Koert Van Mensvort descrive proprio questo: come gli antichi fossero in grado di orientarsi con comete, fossero in grado di riconoscere le piante commestibili da quelle velenose, come gli antichi avessero sviluppato capacità di adattamento e di predizione meteo non indifferenti. L’autore sembra inserirsi a pieno all’interno della dialettica antichi/moderni, classici/romantici introdotta da Madame de Staël e ripresa poi da Leopardi, ma a differenza di altri non si schiera, non prende posizioni precise, si interroga. Van Mensvort cerca di comprendere la scaturigine degli eventi: l’uomo ha perso il contatto con la natura per colpa della tecnologia o è proprio la tecnologia che permette di instaurare un legame più profondo? La tecnologia è un’arma a doppio taglio un Davide Penitente che si trasforma in un Davide Armato, l’opera è una lama affilata, una composizione di guerra.
Siamo all’interno di un’epoca, di un orizzonte tutt’altro che semplice, il rapporto fra natura e prodotti umani, ambiente è progettazione è del tutto cambiato. Come emerge anche dagli studi condotti da Franco Bolelli è iniziata una nuova era che mette definitivamente nello specchietto retrovisore tanto quell’idea conservatrice dell’ambientalismo fatta di divieti e negazioni, quanto quella malsana logica per cui costruire equivale a cementificare. C’è oggi una progettazione che costruzione e ambiente, natura e progetto umano, li sposa indissolubilmente perché li pensa indissolubilmente fin dal principio, li vede e li vive non in contrasto ma in simbiosi. Perché è consapevole che l’ambiente lo si protegge davvero non facendo leva sui sensi di colpa morali o sulla paura della catastrofe, ma espandendo, portando in mille forme la natura nelle grandi città e nelle abitazioni.

L’artista e filosofo, con NextNature conduce il lettore all’interno di quella che è stata l’esperienza più profonda della sua vita. L’autore ha un obiettivo: comprendere al meglio la relazione co-evolutiva dell’uomo con la tecnologia, aiutare a tracciare una strada verso un futuro che sia gratificante sia per l’umanità che per il pianeta in generale.