Monaco di Baviera, 1918. La guerra è finita, ma la città è in ginocchio. Tra i reduci che vagano inquieti c’è anche un giovane Adolf Hitler, che dipinge acquerelli e semina rabbia nei caffè. In questo scenario di sconfitta e disillusione prende vita una storia ossessiva e perturbante: quella tra il pittore espressionista Oskar Kokoschka e la giovane artigiana Hermine Moos, protagonista del romanzo La bambolaia di Giuseppina Manin (La Nave di Teseo).

L’artista, incapace di accettare la fine della sua relazione con Alma Mahler, musa e amante di molti artisti, commissiona a Hermine un’impresa folle: costruire una bambola a grandezza naturale che riproduca le fattezze della donna amata. Un progetto che si trasforma presto in un’ossessione per entrambi. Mentre Kokoschka diventa sempre più esigente, Hermine si immerge anima e corpo nel lavoro, scivolando in una spirale di fascinazione morbosa.
Giuseppina Manin, con una scrittura evocativa e intensa, esplora i confini tra arte, desiderio e alienazione, dando voce a una figura femminile dimenticata dalla storia. La bambolaia è un romanzo che interroga il lettore sulla natura della passione e sulle sue conseguenze estreme, in un’epoca in cui l’Europa è in cerca di una nuova identità dopo il trauma della guerra. Un racconto potente, sospeso tra realtà e delirio, che cattura e inquieta.