Un imprenditore romano e un ingegnere svizzero sono stati arrestati a Pomezio lo scorso 7 aprile per aver costruito un sistema antidrone basato su radiofrequenze che avrebbero inibito il controllo del mezzo per poi farlo atterrare.
Un progetto in linea con i tempi e di indiscussa utilità per la sicurezza di infrastrutture ed eventi, non se ne conoscono ancora le particolarità tecnologiche che lo avrebbero contraddistinto dai sistemi prodotti dal mercato.
Il sistema sarebbe dovuto essere venduto ed esportato in medio oriente ma l’azienda non aveva le necessarie autorizzazioni che comprendono l’iscirizione della stessa al registro delle aziende produttrici di armamenti e la comunicazione al Ministero degli esteri per l’esportazione degli stessi.
Con l’accusa di produzione ed esportazione non autorizzata di materiale di armamento sono finiti ai domiciliari due persone, un ingegnere svizzero e un imprenditore romano, mentre cinque loro collaboratori sono stati denunciati a piede libero dalla Guardia di Finanza.
Secondo quanto ricostruito dalla Finanza, il cosiddetto “droneranger” avrebbe dovuto essere prima esportato in Spagna e, successivamente, venduto a clienti arabi.
Sono molte le grandi aziende del comparto difesa che stanno sviluppando sistemi di questo tipo da Leonardo a Vitrociset e Elettronica, aziende che hanno compreso le potenzialità dei droni sia nel loro uso positivo di ricognizione e controllo sia nel loro aspetto negativo di offesa e spionaggio industriale proponendo al mercato sistemi avanzati di interdizione e controllo dei Droni in aree private e pubbliche.