Mattia Bellegrandi, in arte BRIGA, è un artista che ha saputo trasformare la sua passione per la musica e la scrittura in una carriera poliedrica e di successo. Dai primi passi con i mixtape autoprodotti fino al grande pubblico conquistato con Amici di Maria De Filippi, Briga ha saputo reinventarsi continuamente, spaziando tra dischi di platino, collaborazioni prestigiose e incursioni nel mondo della narrativa. Dopo tre anni di silenzio, è pronto a tornare con il singolo “Vieni con me”, uscito il 15 novembre, un brano che promette di svelare un lato ancora più intimo e maturo del cantautore romano. Nell’intervista che segue, scopriremo di più sul suo ritorno, sulla genesi di questo nuovo progetto musicale e su cosa lo ha ispirato a intraprendere questo nuovo capitolo della sua carriera.
Il tuo percorso artistico è stato ricco di influenze e collaborazioni diverse. In che modo le tue esperienze di vita in Danimarca e Spagna hanno influenzato il tuo lavoro artistico?
Sono un cantautore per vocazione e le mie canzoni nascono dalla necessità di comunicare degli stati d’animo e raccontare quelle esperienze personali che possano essere riconducibili alle vite di tutti. Vivere all’estero, viaggiare come un viaggiatore e non come un turista, allarga gli orizzonti e le vedute: si può dire che io sia il risultato dei miei viaggi senza mèta.
Nei tuoi precedenti lavori hai esplorato vari temi come la malinconia, l’amore e la crescita personale. Quali emozioni o riflessioni hai voluto esprimere in questo nuovo brano e come si inseriscono nella tua evoluzione musicale?
Questi sono temi talmente profondi che non si possono accantonare con un disco. Un’anima introspettiva sarà per sempre alla ricerca di nuove risposte. Credo che d’amore e di malinconia ne parlerò per tutta la vita. Questo brano invece assume più un tono di rivalsa direi. L’evoluzione stilistica è una cosa, quella relativa ai contenuti è un’altra ed è più difficile da ricercare. È chiaro che un artista versatile e competente possa riuscire a variare da un genere ad un altro, ma se la tua natura è quella di scrivere canzoni d’amore… è difficile cantare di fisica nucleare (ride ndr).
“Vieni con me” segna l’inizio di un capitolo più “intimo” della tua carriera. In che modo questo progetto si differenzia dai tuoi lavori precedenti? Senti di essere cambiato come artista e/o come persona?
Non mi sento cambiato, ma migliorato come uomo. Mi sono impegnato molto nella scrittura di questo nuovo album, nella ricerca delle parole giuste da usare in ogni singola strofa, nel trovare quel tipo di melodie che evocassero un determinato stato d’animo e che allo stesso tempo potessero risultare accattivanti per gli ascoltatori. Un piccolo compromesso c’è sempre, ma non mi sento snaturato: ho cercato di semplificare il linguaggio e di trovare un punto d’incontro tra pop e cantautorato.