Il 25 marzo Roma ha accolto Jon Fosse, Premio Nobel per la Letteratura 2023, conferendogli il massimo riconoscimento della città: la Lupa Capitolina. La cerimonia ufficiale si è svolta in Campidoglio, alla presenza del Sindaco Roberto Gualtieri e dell’Assessore alla Cultura Massimiliano Smeriglio. Dopo un incontro privato, lo scrittore norvegese ha firmato il prestigioso “Libro d’Oro Capitolino” nella Sala delle Bandiere, prima di ricevere la simbolica statuetta della Lupa, icona della storia e dell’identità di Roma.
È stato un momento di grande valore culturale e istituzionale, che ha voluto celebrare non solo il valore letterario di Fosse, ma anche il suo profondo legame con la dimensione universale della scrittura, capace di attraversare i confini linguistici e geografici.
La giornata si è poi conclusa all’Auditorium Parco della Musica – Ennio Morricone con un incontro aperto al pubblico, primo appuntamento delle Anteprime del Letterature Festival Internazionale di Roma. In dialogo con la scrittrice Claudia Durastanti e il traduttore Andrea Romanzi, Fosse ha condiviso riflessioni sul suo percorso creativo, la tensione spirituale che attraversa la sua opera e il suo rapporto con la lingua – quel norvegese “nynorsk” che ha trasformato in strumento di profondità poetica ed esistenziale.
L’incontro, gratuito e partecipato da un pubblico numeroso e attento, è stato organizzato dall’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale, con la cura del Dipartimento Attività Culturali e il coordinamento di Zètema Progetto Cultura, in collaborazione con l’Ambasciata di Norvegia.
Jon Fosse, nato nel 1959 a Strandebarm, è autore di una vasta opera che comprende romanzi, poesie, saggi e testi teatrali messi in scena in tutto il mondo. Tra i suoi titoli più noti in Italia figurano Settologia, Mattino e sera, Melancholia I-II e Un bagliore, tutti editi da La Nave di Teseo. Le sue opere sono tradotte in oltre 40 lingue e hanno ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali.
La sua scrittura, intensa e minimalista, ha saputo raccontare il silenzio, la solitudine, la fede e la memoria con una forza espressiva unica, diventando una delle voci più autorevoli della letteratura contemporanea. La sua visita a Roma, tra riconoscimenti ufficiali e dialoghi aperti, ha segnato un momento di profondo incontro tra culture, nel segno della parola e della bellezza.