The Libertines – Nuova vita dopo la leggenda

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Roma – Villa Ada Festival, 1 luglio 2024

Nonostante il meteo che promette (e mantiene) piogge sparse, il pubblico aspetta felice il concerto dei The Libertines nel parco di Villa Ada. Uno dei gruppi inglesi più noti nei primi anni 2000, sono stati amati dal pubblico e dalla critica per la loro musica e per quell’attitudine rock’n’roll che li ha resi subito leggenda. Sono passati 22 anni dal loro album d’esordio e il fatto di vedere tanti ragazzi e ragazze delle nuove generazioni al loro show, rende chiaro il fatto che la loro musica è stata importante più dei retroscena che riempivano la stampa all’epoca dei loro esordi (gossip, fidanzate top model, droga, prigione e liti leggendarie tra i due frontmen). Il loro sound già nostalgico all’epoca suona ancora più come un richiamo a ritroso nel tempo adesso che è passato quasi un quarto di secolo.

La band si è sciolta e riformata più volte negli anni e ha da poco pubblicato il quarto album “All quiet on the eastern esplanade”,  nove anni di distanza dal precedente “Anthems for doomed youth”, che già era stato un come-back dopo che Pete Doherty si era dedicato ai Babyshambles e altri progetti e Carl Barat ai Dirty Pretty Things.

Aprono il concerto con due brani dl loro album d’esordio: la title-track  Up the bracket e Vertigo, seguite da Run Run Run del secondo album semplicemente intitolato The Libertines. Si passa quindi a uno dei nuovi brani, Night of the hunter, e il resto della scaletta sarà un continuo viaggio nel tempo tra passato e presente. Qualche imprecisione, molta nonchalance e un’energia tangibile nello scambio tra il pubblico e la band che riesce con facilità a conquistare l’affetto dei presenti. Un sound tipicamente British che richiama in primis il punk rock dei Clash, e dei Sex Pistols, l’indie irriverente e malinconico degli Smiths e il brit pop degli anni ’90 dei Pulp. La base ritmica è forte e decisa e i due frontman si alternano alla voce e alle chitarre, con Barat che suona le tastiere su alcuni pezzi. A chiudere il cerchio, un finale di concerto tutto nostalgico, con il primissimo singolo What a waster e Don’t look back into the sun, per questa band dal passato dorato e tormentato e che guarda al presente con scanzonata consapevolezza. E la musica continua anche quando si spengono le luci. Bentornati!

A scaldare l’ambiente in prima parte abbiamo assistito all’esibizione del progetto The Lira, formazione atipica che si è fatta conoscere e amare nella capitale, e che ha una schiera di fedelissimi in prima fila. Presentati sul palco dallo stesso Pete Doherty, per cui hanno già aperto varie date negli anni, il loro è un it-pop sarcastico e sfrontato, a tratti cattivo, ben suonato e prodotto e che ti attacca subito alle orecchie. Portavoce del disagio urbano in una città che spaventa l’anima, trova nelle canzoni l’unica forma di espressione possibile, raccogliendo le storie che offrono la strada e la vita. Non mancheranno le occasioni di vederli in giro per Roma.

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