Bruno Ceccobelli , dopo anni di assenza, è tornato a esporre nella sua città natale, Todi, presso il Palazzo del Vignola; una mostra personale intitolata CECCOBELLI Anni ’80. Sono esposte 50 “Pittosculture” realizzate durante il suo prolifico periodo creativo a Roma, tra gli anni ’70 e ’80. opere frutto del lavoro nello studio situato nell’ex Pastificio Cerere, nel quartiere di San Lorenzo, un centro vitale della scena artistica romana dell’epoca. In quegli anni, Ceccobelli, appena ventottenne, ottiene un ampio riconoscimento, sia a livello nazionale che internazionale, esponendo in città come New York, Los Angeles, Parigi, Londra e Mosca.
Tra i lavori in mostra spiccano “Artista re” (1987), “Giobbe” (1989), “San Sebastiano“(1986) e “D’Atena” (1988), opere che segnano tappe significative nel suo percorso artistico. Il curatore Carlo Vanoni ha descritto l’arte di Ceccobelli come un viaggio verso un “Altrove”, uno spazio oltre il tempo e la parola. Costantino D’Orazio – che da inizio 2024 ricopre la carica di direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia – esperto del Gruppo di San Lorenzo, mette in luce il “senso spirituale” delle opere di Ceccobelli, elogiando la sua capacità di rielaborare con coerenza e delicatezza la tradizione dell’arte sacra, contribuendo allo sviluppo di una nuova sensibilità spirituale.
Trasferitosi a Roma negli anni ’80, si è unito al gruppo di artisti della Nuova Scuola Romana, mantenendo una visione estetica comune, pur sviluppando una poetica individuale; si forma presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, sotto la guida di Toti Scialoja, specializzandosi in scenografia. Il suo stile trae ispirazione dal Costruttivismo Russo e dall’Espressionismo Astratto Americano, correnti condivise con i colleghi della Scuola di San Lorenzo. La sua arte, definita “astratto-simbolica”, combina influenze culturali e filosofiche che spaziano dal Neoplatonismo alle dottrine orientali come il Buddismo, lo Zen e il Taoismo. Pensatori come Helena Blavatsky e Rudolf Steiner, insieme all’approccio di Joseph Beuys, hanno influenzato profondamente il suo modo di concepire l’arte, vista come un aspetto inseparabile della vita.
Nel suo linguaggio post-moderno, Ceccobelli utilizza simboli complessi e richiami a mitologie alchemiche e misticismo, con l’intento di spiritualizzare la materia psico-somatica. Le sue opere rappresentano una forma di resistenza alla banalità quotidiana e sono accompagnate da saggi sulla Storia dell’Arte Trascendentale, contribuendo così al dibattito artistico contemporaneo.
Durante la mostra, i visitatori potranno ammirare anche il mosaico “Voglia” (1988), esposto al Museo Lapidario presso il Monastero delle Lucrezie. Nel catalogo curato da Vanoni, viene esplorata la dialettica tra amore e lotta, due temi centrali nel lavoro di Ceccobelli. Le sue opere sfidano le barriere temporali e si collegano a questioni spirituali e politiche, affrontando tematiche come il lavoro, la giustizia sociale e la critica delle strutture capitalistiche, sempre intrecciate con una forte componente spirituale.
Ogni opera di Ceccobelli diventa un simbolo dell’esperienza umana, trasformando oggetti quotidiani in metafore viventi. Le sue creazioni invitano il pubblico a una riflessione profonda e personale, conducendolo in un viaggio alla scoperta di sé e del mondo circostante. Attraverso un linguaggio che unisce tradizione e innovazione, l’artista esplora la complessità della vita, offrendo una meditazione sulla condizione umana e sul nostro posto nell’universo.
Le opere esposte al Palazzo del Vignola di Todi, includono materiali come grafite, zolfo, cenere, carta catramata e terre colorate, conferendo una qualità esoterica e mistica ai lavori. Emblematica è l’opera “Pensatoio“(1989), una struttura in ferro con tempere e cera su rame e vetro piombato, che ospita al suo interno una seduta per la contemplazione, sormontata da una piramide, simbolo di raccolta energetica; i visitatori più piccoli, ma anche perché no i più grandicelli, potrebbero immaginarsi il “Pensatoio” come una futuristica macchina del tempo, dove realizzare «[…] un viaggio verso un “Altrove”, uno spazio oltre il tempo e la parola».
Critici d’arte hanno accostato Ceccobelli a Burri, con cui condivide alcuni aspetti dell’Arte Povera, sebbene il suo lavoro si inserisca nel più ampio ritorno alla pittura della sua generazione, come dimostrato dal movimento della Transavanguardia. Il simbolismo spirituale che caratterizza la sua produzione è il frutto di uno studio approfondito di teosofia, alchimia e filosofie orientali. . Dopo una lunga carriera a Roma, Ceccobelli vive oggi a Montemolino di Todi e le sue opere fanno parte di numerose collezioni, tra cui il MoMA di New York, il Museum Moderner Kunst Stiftung Ludwig di Vienna, la Collezione Farnesina a Roma e la Collezione Maramotti.
Immagine di copertina: Pensatoio(1989) – Bruno Ceccobelli (©Grazia Menna)
La mostra sarà visitabile fino alla prima settimana di ottobre, ma solo su appuntamento al 3332164925