Il simbolismo del cibo: “Non di solo pane…Violenza e alleanza nella Bibbia”

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Tra i più acuti interpreti del testo biblico dei nostri giorni, a luglio André Wénin approda con una nuova edizione di Non di solo pane…Violenza e alleanza nella Bibbia, edito per Edizioni Dehoniane Bologna. Attraverso un percorso di lettura nei meandri dell’Antico Testamento, il testo intreccia Bibbia e antropologia, anticipando i grandi temi che Wénin affronta nelle sue ricerche più approfondite.

Il pasto è un evento altamente simbolico. Basta pensare ai simposi degli antichi. È proprio attorno ad un tavolo, in un contesto di convivialità che nascono i rapporti umani e, allo stesso tempo, che si tradiscono: in famiglia o tra gli amici, nei pranzi d’affari o nei banchetti diplomatici. L’atto del mangiare ha un legame intrinseco con la violenza. Il motivo? Appropriarsi del cibo è una modalità di distruzione.

Fin dalle prime pagine della Bibbia, il cibo occupa una posizione strategica e di preminenza. Nel primo libro della Genesi, Dio parla di “menù vegetale dei viventi” facendo intendere che il cibo è il luogo simbolico in cui si compie una scelta tra violenza e comportamento mite, un luogo in cui occorre limitare la violenza per far sì che la vita prevalga. Quando Dio fa dell’uomo un essere che si relazione con altri esseri, con l’ambiente e in generale con tutto quello che lo circonda, gli ordina di non mangiare tutto quello che viene dato: si crede molto nella possibilità di riconoscenza e di condivisione. Per vivere non basta mangiare: è altrettanto necessario intrattenere rapporti con gli altri. Smettere di mangiare. Convertire in mitezza le proprie forze brute e aprirsi all’altro, in un continuo confronto con l’alterità per riconoscere la propria identità in un rapporto di scambio e relazione.

André Wénin ha conseguito il dottorato in scienze bibliche al Pontificio Istituto Biblico; è professore di esegesi dell’Antico Testamento alla Facoltà di teologia dell’Università cattolica di Lovanio e invitato per la teologia biblica all’Università Gregoriana di Roma. È autore di numerosi studi e opere: tra queste ricordiamo L’Homme biblique (Cerf 1995), Pas seulement de pain (Cerf 1998) e Isaac ou l’épreuve d’Abraham. Approche narrative de Genèse 22 (Lessius 1999). Specialista dell’approccio narrativo della Bibbia, ha redatto con Jean-Louis Ska e Jean-Pierre Sonnet il Cahier Évangile n. 107, in cui presenta questo nuovo metodo che illustra in altri due CahiersSamuel (n. 89) e Ruth (n. 104). Di lui le EDB hanno pubblicato Entrare nei Salmi (2003).

Il tema del simbolismo del cibo nei due racconti della creazione occupa la prima parte del libro. Nella seconda parte si approfondisce l’alternativa tra mitezza e violenza, tra la scelta del cibo vegetale anziché carneo, mentre la terza mostra come alcuni pasti segnino le tappe di un cammino – dalla Pasqua d’Egitto a quella di Gesù – nel quale la scelta per l’alleanza è un pegno di vita di fronte alla morte. All’orizzonte dello studio vi è infine, il pasto eucaristico, centrale nella Bibbia cristiana.

Wénin ci mostra come la Bibbia, anche se la pensiamo come un testo distante da noi, debba considerarsi un grande codice da utilizzare per comprendere la cultura occidentale: il volume si inserisce proprio nei tempi attuali, in un’epoca che rivaluta e mette sempre più al centro gli usi alimentari vegetariani come scelta ‘incruenta’, mostrando come anche il testo biblico usi il linguaggio simbolico del cibo per parlare direttamente al cuore degli uomini, in un istinto cannibale, propensi a divorarsi tra loro.

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