Giuseppe Manfridi : il suo volo pindarico lungo 8 metri e 90 centimetri

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Giuseppe Manfridi : il suo volo pindarico lungo 8 metri e 90 centimetri

Il drammaturgo Giuseppe Manfridi ci guida all’anamnesi dei momenti salienti di quel ’68 di protesta.

Roma 17 maggio 2024

Foto e Articolo di Grazia Menna

A TeatroSophia, Giuseppe Manfridi tessa la tela dei ricordi  che avvolge il pubblico presente e lo trasporta nei fatti salienti di quel 1968, anno delle Olimpiadi a Città del Messico ed anno delle proteste studentesche sfociate nel sangue dell’eccidio di Piazza delle Tre Culture.

La rete ha il suo punto di origine nel libro di Nathaniel Hawthorne : “Wakefield” , dove lo scrittore americano, noto al grande pubblico per essere l’autore de “La lettera scarlatta”, narra una storia all’apparenza semplice che ha come protagonista un uomo che sceglie di guardare la propria vita dal di fuori.

Per farlo egli abbandona la famiglia e prende alloggio nella stanza di una pensione, davanti la casa da cui è venuto via. Qui rimane per circa una ventina d’anni fino al giorno in cui decide di riattraversare la strada, ritornare dalla moglie e riprendere il normale menage familiare.

Giuseppe Manfridi , eccellente ed accattivante narratore, fa sua la storia e pone l’accento sulla devianza dall’abitudinario comportamento sociale e tramite connessioni storiche e filologiche di ampio respiro, conduce lo spettatore verso il centro della sua tela: portare o, per alcuni tra il pubblico che ha riempito TeatroSophia, riportare alla memoria gli eventi di quell’ottobre del ’68, di quell’Olimpiade a Città del Messico che vide protagonista, tra gli altri,  Robert Beamon, atleta americano che stabilì il nuovo record di salto in lungo con la considerevole misura di 8 metri e 90 centimetri.

Anche qui l’azione di Beamon può ricondursi ad una “devianza”, nel senso di “quien sabe” , “chi lo sà”, una digressione dal comune comportamento che condusse l’americano all’oro olimpico.

Devianza che sarà seguita, di lì a poco, da un altro gesto simbolico e rimasto nella mente di coloro che vissero gli anni del ’68: i pugni in cielo, guantati di nero di Tommy Smith e John Carlos entrambi sul podio a Città del Messico, vincitori rispettivamente dell’oro e  bronzo nei 200m.

Guanto nero contro guanto bianco, quello indossato dal Battaglione Olimpia del presidente Gustavo Diaz Ortaz per sedare nel sangue la protesta studentesca del 2 ottobre 1968; il gesto “deviante” di Tommy Smith e John Carlos per manifestare contro l’eccidio di Piazza delle Tre Culture, costo caro ai due atleti difatti tornando in patria vennero emarginati dalla comunità sportiva americana.

Quanti avvenimenti, quanti ricordi riportati alla luce partendo da un libro che sembrava non aver alcun collegamento ai fatti narrati! Manfridi, con mano esperta e dialettica travolgente annulla la distanza temporale degli eventi, ricollega i fili di questa tela e ricama storie, che si rimandano l’un con l’altra in un esercizio di analogie ed assimilazioni ai più alti livelli filologici.

La regia di Claudio Boccaccini e il visionario allestimento scenico di Antonella Rebecchini hanno contribuito a dare forma e sostanza, sintetizzare e concretizzare visivamente la narrazione di Giuseppe Manfridi.

 

Si ringrazia l’Ufficio Stampa  nella persona di Andrea Cavazzini

 

L’UOMO CHE VOLO’ OLTRE SE STESSO – di e con Giuseppe Manfridi

 Regia di Claudio Boccaccini

 Installazione scenica: Antonella Rebecchini

 Dal 17 al 19 MAGGIO 2024

 

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