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Grazia Menna - page 11

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Auditorium Parco della Musica – God’s Spell: Ty Morris & H.O.W.

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Auditorium Parco della Musica – God’s Spell: Ty Morris & H.O.W.

Quando il gospel si fonde con Urban, Hip-Hop, R&B, Retro-Funk, Jazz e sfumature di Neo-Soul

Roma 29 Dicembre 2023

Articolo e Foto di Grazia Menna

E’ la sera nella quale, in Sala Sinopoli, si esibisce Ty Morris ed il suo gruppo conosciuto come “The Show” o  anche “The Hit Squad“.

E’ passato oltre un decennio e si può affermare che il sogno di Ty Morris, ossia dedicarsi completamente alla sua passione per la musica costruendo qualche cosa di tangibile nel panorama musicale del gospel, si sarebbe fatto realtà dando vita allo show che l’arrangiatore, cantautore e ministro del Vangelo va divulgando in giro per il mondo, con la sua partecipazione agli innumerevoli  festival musicali, conferenze ed eventi.

Il concerto parte subito fortissimo , con brani hip&pop e Rap, Ty Morris non concede al pubblico di distrarsi neanche per un istante, tenendolo sempre connesso con lui, attraverso una performance elettrizzante e coinvolgente, disinibita e vivificante. Con i loro brani, utilizzano un approccio non convenzionale per indirizzare gli spettatori verso una nuova forma di preghiera.

Il pubblico in sala è stato non solo spettatore, bensì anche attore della performance dell’ensamble di Ty Morris.

Il gruppo si è esibito in quasi tutto il mondo, a citare solo alcuni luoghi:  Austin City Limits, Varsavia, Polonia, Germania, Caraibi (St. Thomas, Barbados, St. Lucia, St. Maarten), America Centrale (Nicaragua) , Live Nation, House of Blues, Telluride Blues and Brews, Stubbs, Blues from the Top, Night Vision Music Festival, L.A. County Fair, Colorado State Fair, Aspen Jazz Festival, Vail Jazz Festival, Heavenfest.

Si sono esibito assieme ad artisti di spicco del settore Kendrick Lamar, Drake, A$AP Rocky, Foo Fighters, Red Hot Chilli Peppers, Stevie Wonder, Billy Idol, Kanye West, Alabama Shakes, Katy Perry e  moltissimi altri ancora.

Ty Morris & How hanno pubblicato il singolo #SHOUT (2016), l’album WeDeclare (2013) e The Chronicles of Praise and Worship (2009), che ha ottenuto loro la distribuzione nazionale attraverso Integrity. nel 2020 hanno pubblicato il singolo: Good Summer e nel 2023 il singolo: Just Can’t Keep It to Myself 

Come dichiara lui stesso sulla sua pagine web : “Every word of God is pure; he is a shield to those who put their trust in Him. “. Di questo ha fatto il suo mantra ed è questo messaggio che è stato trasmesso al pubblico in sala, ancora una volta foltissimo, Segno che questo Festival Gospel di Roma ha centrato l’obiettivo ancora una volta.

La loro musica è presente sulle piattaforme web più conosciute.

Per chi volesse approfondire: https://www.tymorrishow.com/

Si ringrazia l’Ufficio Stampa della   GDG Press , nella persone di Alessandro Gambino e Ilenia Visalli che hanno reso possibile il racconto fotografico.

Auditorium Parco della Musica – God’s Spell: Earl Bynum The Mount Unity Choir

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Auditorium Parco della Musica – God’s Spell: Earl Bynum The Mount Unity Choir

Earl Bynum realizza in Sala Sinopoli il suo proponimento: “I want to push others to live their dreams.”

Roma 27 Dicembre 2023

Articolo e Foto di Grazia Menna

Questo è il primo dei due attesi concerti che Earl Bynum e The Mount Unity Chior tiene in Sala Sinopoli, nell’ambito del “Roma Gospel Festival“; il pubblico presente nella gremitissima sala, conosce già sia Earl Bynum sia il coro, tant’è che fremente con ripetuti applausi prima dell’orario di inizio, chiama sul palco la formazione ed il suo leader.

Earl Bynum si presenta all’appuntamento in Sala Sinopoli con una formazione composta di 5 elementi,  selezionati dalla corale The Mount Unity Choir, che è parte integrante della Mount Lebanon Baptist Church, corale con oltre cento elementi con sede nel Norfolk chiamata “The Mount”. sul palco:

Earl Matthew Bynum Jr. (direzione, voce tenore solista), Tiffany Elliott e Alianna Smith  (voci soprano), Cynthia Beckwith e Aisha Renee McCollum (voci contralto), Stephon Rodgers  (voce tenore), Cedric Rouson (tastiere), Charity Zion Salom (basso),  Simon Richardson (batteria).

Earl Bynum grazie alle sue capacità di compositore, alla sua creatività nell’arrangiamento vocale ed abilità artistica nella musica gospel, è diventato velocemente uno dei leader più riconosciuti nella musica; la sua bravura negli anni è stata riconosciuta a livello nazionale e internazionale. Figura chiave nella panorama musicale della Virginia, suo stato d’origine, ha diretto il Virginia Mass Choir, è stato primo vicepresidente della Virginia Gospel Radio Announcers Guild.

Bynum è anche conosciuto come “Mr. Internazionale”, per le sue numerose  tournée che lo hanno visto protagonista in Danimarca, Italia, Spagna, Svizzera e Giappone.

Il suo duro lavoro e la sua integrità nella musica nel corso degli anni gli hanno fruttato un impressionante elenco di premi e riconoscimenti. .

Tra i tanti  premi ricevuti dal Mount Unity Choir , si cita: l’importante riconoscimento come Miglior Coro Church ai “Neighbourhood Awards” nel 2013 ed a gennaio 2014 ha vinto gli “Stellar Awards” come Miglior Coro Gospel Contemporaneo. Nel 2010, Bynum e il suo progetto OPEN MY HEART sono stati nominati per due Stellar Gospel Music Awards come cantante maschile contemporaneo dell’anno e Coro contemporaneo dell’anno

Tra i brani ascoltati dal pubblico che ha gremito la Sala Sinopoli,  eseguita dalla voce solista di Bynum: “Bless The Name Of The Lord” , che negli anni è diventato un successo radiofonico e dal 2013  cori e gruppi di culto in tutto il paese hanno reso il loro “Inno di culto dell’anno”.

Nell”esecuzione dei brani proposti, si percepisce un’autentica testimonianza di condivisione, di preghiera partecipata,  quelli che possono essere considerati i canoni di esecuzione del Gospel originario; troviamo un mix perfetto di arrangiamenti gospel tradizionali, contemporanei, vicini al jazz, dosati ed espressi con cura, maestria ed energia. I brani scelti hanno deliziato i più, coloro che ben a fondo conoscono il lavoro di Bynum, ma non tutti gli spettatori presenti; Bynum ha comunque deliziato , alla fine del concerto, tutto il pubblico  con la sua personale esecuzione di “We are the World”  cantata assieme agli spettatori e con gli immancabili cellulari a far da lucciole in sala; come brano di chiusura e come gli spettatori si aspettavano da un coro Gospel, l’immancabile “O Happy Day”.

Per chi volesse approfondire: www.themountunitychoir.com

Si ringrazia l’Ufficio Stampa della   GDG Press , nella persone di Alessandro Gambino e Ilenia Visalli che hanno reso possibile il racconto fotografico.

Auditorium Parco della Musica – God’s Spell: Harlem Gospel Choir

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Auditorium Parco della Musica – God’s Spell : Harlem Gospel Choir

9 solisti strepitosi, un’unica voce per l’Alleluja e gli auguri natalizi

Roma 25 Dicembre 2023

Articolo e Foto di Grazia Menna

E tra i regali di Natale l’Auditorium Parco della Musica di Roma dona agli spettatori che, oggi 25 dicembre 2023, hanno riempito la Sala Sinopoli, il magnifico concerto degli Harlem Gospel Choir il più famoso e longevo coro gospel d’America.

Data 1986 quando il suo fondatore, purtroppo scomparso nel 2018, Allen Bailey crea il coro dopo aver assistito ad una celebrazione in onore di Dr. Martin Luther King Jr. ad Harlem; sceglie le più belle voci di Harlem e New York City, provenienti dalle numerose Black Church attive nella città.

Facendo un po’ di storia del Gospel, non possiamo dimenticare che questo genere musicale si lega alla storia della tratta degli schiavi afro-americani; parliamo del 1700 circa, quando gli schiavi africani portarono la loro unica eredità musicale africana in America e la combinarono con la loro nuova fede: il cristianesimo. Si indica questo prima forma musicale con il termine di Spirituals (volto in prevalenza all’esaltazione di una prospettiva di liberazione del popolo nero); le prime monodie religiose raccontano quindi dell’approccio dei neri al Cristianesimo, ancora in forma clandestina, perché proibite dai loro pa­droni. I loro canti erano una rielaborazione in chiave cristiana della musica rituale africana. Lo schema interpretati­vo, che ancora oggi rileviamo nel gospel che ascoltiamo, è strutturato con un leader che pronuncia ad alta voce una frase, (allora generalmente tratta dalle Sacre Scritture) mentre il coro la ripete subito dopo, riprodu­cendo la stessa intonazione e le medesime inflessioni della voce guida.

Ma la svolta arriva negli anni Trenta grazie a Tom A. Dorsey che con Il suo sforzo, pienamente riuscito, ha modernizzato gli antichi moduli espressivi degli Spirituals creando il nuovo genere il GOSPEL, fondendo il sacro (spirituals e inni) ed il profano (blues e jazz).

Da questo momento in poi il Gospel si espande a macchia d’olio prima in America e quindi nel resto del mondo, non si dimentichino interpreti del calibro di Mahalia Jackson, Clara Ward, James Cleveland, Aretha Franklin, Della Reese, Lou Rawls  e Ray Charles, solo per citarne alcuni.

Tornando all’Harlem Gospel Choir il repertorio che hanno proposto al pubblico romano, in visibilio per la performance, è incentrato sul gospel contemporaneo, dove si ritrovano elementi musicale del jazz e del blues; le collaborazioni e le esibizioni dell’Ensamble americana annota eventi con Bono, Diana Ross, The Gorillaz, Andre Rieu, Damon Albarn, Pharrell Williams JamieXX, Raury, KBS Korea Traditional Music Orchestra e Lang Lang, Lou Gramm of Foreigner, Dee Snider of Twisted Sister, Sia, Yolanda Adams, The 1975, Ibeyi, Nile Rodgers, Kathy Sledge e al Grammy Award Show 2018 con Sam Smith.

Si sono esibiti per tre presidenti (il presidente Obama, il presidente Carter e il presidente Nelson Mandela), due papi (papa Giovanni Paolo II e papa Benedetto XVI), Ban Ki-Moon e l’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Hanno registrato con Keith Richards, The Chieftains e Trace Adkins, tra gli altri.

Gli Harlem Gospel Choir si sono esibiti nella formazione composta da 9 vocalist e la band a supporto; il gruppo ha omaggiato Whitney Houston interpretando il suo brano “I Will Always Love You”

Come si può leggere dal loro sito (https://www.harlemgospelchoir.com/charitable-involvement/) :

“il gruppo ha collaborato con Feed The Children , si è esibito in una serie di eventi di beneficenza, tra cui: Coat Drive del 2008 della ABC TV (il coro ha contribuito a raccogliere oltre 50.000 cappotti per i senzatetto) ; La banca alimentare del New Jersey; le Voci dell’11 settembre che fornisce aiuto e sostegno alle famiglie delle vittime dell’11 settembre; e i campi Hole in the Wall Gang di Paul Newman che offrono meravigliose esperienze all’aria aperta ai bambini malati di cancro terminale. L’Harlem Gospel Choir si è esibito al Tabernacle on Martha’s Vineyard per raccogliere fondi per le famiglie di entrambi i Ft. Soldati Bragg che combattono in Iraq e Afghanistan e per la NAACP. Si è anche esibito con Ashford & Simpson al BB King Blues Club per raccogliere fondi per l’associazione di beneficenza ebraica Save A Heart che fornisce interventi chirurgici al cuore a prezzi accessibili per i bambini gravemente malati in Israele.

Il coro crede che i bambini siano il nostro futuro e unisce le forze con enti di beneficenza locali per bambini quando possibile, sia a casa che in tournée. Attualmente il coro è orgoglioso di collaborare con Operation Smile, un ente di beneficenza che fornisce operazioni correttive gratuite ai bambini nati con difetti schisi. Il coro dona tutti i proventi della vendita dei suoi esclusivi braccialetti in silicone arancione a Operation Smile, nonché i profitti derivanti dalla vendita dei suoi CD ai concerti in tutto il mondo.”

Qualcuno ha detto che ogni concerto del gruppo è come un giro sulle montagne russe tra canti e balli; qui in Sala Sinopoli, le vertigini da montagne russe sono state vissute da tutto il pubblico in sala, cantando, applaudendo a ritmo ed emozionandosi per i brani eseguiti.  I cellulari in sala non sono serviti solo ad illuminare e rendere magica l’atmosfera di questo Natale 2023, ma anche a registrare e portare con se, ognuno nel proprio device, un momento di magia, solidarietà e appartenenza ad una comunità.

Tra i brani natalizi di cui gli Harlem Gospel Choir ha omaggiato il pubblico che ha gremito la sala, non poteva mancare Oh Happy Day , che è  assurta a brano rappresentativo del Natale senza la quale , non sarebbe NATALE!

 

Si ringrazia l’Ufficio Stampa della   GDG Press , nella persone di Alessandro Gambino e Ilenia Visalli che hanno reso possibile il racconto fotografico.

 

Auditorium Parco della Musica – God’s Spell con i Florida Inspirational Singers

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Auditorium Parco della Musica – God’s Spell con i Florida Inspirational Singers

Energia pura dell’Ensamble americano che traporta il pubblico fin sul palco a ballare con loro

Roma 24 Dicembre 2023

Articolo e Foto di Grazia Menna

Il secondo appuntamento del  “Roma Gospel Festival,vede protagonisti i Florida Inspirational Singer, l’ensamble proveniente dalla Florida Centrale , costituito unicamente dai migliori solisti gospel della loro area geografica.

Nathan Mitchell,  “grammy nominated” , tenore , pianista con una discografia pluripremiata per il  genere gospel, sould, jazz e inspirational , insime al tenore Pastor John Polk, sono i direttori del gruppo; sia Nathan Mitchell quanto  Pastor John Polk, sono conosciutissimi dal pubblico italiano avezzo a questo tipo di sound, ed entrambi vantano un solido background  sia a livello di performance live sia come elementi attivi e partecipativi  nella vita religiosa della loro comunità americana; ricordiamo che il gruppo ha partecipato nel 2022 ad una puntata di “Domenica In”, in occasione delle festività natalizie.

Il concerto ha proposto coreografie fotografiche, virtuosismi vocali e strumentali e tanto coinvolgimento con il pubblico, che non solo  ha ballato in sala al ritmo della musicalità del gruppo, ma alcuni fortunati si sono potuti esibire sul palco con loro;  anche per i Florida Inspirational Singers  i cellulari si sono accesi, a mo’ di moderne candele, ad accompagnare e rendere magica l’atmosfera in sala.

Un omaggio dell’ensamble è stato reso a Tina Turner, che ricordiamo ha praticato il gospel come tanti suoi altri colleghi, interpretando il pezzo: “Simply the Best” alla loro maniera. Ed un omaggio è stato reso all’Italia cantando un duetto in italiano.

In chiusura acclamati da tutto il pubblico, i Florida Inspirational Singer hanno regalato il bis con il brano simbolo stesso del gospel in tutto il mondo, ‘Oh happy day’.

Si ringrazia l’Ufficio Stampa della   GDG Press , nella persone di Alessandro Gambino e Ilenia Visalli che hanno reso possibile il racconto fotografico.

Auditorium Parco della Musica – God’s Spell: Eric Waddell & The Abundant Life Singers

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Auditorium Parco della Musica – God’s Spell:  Eric Waddell & The Abundant Life Singers

“God’s Spell” parlare di Dio: nella Sala Sinopoli atmosfera magica con la performance di Eric Waddell ed il suo coro

Roma 22 Dicembre 2023

Articolo e Foto di Grazia Menna

Con questo articolo e con le immagini in esso contenute, si inizia il racconto del “Roma Gospel Festival” , racconto che proseguirà per tutti gli eventi in calendario, che si è inaugurato il 21 dicembre 2023, presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma.

Ad aprire la rassegna l’onere e l’onore spetta ad Eric Waddell & The Abundant Life Singers, tra i gruppi di spicco nel panorama gospel di Baltimora.

Il coro, nato nel 2013 ha raggruppato via via un numero sempre crescente di vocalist di alto spessore: a Roma il coro si è presentato con circa centocinquanta coristi e una band d’eccezione. Con la direzione magistrale di Eric Waddell, front-man  e leader del gruppo, ha raggiunto un livello di perfezione vocale che,  a chi conosce a fondo la musica gospel ed i suoi maggiori interpreti, ricorda le formazioni di Hezekiah Walker e Ricky Dillard.

La prima volta del gruppo in Italia risale al dicembre 2017,  riscuotendo uno straordinario successo di pubblico e critica. In Italia si sono esibiti, solo per citare alcuni concerti, a L’Aquila, con i Solisti Aquilani, in un  Concerto di Capodanno in Piazza a Firenze, il concerto del Primo dell’Anno nella Piazza del Campo a Siena. Le esibizioni del gruppo annoverano loghi  prestigiosi  quali il Petruzzelli  a Bari, la Tuscany Hall di Firenze, la Basilica di San Lorenzo a Napoli, il Teatro Bellini di Catania, la Chiesa Del Collegio di Trapani, l’Arcimboldi di Milano, il Teatro Ristori di Verona e moltissimi altri ancora.

Eric Waddell ed il suo gruppo, si è trovato a esibirsi con leggende della musica quali Pastor Timothy Wright e Albertina Walker;, le stelle del gospel BeBe & CeCe Winans, Pastor Marvin Sapp, Vashawn Mitchell, Vanessa Bell Armstrong, Pastore Charles Jenkins, Dorothy Norwood, Keith Pringle senza dimenticare la figura leggendaria di Dottie Peoples.

Tra  le incisioni discografiche più importanti realizzate dal gruppo, si menziona: “Put a Praise On It ” (realizzato nel Settembre 2012 ),  “Hour of Power” (in marzo, 2013) , “Release”  in collaborazione con Overseer Kervy Brown and Isaiah D. Thomas (a Maggio 2013), “The Church Sound” (nel  Marzo  2017 ). Il loro ultimo lavoro, presente anche sulle piattaforme web è “The Journey” del 2022.

La produzione artistica del gruppo creata da Eric Waddell è costellata anche di premi, per citarne alcuni nel  2014 ha ricevuto il “Rhythm of Gospel Awards” quale  miglior CD Tradizionale dell’anno e l’Year & Best Performances by Choir/Director.

L’importanza e la bravura di questa formazione gospel si evince anche dagli eventi significative ai quali è stata invitata, tra cui  : “BET’s Bobby Jones Gospel” ad agosto del 2014, “Gospel Heritage Month” presso il Kennedy Center sempre ad agosto 2014,  all’Inaugurazione del nuovo mandato presidenziale americano nel gennaio 2017. ricordiamo che il gruppo era nato solo nel 2013!

Eric Waddell  uno fra i più eccellenti Ministri di Musica, direttore di coro , docente e compositore che ha studiato presso il Conservatorio Peabody come salmista; egli ha proposto al pubblico romano che ha affollato la Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica, molti dei brani in repertorio di sua composizione, abbinando un sound dalle sonorità del gospel tradizionale con le nuove tendenze del Contemporary gospel.

GOD’s Spell : “parlare di Dio”, o meglio in questo caso “parlare con Dio”, e gli spettatori romani accorsi a riempire la Sala Sinopoli hanno partecipato, trasportati dal l’esortazione “Clap your hands” di Eric Waddell che non ha mai smesso di coinvolgere un pubblico inizialmente intimidito, invitandolo ad unirsi nel canto.  Tra i brani eseguiti i celebri “We we wish you a merry Christmas” e “Silent Night“, accompagnati dall’ondeggiare delle torce dei cellulari, che hanno fatto magicamente vivere ai presenti una dolce atmosfera natalizia. Il concerto è finito con il brano “Oh happy day” e la standing ovation di tutta la sala per Eric Waddell & The Abundant Life Singers.

 

Si ringrazia l’Ufficio Stampa della   GDG Press , nella persone di Alessandro Gambino e Ilenia Visalli che hanno reso possibile il racconto fotografico.

 

Teatrosophia – “Io ed Emma”

in CULTURA/TEATRO by

“Teatrosophia – “Io ed Emma”

Valentina Cognatti scrive e dirige la pièce teatrale coinvolgendoci nel suo dramma sul femminicidio

Roma, 16 dicembre 2023

Articolo di Leonardo De Luca

Foto Ufficio Stampa Teatrosophia

Lo spettacolo tratta il tema del femminicidio dall’incontro dopo diversi anni di una madre, Emma, con sua figlia, interpretate rispettivamente da Loredana Piedimonte e Martina Grandin.

La casa dove vivevano era spesso luogo di casi di violenze domestiche da parte del padre nei confronti di sua moglie Emma. La figlia ha iniziato a lavorare da non molto e ha trovato stabilità lontano da casa con un uomo con cui sta per avere un bambino. Lei adesso si trova a dover diventare madre ma non si crede preparata e soprattutto teme di diventare come la sua di madre e con essa di ereditare la sua debolezza, le sue assenze e le bugie, tutte dovute alla volontà di nascondere la situazione di violenza da parte di suo marito.

Il suo tormento arriva a tal punto da mettere in discussione lo stesso procedere della gravidanza e la sua insicurezza la spinge a invitare sua madre a stare da lei, per darle la notizia e parlarle per aiutarla nella sua scelta. Da subito si percepisce la distanza che le ha tenute separate per anni, la difficoltà con cui si rivolgono l’una all’altra è palpabile. La loro fase di avvicinamento, che compiono quasi inconsapevolmente, è costellata da diversi racconti di ricordi ancora vividi nella loro memoria (dove la figlia da adolescente e da bambina è interpretata da Viola Sura e Nicole Caleffi), episodi felici come episodi sofferti. Questi riescono a scalfire le barriere della loro incomunicabilità specialmente mostrando Emma come madre amorevole ma vittima di una violenza brutale che purtroppo si è riversata su sua figlia sotto forma di un doloroso distacco tra le due. Allora, si rendono conto di essersi aperte a vicenda tramite i loro ricordi, che smussano da ogni genere di vittimismo e propensione a rimproverarsi sempre qualcosa, e sugellano il loro ricongiungimento con un solenne abbraccio. Il padre non viene mai rappresentato, è una figura esterna ma quasi raggelante per quanto però sia presente e così determinante nelle loro vite soprattutto in quella di Emma che ancora ci convive. Questo particolare fa si che siamo quasi intimoriti dalla sua figura, così violenta e capace delle più dissolute umiliazioni. È una storia che descrive una crudeltà che si consuma silenziosamente tra le mura domestiche nella piena complicità della sua triste normalizzazione. Mette in luce sapientemente la tematica del femminicidio a livello della quotidianità di una famiglia come tante altre, costruendosi in maniera tale da riuscire davvero a toccare nell’intimo, a partire proprio da queste relazioni familiari. Non vuole impartire una semplice lezione contro il femminicidio e la violenza domestica ma lascia che i loro sguardi e le loro urla, tanto traboccanti di ira quanto di disperazione, dei loro ricordi possano meglio di ogni altra cosa denunciare la profonda ingiustizia sotto la quale sono state costrette a vivere per anni. Probabilmente non c’è opera che potesse essere più adatta al periodo che stiamo vivendo soprattutto per la sua complessità che non viene mai banalizzata né trattata con frettolosa risolutezza.

Si ringrazia l’Ufficio stampa di Teatrosophia nella persona di AndreaCavazzini

UNA SU TRE – WOMEN’S FESTIVAL – Teatrosophia

in COMUNICATI STAMPA/TEATRO by

STAGIONE 2023-2024

Via della Vetrina 7, Roma

https://www.teatrosophia.it/

      Presenta

UNA SU TRE – WOMEN’S FESTIVAL

Con

Tracy Walsh

Marsha de Salvatore

Mayil Georgi Nieto

Valentina Celentano

Fabiana De Rose

Elisa Caminada

Parysa Pourmoneshi

CAPSA Service

 Prodotto da Teatro Multilingue

 

 

DA GIOVEDI’ 23 A DOMENICA 26  NOVEMBRE 2023

 L’universo femminile che si svela sul palco per dare luce alle sue storie, che sono storie di tutti. Storie di violenza, di emancipazione, di vita, di mancanza di rispetto, di lotte; ma anche storie di gioia e di conquista del proprio spazio nella società. Dalla Isabel di Garcia Marquez che ripercorre un episodio dimenticato della storia della Colombia, alla grinta di una comica Italo-Americana al suo secondo one-woman show, passando per una serata di corti teatrali, ad Una su Tre che denuncia casi di violenza domestica attraverso le epoche, le culture e le lingue. Tutto quanto è donna. Tutto quanto può essere donna.

Dopo lo spettacolo, il consueto aperitivo offerto da Teatrosophia

Biglietti:

Intero: Euro 14,00+5,00 per tessera associativa/ Ridotto: Euro 11,00+5,00 per tessera associativa

Prenotazioni

Tel: 06 68801089 /353.39.25.682

info@teatrosophia.com

https://www.teatrosophia.it/index.php/le-stagioni/2023-2024?view=article&id=38&catid=9

Ufficio stampa Teatrosophia

Andrea Cavazzini

Giornalista e Ufficio Stampa
Cell: 329.41.31.346

 

 

Ardore! sostantivo maschile

in CULTURA/PHOTOGALLERY/TEATRO by

Ardore.! – sostantivo maschile

 Donatella Busini  “substantia” le confessioni di Massimo Sgorbani

Roma 3 novembre 2023

Articolo ed immagini di Grazia Menna

Torna al Teatro di Tor Bella Monaca di Roma, dopo quasi 10 anni, il «difficile ma attualissimo» testo che Massimo Sgorbani scrisse anni or sono, rappresentato già nel 2013, dove
Donatella Busini, attrice di notevole spessore e profondità interpretativa, ne è la musa.
Sul palco disadorno svetta quello che sembra essere un lungo ed ampio tavolo rettangolare mentre in realtà si tratta di un vero feretro, con su un copritavolo e su di esso una croce, due candelabri a luce unica  ed una sedia anonima; tutto serve per inquadrare un momento particolare, un’evento tragico e doloroso ma poi si scoprirà atteso, un certo benestare familiare, una cultura borghese di fine secolo XX; una cultura che, almeno nell’Italia di quel periodo, si accosta alla tradizione del maschio padre/padrone ed aprendosi alle nuove tendenze salutistiche, nell’era dell’ossessione del corpo, abbracciata dai salutisti come dai maniaci dell’immagine, dei corpi mercificati, osannati ed ostentati nella loro bellezza da palestrati.
Entrato in armonia con il tempo e lo spazio scenico, lo spettatore viene fatto partecipe, quasi investito dall’irruenza della recitazione, della confessione dolorosa che, attraverso il monologo, la donna di cui non conosceremo mai il nome (interpretata da Donatella Busini, ideatrice e titolare della compagnia Ipazia) ci narra la sua vita di moglie e madre, fatta di angherie fisiche e psicologiche, fatta di sottomissione al maschio “alfa”.

E’ la confessione il mezzo attraverso il quale ella riscatterà il proprio corpo femminile costretto a subire l’irruenza anche sessuale del marito, irruenza che le ha procurato la malattia che l’ha colpita e di cui parla in maniera quasi ossessiva, un’anchilosi degenerativa che le impedisce da anni il libero movimento.
Tra accuse al coniuge, recriminazioni sulla gestione dei rapporti personali e con i figli, segreti inconfessabili da svelare e di cui liberarsi con il solo processo del raccontarli.
si arriva a quel semplice gesto di accendersi una sigaretta, che sdogana la moglie succube del marito, del perbenismo borghese della società nella quale vive.
La morte del marito finalmente l’ha libera, concedendole e restituendole il suo amor proprio, più sani rapporti con il figlio e con la figlia, della quale lei aveva scoperto lo stato interessante solo
attraverso il marito.

Alla fine della rappresentazione teatrale, si rimane attoniti della contemporaneità di questo testo, di quanto non si siano fatti passi avanti, di come i femminicidi di cui oggi sappiamo,
potrebbero essere gli stessi di cui allora NON si doveva parlare.

Da un testo di Massimo Sgorbani
Regia Paolo Orlandelli
Con Donatella Busini

Si ringrazia l’Ufficio Stampa nella persona di Andrea Cavazzini

Ipazia Production

Teatro “Tor Bella Monaca”

Daimon – La fortuna di averlo ri-conosciuto

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Daimon – La fortuna di averlo ri-conosciuto

 Gianni De Feo e la sua ricerca dell’ IO attraverso la drammaturgia di Paolo Vanacore

Roma 13 ottobre 2023

Articolo ed immagini di Grazia Menna

Gianni De Feo indaga l’Io profondo che alberga in ognuno di noi e che, per i più fortunati o sfortunati scegliete voi, riesce ad emergere e farsi “io presente e tangibile”.

Il testo di Paolo Vanacore consente a De Feo di immedesimarsi nei pensieri, nei gesti, di immaginare le movenze dello psicanalista e filosofo James Hillman a cui si deve lo sviluppo della teoria sul riconoscimento dell’anima come sublimazione della coscienza, coscienza che deve rimanere quasi tangibile anche dopo la morte fisica.

Daimon la definizione deriva dalla parola greca che significa “essere divino”, e la si può riassumere nella voce interna che ci spinge a fare le nostre scelte e ad esplorare il nostro io più intimo, ma Daimon può anche rappresentare una figura mitologica alla quale ci ispiriamo, che ci può influenzare.

Da qui parte De Feo quando interpretando magistralmente il testo di Vanacore, si fa J. Hillman e si propone su di un palco dove trovano posto solo due valige ed un cubo, a simboleggiare proprio il lavoro dei genitori di Hillman, gestori di un hotel con le valigie e la provvisorietà di un arredo casalingo fatto solo di un cubo facilmente spostabile. Le amicizie di Hillman fin da piccolo sono state rappresentate dai viaggiatori ospitati nell’albergo dei genitori, da bambini figli di viaggiatori e questa precarietà di rapporti lo ha condotto a studiarsi, guardarsi dentro, imparare dalle proprie ferite e dai propri dolori fatti di addii, per arrivare a mettere a nudo la propria identità, cercando di capire la direzione da prendere e costruirsi così il proprio destino.

L’anello di congiunzione con Keats va cercato e trovato tra le poesie di quest’ultimo, nelle quali il poeta ha trasmesso l’idea di quanto sia fondamentale la ricerca della propria anima così da ri-conoscersi nel profondo dell’IO più segreto per intraprendere la propria strada. Da Keats De Feo ci conduce con mano leggera, immergendoci nelle atmosfere di una ottobrata romana che regala il calore-colore arancio-bruno delle foglie dei Platani, nella passeggiata verso il Cimitero Acattolico accanto alla Piramide Cestia dove Keats venne sepolto e dove ancora oggi possiamo ammirare la sua lapide con l’iscrizione: “Qui giace uno il cui nome fu scritto nell’acqua”.

Questo spettacolo è stato impreziosito anche dal contributo offerto dalla videoarte realizzata da Roberto Rinaldi , dagli arrangiamenti musicali realizzati da Alessandro Panatteri. dal disegno luci di Francesco Bàrbera e dalla voce inconfondibile di Leo Gullotta nell’interpretazione della poesia di J. Keats.

Si ringrazia l’Ufficio Stampa nella persona di Andrea Cavazzini

Teatro “Lo Spazio”

“Teatrosophia – “Le nostre figlie si amano”

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“Teatrosophia – “Le nostre figlie si amano”

Viaggio interiore nei vizi, nell’amore, e nel dolore di due sorelle

Roma, 06 ottobre 2023

Articolo di Leonardo De Luca

Foto Ufficio Stampa Teatrosophia

“Le nostre figlie si amano” di Antonio Mocciola è il monologo interpretato da Serena Borrelli al Teatrosophia dal 6 all’8 ottobre per la regia di Giorgia Filanti. Centro della storia è l’incontro tra due sorelle, Pia e Giordana, che hanno vissuto separate per molto tempo e, a parte per qualche visita fugace, non sono rimaste in contatto per molti anni. Questo incontro capita in un momento particolare della vita di Giordana.  Infatti, lei ha portato al fallimento un matrimonio e ha visto la sua libreria fallire per assenza di acquirenti mentre tutto si consumava nella totale indifferenza degli abitanti del suo paese, a suo dire impermeabili alla cultura. Il fumo e l’alcool sono intervenuti nella sua vita come anestetico divenendo subito vizi da cui non riusciva più a uscire. La casa è stata mantenuta dalla sorella Pia che tira avanti, adesso con il peso in più del mantenimento di Giordana, con la sua piccola sartoria. La visita di Pia si trasforma in una speranza di salvezza per Giordana che ritrova un punto saldo e stabile su cui poter fare affidamento. Dopo gli innumerevoli inviti della sorella torna nella loro vecchia casa nel loro piccolo e remoto paese natale, per ritrovare in esso un luogo di pace e serenità e per riuscire ad abbandonare i vizi che tanto la tormentano.

Il loro rapporto però si è deteriorato con il tempo e continua a farlo durante la loro convivenza, fintanto che questo muta in un mantenimento che dura fino a tre anni, alimentato da rigidità, bugie e soprattutto da una grande incomprensione di fondo. In più di due anni passati nella casa assieme a Pia, Giordana non ha nessun miglioramento nel superamento dell’alcolismo e del tabagismo, i periodi dove riusciva nella loro privazione seguivano precipitosamente altri con pessime ricadute. E con questo paradigma, che si ripete quasi ciclicamente, è messa in luce la sua totale incapacità di sapersi regolare e la totale assenza di volontà personale.

Il monologo scava molto nel loro rapporto di vicendevole ricerca nell’altro di una fonte di aiuto e liberazione dalla propria condizione di repressione che annulla ogni tipo di volontà. Questo è assecondato dal loro legame consanguineo che le porta a sentirsi entrambe parte di una stessa matrice originale e a rispecchiarsi nell’altro. L’opera pone la sua essenza all’interno di quelle oppressioni soffocanti che non lasciano aria da respirare. La canicola è una di queste, la più durevole tra tutte tanto è l’affanno che appesantisce Giordana. La subdola violazione di Pia, anch’essa forma di oppressione, la maggiore tra tutte, è nascosta dalla parsimonia che imperversa ogni suo movimento e ogni sua parola, qualunque essa sia, da una manifestazione di affetto a una richiesta o un’esortazione, anche violenta se necessario.

I due personaggi sono speculari e Simona Borelli interpreta magistralmente ognuno di loro, semplicemente mettendosi e togliendosi un cappello, rende le sorelle proprie nel loro autentico modo di muoversi e assolutamente inconfondibili. Veniamo portati in luoghi la cui realtà viene prima filtrata dalla percezione individuale delle due sorelle. Ne vien fuori un’opera di straordinaria potenza in grado di calare nella tragicità della situazione impartendo un senso il soffocamento che Pia e Giordana manifestano di percepire e che, quando arriva allo stremo, diviene forza distruttiva.

Grazia Menna
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