Redwood la band cantautorale – Canzoni quasi d’amore
Roma – Cross Roads – 17.01.2020
Live report, pregalleria e galleria fotografica di Claudio Enea
Con questo articolo, apriamo un altro filone nella rubrica Cultura-Musica di EA, ovvero quello dedicato alle cover band.
Daremo spazio alle band appartenenti all’area romana ma non solo, abbiamo infatti già visto il grande successo della PFL (Pink Floyd Legend) anche a livello nazionale ed internazionale e che abbiamo tra l’altro già recensito lo scorso anno.
Esiste infatti, fortunatamente aggiungiamo, una bella realtà viva ed in continuo fermento, la quale sempre più spesso oltre a proporsi come “cover” di grandi gruppi, ha un suo personale ed inedito repertorio da presentare ed è il caso del gruppo di cui vi parleremo in questo articolo.
Ma partiamo prima dalla location, il “Cross Roads”, che è una delle realtà più attive tra i live club presenti sulla piazza di Roma, ottima cucina, ottima birra, ma soprattutto ottima musica, magistralmente scelta e voluta dalla direzione artistica condotta da Massimo e Valerio Aversano. Da questo locale sono passati, negli anni, tantissimi artisti di livello mondiale come ad esempio Steve Lukather, Napoli Centrale, BMS, Frank Gambale, Earth Wind & Fire, Mike Stern per citarne solo alcuni ma anche tante cover band di assoluto prestigio come ad esempio gli Astra, gli Abbacadabra, i dYesis e tanti altri, a fattor comune, la volontà della direzione di proporre al proprio pubblico, sempre e comunque musica di altissimo livello.
I protagonisti di turno che questa volta sono i “Redwood la band cantautorale” con il loro spettacolo “Canzoni quasi d’amore”, non è la prima volta che li ascolto dal vivo e devo dire che presa di coscienza e maturità si rafforzano di volta in volta, d’altra parte stiamo parlando di validissimi elementi, con anni di gavetta ed un background di tutto rispetto.
Nascono come cover band di “Fabrizio De André” con particolare attenzione per gli arrangiamenti, soprattutto quelli relativi al periodo di collaborazione con la PFM, per poi proporsi con brani di Guccini ed infine anche con i propri inediti, che poi inediti non sono, perchè da questi nasce il loro primo album “Valgelli live“.
Abbiamo avuto modo di chiedere al gruppo di spiegarci le origini, dal nome alla scelta del genere musicale, ed ecco cosa ci hanno risposto:
EA: Da dove proviene il nome del gruppo ed in quale genere musicale sentite di collocarvi?
RW: REDWOOD è il nostro progetto musicale, il profilo prettamente artistico di Luis (Luis Almasi fondatore del gruppo), ed anche il suo alter ego, questo perché “REDWOOD la band cantautorale” non è solo il nome di una band ma un concetto, REDWOOD vuol dire sequoia e ci piace da sempre il senso, il significato di unire l’idea di un albero al colore rosso: il colore del cuore, della passione e della libertà.
Le sequoie sono alberi estremamente longevi, con profonde radici (la nostra terra) e alti fusti protesi al cielo (i nostri sogni), nelle nostre composizioni emerge lo stesso profondo amore per la musica d’Autore, le nostre canzoni sono la sintesi di una continua ricerca volta a ripercorrere e rinnovare con estremo rispetto la grande tradizione cantautorale italiana che Ë una delle vene più˘ preziose nella miniera delle Arti di questo mondo.
EA: …. ed il titolo del vostro album?
RW: “Valgelli” è un concept album ambientato tra le montagne della Valtellina, non a caso le origini di Luis, con i vigneti ed in particolare i torrenti, appunto i “valgelli”, nei pressi di un paese su cui all’improvviso piombò una frana. Era il 22 Maggio 1983….
Insomma, un album tutto da ascoltare come è da ascoltare la loro interpretazione delle muse ispiratrici, Faber e Guccini, una gran bella realtà che consigliamo, a chi ne avrà occasione, di andare quanto prima a sentire dal vivo.
La band:
Luis Almasi – voce e chitarra
Gianni Campanella – batteria
Gabriele Centofanti – basso
Marco De Santis – pianoforte, tastiere
Andrea Moriconi – chitarre, mandolino
Carmine Soprano – violino
(Pregalleria)