C’era una volta un Attracco.
Attraccare è l’atto di avvicinare un galleggiante a un altro o alla banchina fino a farli toccare per compiere il trasbordo, per sbarcare o imbarcare.
Il 9 febbraio all’Auditorium Parco della Musica di Roma è andato in scena uno spettacolo ricco di significato.
L’ipnotica narrazione del talentuoso Federico Quaranta con i profondi testi di Francesco Lucibello e Andrea Caterini, si sono magicamente incontrati con le note musicali del geniale Ambrogio Sparagna e gli eccezionali solisti dell’Orchestra Popolare Italiana, Erasmo Treglia, Annarita Colaianni, Raffaello Simeoni e Alessia Salvucci.
Un viaggio tutto d’un fiato attraverso l’Italia dei borghi.
Un lavoro musicale e teatrale interamente dedicato al tema dello spopolamento delle aree appenniniche.
Un percorso sonoro che spinge ad una profonda riflessione, un atto di fiducia, quasi di fede, un’esplorazione alla riscoperta di una necessaria consapevolezza verso la terra.
La consapevolezza è l’ancora.
Il pubblico ha età molto diverse, ma partecipa insieme e c’è speranza se il suono che fuoriuscire da una conchiglia è capace di sorprendere il cuore di adulti e bambini allo stesso modo.
Una speranza necessaria davanti all’interrogativo sul senso del aver lasciato desertificare il territorio e aver abbandonato le proprie origini culturali ammaliati dal canto delle sirene delle città.
Un concerto che avvolge di suoni e parole lo spettatore che si ritrova immerso in un quadro ricco di bellezza perduta. Luoghi dimenticati, abbandonati, ma ancora ricchi di linfa vitale.
Un itinerario musicale carico di racconti che invitano a rallentare per osservare ancora la meraviglia della campagna a perdita d’occhio.
Lo spettacolo è un’esortazione a ricordare e a riflettere sulla necessità di riscoprire il territorio.
A volte occorre andare lontano per capire che basta ripartire dalle proprie origini, dall’amore per l’essenziale, da un’emozione, dalle radici, da un attracco.
Aiutiamo questa semina a diventare raccolto.
Comunicato stampa:
ATTRACCO
Canti e racconti di Ambrogio Sparagna e Federico Quaranta
Testi di Francesco Lucibello e Andrea Caterini
Un viaggio intenso, musicale e popolare, che percorre la dorsale appenninica. Dai silenzi lucani agli echi pastorali delle Dolomiti. Il genio musicale di Ambrogio Sparagna e il talento narrante di Federico Quaranta per descrivere, con suoni, parole e immagini, i crinali e le coste, come un lungo grande Attracco di popoli e culture. L’Italia raccontata come un pontile al centro del Mediterraneo, lungo il quale ogni uomo ha preso qualcosa e lasciato qualcosa. Stratificazioni di poesia popolare transumante, nella quale silenzio e caos, amore e dolore, nostalgia ed estasi si intrecciano, innescando una domanda: chi e cosa ha reso possibile che l’Italia rurale si spegnesse lentamente? In nome di quale orizzonte abbiamo spopolato i nostri borghi? La risposta non è un ragionamento ma un sentimento, un atto d’amore racchiuso nei versi di Pasolini che trova il senso e le radici tra i ruderi, le pale d’altare e i borghi abbandonati sugli appennini. Un percorso sonoro nel quale ciascuno può riconoscere un pezzo della propria storia e condividerla. Un cammino che vuole svelare, in modo semplice, la carica erosiva e contemporanea di un patrimonio poetico e musicale che scalpita per uscire dalle teche polverose di musei, per tornare ad essere “vita”.