Parigi riscopre Testori: all’Istituto Italiano di Cultura la presentazione di Luchino, omaggio inedito a Visconti

Un ritratto biografico inedito e intenso dello scrittore milanese al maestro del cinema e del teatro italiani. Parigi ha celebrato un incontro d’eccezione tra letteratura e cinema italiano con la presentazione, lo scorso 25 marzo presso l’Istituto Italiano di Cultura, di Luchino, l’opera ritrovata di Giovanni Testori dedicata a Luchino Visconti. Un testo inedito e sorprendente, che illumina con profondità e affetto il rapporto tra due giganti della cultura del Novecento.

Pubblicato nella collana Cahiers de l’Hôtel de Galliffet e tradotto in francese da Jean-Paul Manganaro, Luchino è molto più di un omaggio: è un ritratto biografico vibrante, intimo e personale, scritto da chi Visconti l’ha conosciuto, ammirato e accompagnato nel percorso artistico. La presentazione è stata introdotta dallo storico dell’arte Giovanni Agosti, con gli interventi di Giuseppe Frangi (Associazione Giovanni Testori), dello stesso Manganaro (Université de Lille) e di Laurence Schifano (Université Paris Nanterre), moderati da Paolo Grossi. A dar voce alle parole di Testori, le letture intense e calibrate di Fosco Perinti.

Il pubblico parigino ha così potuto avvicinarsi a un capitolo poco noto ma cruciale del lascito testoriano. Se il sodalizio artistico tra Testori e Visconti è ben documentato – basti ricordare il film Rocco e i suoi fratelli, ispirato alla raccolta Il ponte della Ghisolfa – era invece sconosciuta l’esistenza di questo scritto, emerso solo di recente dagli archivi dello scrittore milanese.

Luchino non è un semplice ricordo, ma un racconto lucido e commosso di un’amicizia intellettuale, di un confronto vivo tra due personalità complesse, unite da una comune visione dell’arte come forma di verità e bellezza. Testori, con la sua prosa densa e poetica, ne restituisce l’essenza, delineando un Visconti appassionato, rigoroso, fragile e assoluto.

La serata ha rappresentato un’occasione preziosa per rimettere al centro la figura di Giovanni Testori, autore ancora troppo poco conosciuto fuori dall’Italia, e per riscoprire il valore della collaborazione tra letteratura e cinema, parola e immagine, memoria e creazione.

In un luogo simbolico come l’Hôtel de Galliffet – ponte culturale tra Italia e Francia – il ritratto di Visconti firmato da Testori è apparso come un affresco necessario: un atto d’amore, una lezione di sguardo, una dichiarazione di fedeltà all’arte.

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