:

“La società dell’Antica Roma, come anche quella greca e quella egizia, rappresenta un eccellente modello di studio delle malattie nell’antichità. A differenza della nostra, esistevano profonde differenze fra le classi sociali a livello di alimentazione, sebbene grano, olive ed olio d’oliva fossero consumate da tutte le componenti della società e contribuissero ad apportare un numero maggiore di calorie dietetiche. Le classi agiate, chiaramente, avevano una dieta ipercalorica e, quindi, in certa misura, paragonabile a quella della popolazione occidentale contemporanea. Questi regimi dietetici sicuramente avevano un ruolo importante nella genesi di patologie multifattoriali croniche tipiche dell’età avanzata, quali le malattie cardiovascolari. Le opere di Galeno e di Areteo di Cappadocia, per esempio, documentano con grande dovizia di particolari patologie cardiache, quali ictus e infarto cardiaco, o l’obesità. Le classi più svantaggiate, invece, soffrivano spesso di carenze nutrizionali, le peggiori delle quali potevano manifestarsi nell’età dello sviluppo”.

La storia ci lascia testimonianze di vite, costumi e usanze ma anche insegnamenti tuttora preziosi. Il periodo dell’antica Roma era caratterizzato da battaglie cruenti, come quelle raffigurate sull’Arco di Costantino, accanto al Colosseo, realizzato per onorare la vittoria dell’Imperatore Costantino su Massenzio, nella battaglia del 312 d. C. di Ponte Milvio. Una lezione importante della storia è quella che ricorda il ricercatore Francesco M. Galassi rispetto all’attuale dibattito sulle vaccinazioni nel suo recente volume “Un Mondo senza Vaccini? La vera storia” (2017):

“I nostri avi, compresi gli antichi Romani, vissero in un mondo in cui patogeni responsabili di gravissime e mortifere malattie infettive erano liberi di agire indisturbati. Le terapie dell’epoca erano risibili. Spesso, paradossalmente, era molto maggiore il numero di decessi cagionato dalle infezioni susseguenti alle ferite riportate in battaglia di quello derivante dai fendenti dei nemici. Non esistevano soprattutto i vaccini, che costituiscono de facto una cesura tra due mondi, un vero e proprio Vallo di Adriano tra due epoche. Noi siamo in grado di prevenire, ossia di bloccare alla fonte, molte di queste malattie. Rifiutare la vaccinazione e tornare a quel mondo è semplicemente folle. Studiare la storia invece ci fa capire di quale vantaggi gode la nostra società a livello medico”.

Augurando lunga vita a Roma, l’auspicio per chiunque passi per questa città eterna è di provare ciò che descrive Johann Wolfgang Goethe in “Viaggio in Italia” (1813-17): “Comincio a gustare anche le antichità romane. Storia, iscrizioni, monete, tutte cose di cui non volevo sentir parlare, ora mi si accalcano intorno. Come già m’è avvenuto per la storia naturale, mi succede anche qui: perché in questo luogo si riallaccia l’intera storia del mondo, e io conto d’esser nato una seconda volta, d’essere davvero risorto, il giorno in cui ho messo piede in Roma“. Non soltanto un soggiorno di piacere ma anche una rinascita.

Cinzia Tocci

Roma,“Il mio mare”, dal 9 maggio la mostra personale di Roberto La Mantia

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L’esposizione, a cura di Miriam Castelnuovo, dell’artista laziale nato e cresciuto a Santa Marinella 44 anni fa verrà inaugurata mercoledì 9 maggio a Roma, presso La Città dell’Altra Economia, con il patrocinio della Regione Lazio e del I Municipio capitolino. Presentate circa 40 opere che ritraggono cernie, san pietro, dentici, murene, polpi e ricciole

“Sono un apneista, amo il mare in modo viscerale. Ma quello che amo è il mare sotto il pelo dell’acqua, un pianeta sconosciuto e inesplorato come un mondo extraterrestre dove non esiste gravità e si può volare senza ali”.

Sono le parole di Roberto La Mantia, artista nato e cresciuto a Santa Marinella sul litorale laziale 44 anni fa, a chiarire più di ogni altra cosa il luogo da dove trae ispirazione la sua arte che metterà in mostra, a cura di Miriam Castelnuovo, presidente dell’associazione “I Quattro Colori Primari”, presso i saloni della Città dell’Altra Economia dal 9 al 14 maggio 2018.

Circa 40 opere in cui le cernie, i san pietro, i dentici, le murene, i polpi e le ricciole passano da un ambiente all’altro senza soluzione di continuità. Le cornici, infatti, sono parte integrante dell’opera e sono realizzate anch’esse dall’artista utilizzando pezzi di vecchi legnami recuperati sulla spiaggia. La memoria si afferma allora come uno degli elementi di fondamentale supporto alla creatività dell’artista la cui urgenza egli rivela nel rimaneggiare materiali consumati dal tempo come testimoni emblematici di una ritrovata ricchezza, custodi indiscussi di altre storie del passato.

Le opere di Roberto La Mantia non si possono definire iperrealiste: se per alcuni si tratta di una tecnica pittorica comunemente considerata come l’esercizio di un virtuosismo stilistico, questo artista, appassionato di immersioni in apnea, ritrae con il pennello molto di più di quanto si potrebbe immaginare ascoltando un racconto oggettivo della realtà. Il suo lavoro è frutto di una passione coltivata fin da bambino come l’amore per il mare: al pari di un liquido sacro o di una fonte battesimale alternativa, al Mare Mediterraneo va il merito per aver sancito la fusione inscindibile tra l’animo sensibile e il forte spirito dell’artista e che trova conferma nell’approccio naturale con cui Roberto vive la propria quotidianità.

“Il mio battesimo col mare? È come se fossi passato dal liquido amniotico del feto all’acqua salata del mare sotto casa – afferma ancora La Mantia –. Prima di ogni tuffo mi rilasso praticando il training autogeno. Inizio la ventilazione con la respirazione pranayama, compio 3-4 atti respiratori profondi e poi la capovolta. Giù verso il blu”.

La Mantia ama sperimentare le diverse tecniche, dal più articolato acquerello su cemento su tela a quello su carta oltre che realizzare numerosi acrilici su tela: in ciascun caso ciò che sorprende è la verosimiglianza della specie ritratta a confronto con quella reale, il cui aspetto e i movimenti egli immortala al pari di un fotoreporter. L’artista perfeziona il suo stile attraverso l’esperienza acquisita durante le immersioni il cui ricordo, anche quando imperfetto e rarefatto, incarna tuttavia la fugacità di quell’esatto momento donando valore aggiunto all’opera.

La mostra “Roberto La Mantia – Il mio mare” è stata allestita con la consulenza scenografica di Morena Nastasi con il patrocinio della Regione Lazio e del I Municipio del Comune di Roma. Sono partners dell’iniziativa CAE La Città dell’Altra Economia, Vivere Impresa No Profit e l’Associazione Ambientalista Marevivo.

Redazione
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