L’Ovest americano, una vastità maestosa e spietata, dove né il viaggiatore ben armato né il bisonte più robusto possono essere certi di sopravvivere fino alla sera: ecco la scena che si dipana nella metà dell’Ottocento. Gus e Call, l’avventato e il giudizioso, il fanfarone e il taciturno, il donnaiolo e il riluttante, sono come il giorno e la notte, ma condividono una passione inestinguibile per l’avventura.
E così, perché non unirsi ai Texas Ranger? Tutti sono stati giovani, anche gli induriti cowboy protagonisti di “Lonesome Dove”. Questa è la storia di come tutto ebbe inizio, di come Gus e Call, venditori di bestiame ormai duri e temprati, si ritrovarono a intraprendere un cammino epico.
Nel decennio degli anni Quaranta dell’Ottocento, le praterie a ovest di San Antonio erano ancora selvagge e dominio degli indiani. Chi meglio di due ragazzi sbandati e un po’ ingenui poteva rimpolpare le fila dei Texas Ranger in partenza per El Paso? Con un fucile, un cavallo e la promessa di una paga, si avventurarono. Ma Buffalo Hump, abile e brutale capo comanche, li attendeva, e il loro battesimo del fuoco si consumò nel sangue. La vita in città poteva essere più sicura, ma anche più noiosa. Così, Gus e Call si rimisero in viaggio, unendosi a una spedizione per la conquista di Santa Fe, fiorente città del New Mexico. A guidarli c’era un ex pirata poco avvezzo alla terraferma.
Ma questa volta la lista dei pericoli era lunga: ai Comanche, con la loro passione per gli scalpi, si aggiungevano gli Apache, amanti delle torture, e i messicani, più combattivi del previsto. La natura stessa si rivelava ostile, con orsi inferociti, fiumi in piena e siccità estrema. Il famigerato “cammino del morto” mostrava il suo lato peggiore. Erano in duecento a partire, ma non tutti avrebbero fatto ritorno. “Il cammino del morto” fa parte della quadrilogia del West che ha reso celebre McMurtry, pubblicato dopo “Lonesome Dove” e “Le strade di Laredo”. Questo prequel ci rivela come tutto ebbe inizio .
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