GEOPOLITICA DEL MONDO MODERNO

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ESTERI - page 21

Putin “Prigozhin uomo di talento che ha commesso errori. Aspettiamo le indagini”

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MOSCA (RUSSIA) (ITALPRESS) – “Prigozhin era un uomo di talento che ha commesso degli errori”. Lo afferma il Presidente russo, Vladimir Putin, in un discorso in tv dopo lo schianto dell’aereo avvenuto ieri.
Putin ha espresso le sue condoglianze alle famiglie delle vittime, secondo quanto riferisce la Tass.
“Il comitato investigativo russo ha avviato un’indagine preliminare sull’incidente – ha detto Putin – Ci vorrà del tempo”.
-foto Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).

Si schianta jet di Prigozhin. La Wagner “Ucciso dai traditori della Russia”

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MOSCA (RUSSIA) (ITALPRESS) – Dieci persone sono morte nello schianto di un jet privato nella regione di Tver, in Russia. Lo riferisce la Tass. Tra le vittime, secondo quanto riferiscono i media russi,  anche il capo della Wagner Evgenij Prigozhin, che risulta nella lista dei passeggeri a bordo. Il jet precipitato era in viaggio da Mosca a San Pietroburgo. L’Agenzia federale per il trasporto aereo ha avviato un’indagine sullo schianto dell’aereo.

“Il leader e fondatore del gruppo Wagner Yevgeny Prigozhin è morto” Conferma il canale di Telegram Grey Zone. «Il capo della Wagner, eroe della Russia, un vero patriota della sua Patria Yevgeny Prigozhin è morto a causa delle azioni dei traditori della Russia”, ha scritto la Wagner. “Anche all’inferno sarà il migliore! Gloria alla Russia», conclude il messaggio.
(ITALPRESS).

-foto Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).

L’India atterra sulla Luna con Chandrayaan-3

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ROMA (ITALPRESS) – E’ un giorno storico per l’India: alle 14.34 ora italiana, come da programma, la sonda Chandrayaan-3 ha centrato l’obiettivo dell’allunaggio, facendo del Paese il quarto in assoluto a compiere un’impresa del genere. Attualmente gli Stati Uniti, la Cina e la Russia sono le uniche nazioni che hanno effettuato allunaggi controllati di veicoli spaziali. Proprio la Russia è reduce dal fallimento dell’altro ieri, quando il suo lander si è schiantato sul suolo lunare in un nuovo tentativo di allunaggio. Chandrayaan-3 è partito sei settimane fa, il 14 luglio e ha dovuto orbitare attorno alla Terra diverse volte per raggiungere la giusta velocità per il viaggio verso il satellite.
La missione indiana è al suo secondo tentativo di atterraggio: nel 2019, infatti, la missione Chandrayaan-2 dell’ISRO ha dispiegato con successo un orbiter, ma il suo lander è precipitato. Dopo una discesa automatizzata durata circa 20 minuti, il lander Vikram (che trasporta a bordo il rover Pragyan) ha completato con successo l’atterraggio morbido nella regione del polo sud lunare, in una regione potenzialmente ricca di ghiaccio d’acqua.
(ITALPRESS).
– Foto: Isro – Organizzazione indiana per la ricerca spaziale –

Papa “Non dimentichiamo la martoriata Ucraina”

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CITTA’ DEL VATICANO (ITALPRESS) – “Rivolgo ora un pensiero ai giovani, ai malati, agli anziani e agli sposi novelli. L’esempio dell’apostolo San Bartolomeo, la cui festa celebreremo domani, vi aiuti ad essere sinceri testimoni di Gesù e a sopportare con fede le sofferenze, pensando a quelle patite dagli apostoli del Vangelo. All’intercessione di San Bartolomeo affidiamo anche la cara Ucraina, così duramente provata dalla guerra”. Così Papa Francesco nel corso dell’Udienza Generale in Vaticano.
“Fratelli e sorelle, preghiamo per i nostri fratelli e sorelle ucraini: soffrono tanto. La guerra è crudele! Tanti bambini spariti, tanta gente morta – prosegue il Pontefice -. Preghiamo, per favore! Non dimentichiamo la martoriata Ucraina. Oggi è una data significativa per il loro Paese”.

– foto: Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).

Salvini a San Marino, sintonia su trasporti ed energia

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SAN MARINO (ITALPRESS) – Trasporti, viabilità, approvvigionamento energetico al centro del dialogo con i segretari di Stato agli Esteri, alle Finanze e al Lavoro di San Marino con il vice presidente del Consiglio dei Ministri italiano, Matteo Salvini. Colloqui che hanno consentito di entrare nel merito di una serie di aspetti sui quali l’esponente del Governo italiano ha assicurato la volontà di portare la voce della Repubblica all’interno dell’esecutivo.
“Importante il rapporto della Repubblica con l’Unione Europa e i suoi sviluppi che si annunciano imminenti; il tema delle infrastrutture di comune utilità; i collegamenti viari, primo fra tutti la Superstrada Rimini San Marino e le potenzialità dell’Aeroporto Internazionale “Federico Fellini” – spiega in una nota il Congresso di Stato di San Marino -. Affrontato il punto che riguarda l’energia elettrica, per la quale è auspicato un protocollo d’intesa, come pure l’approvvigionamento idrico e la collaborazione con gli Enti confinanti”.
“Particolare attenzione è stata riservata al tema del lavoro transfrontaliero e i trattamenti fiscali che riguardano le oltre 7 mila persone occupate sul Titano, differenti da quelli adottati in altri Paesi”, prosegue la nota.
“Invidio il tasso di disoccupazione di San Marino – ha affermato il Ministro Salvini – è indispensabile che fra i nostri due Paesi si instauri un rapporto costante, senza più steccati o distanze di qualunque natura”.
Concetti espressi anche nell’incontro allargato a una nutrita delegazione del Congresso di Stato, nel quale sono state ulteriormente approfondite alcune specifiche situazioni e illustrati progetti di reciproco interesse.
Il Vice Presidente del Consiglio ha annunciato nuovi prossimi colloqui con altri esponenti del Governo italiano. “Mesi decisivi – ha concluso – attendono i nostri due Paesi”.

– Foto: ufficio stampa Congresso di Stato Repubblica di San Marino –

(ITALPRESS).

Niger, Papa Francesco “Serve soluzione pacifica per il bene di tutti”

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ROMA (ITALPRESS) – “Seguo con preoccupazione quanto sta accadendo in Niger. Mi unisco agli appelli dei vescovi per la pace e la stabilità nel Sahel. Prego per gli sforzi della comunità internazionale per una soluzione pacifica per il bene di tutti”. Lo ha detto Papa Francesco all’Angelus. “Invochiamo la pace per tutte le popolazioni ferite da guerre e violenze, specialmente per l’Ucraina che da tanto tempo soffre” ha aggiunto. (ITALPRESS).

Foto: Agenzia Fotogramma

Ucraina, droni attaccano cittadina russa di Kursk. Almeno 5 i feriti

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MOSCA (RUSSIA) (ITALPRESS) – Almeno cinque persone sono rimaste ferite nella città russa di Kursk a causa della caduta di un drone ucraino sullo scalo ferroviario cittadino. A comunicarlo ai media russi è stato il governatore regionale Roman Starovoit. Sempre a causa del pericolo di attacchi di droni ucraini, gli aeroporti moscoviti di Domodedovo e Vnukovo hanno sospeso arrivi e partenze. Proprio nella notte uno di questi droni è stato abbattuto nei pressi della capitale.(ITALPRESS).

Foto: Agenzia Fotogramma

Iran: nuova diplomazia, ma stesso obiettivo

La teocrazia iraniana ha da sempre perseguito un duplice obiettivo strategico: assumere una leadership regionale affermandosi come potenza dominante nel Medio Oriente; costringere gli USA ad abbandonare l’area e allo stesso tempo detronizzare Israele. Questa è stata e rimane la direttiva geostrategica che orienta la politica dell’Iran, ciò che invece ha subito una rimodulazione è stato l’approccio della diplomazia persiana nei confronti dei Paesi del Golfo e della Penisola Arabica.

Nei mesi scorsi, infatti, la diplomazia di Teheran ha adottato una differente e nuova modalità esecutiva che ha sensibilmente modificato la posizione del Paese nei confronti dei rapporti con gli altri Stati del Medio Oriente.

Se il risultato più sorprendente dal punto di vista della ricaduta mediatica può essere considerato il riavvicinamento tra Teheran e Riyad, avvenuto grazie alla intercessione di Pechino, non devono essere assolutamente sottovalutati gli altri passi che l’Iran ha mosso nel tentativo di riconfigurare la sua posizione nell’ambito regionale.

La ripresa di relazioni diplomatiche con gli Emirati Arabi, le ricerca di un dialogo con Abu Dhabi, l’inizio di negoziati con il Bahrain, rappresentano altrettante iniziative diplomatiche volte a presentare l’Iran non come un antagonista scomodo e un vicino ambizioso, ma come un possibile interlocutore di livello e come un partner per la condivisone di progetti che soddisfino interessi reciproci.

Oltre a questi passi l’Iran si è mosso in altre direzioni, dimostrando di voler normalizzare anche situazioni diplomatiche basate sulla adozione di prospettive differenti che in passato hanno opposto Teheran sia al Cairo sia all’Oman. Nel particolare, sono state intraprese significative iniziative per la normalizzazione dei rapporti con l’Egitto, che costituisce uno dei Paesi protagonisti dell’intero MENA e antagonista principale nel ruolo di Paese guida dell’area.

Ma l’azione diplomatica iraniana è stata caratterizzata da una visione a 360°, in quanto sono stati ripresi i colloqui con la Turchia e di conseguenza con la Russia e la Siria per cercare di arrivare a una soluzione che possa risolvere le problematiche che affliggono la regione siriano irachena salvaguardando gli specifici interessi di tutte le potenze coinvolte.

A coronamento di questa serie di iniziative diplomatiche di assoluta importanza, per dare rilievo al nuovo corso della geopolitica di Teheran nei confronti dei Paesi del Medio Oriente, l’Iran ha proposto l’istituzione di un forum regionale dal quale sono esclusi gli USA e Israele, ottenendo una reazione di principio, complessivamente positiva, che potrebbe aprire a nuove prospettive di sviluppo delle relazioni nell’area.

Ovviamente, questo nuovo orientamento strategico non ha risolto d’emblée i numerosi dossier che ancora caratterizzano i rapporti tra Teheran e le Capitali Arabe; infatti, rimane elevata la tensione con il Kuwait e anche con gli stessi Emirati e l’Arabia Saudita a causa di problematiche di particolare rilievo, come rivendicazioni territoriali o il supporto a fazioni contrapposte nell’ambito della crisi yemenita.

Il nuovo contesto diplomatico vede quindi l’Iran proporsi come partner disponibile al dialogo e non come minaccioso vicino pronto a “flettere i muscoli” per conseguire i propri obiettivi.

Tuttavia, rimane insita la diffidenza degli altri attori e la circospezione con la quale le iniziative di Teheran sono accolte, in quanto, nonostante il cambiamento di atteggiamento, rimane immutato l’obiettivo strategico iraniano che punta all’ acquisizione della leadership regionale.

Ma il punto di volta che sorregge il conseguimento di un tale obiettivo rimane quello della eliminazione della presenza USA nell’area.

Solo eliminando la presenza di Washington l’Iran può sperare di assumere quel ruolo di leadership che rappresenta il centro di gravità della strategia perseguita dalla teocrazia di Teheran.

L’eclisse dell’America, inoltre, renderebbe possibile, agli occhi dell’Iran, l’eliminazione del nemico atavico del regime: Israele.

Di conseguenza, se nei confronti dei Paesi del Medio Oriente la diplomazia iraniana ha adottato un atteggiamento decisamente più conciliante e meno aggressivo che nel passato, è nei confronti degli USA e di Israele che si concentra l’azione ostile e provocatoria dell’Iran.

Azione che alterna fasi dinamiche sia dirette, contro gli interessi commerciali nell’area (flusso attraverso il Golfo), sia indirette, con il continuo e massiccio supporto alle organizzazioni terroristiche di matrice islamica che conducono una sorta di proxy war contro gli interessi USA e che agiscono ai confini di Israele mantenendo elevato lo stato di tensione.

Ma quanto risulta efficace questa nuova impostazione diplomatico – strategica da parte di Teheran e come viene percepita dai vari Paesi nell’area mediorientale?

Certamente la fiducia negli USA come garante della sicurezza e dell’equilibrio nella regione ha subito un ridimensionamento notevole a causa di una linea politica priva di visione strategica adottata dalle amministrazioni americane che si sono succedute da Obama in poi (nessuna esclusa), linea che ha dimostrato l’incapacità di Washington di adattare la propria diplomazia a uno scenario i cui parametri sono in continuo mutamento. Le azioni volte a cercare di invertire questa tendenza poste in atto dalla attuale amministrazione, anche se si sono dimostrate poco efficaci e abbastanza maldestre, hanno avuto, almeno, il pregio di cercare di recuperare il terreno perduto.

La sensazione di insicurezza creatasi ha spinto i Governi dell’area a individuare delle alternative che possano colmare il vuoto lasciato dagli USA, offrendo la possibilità alla Cina di entrare quale attore di rilievo nell’area e concedendo alla Russia un rientro da protagonista nello scenario. Contestualmente, l’acquisizione di una maggiore consapevolezza nelle capacità intrinseche di alcuni Paesi (Arabia Saudita, Egitto, Turchia) nel poter ricoprire un ruolo sempre più incisivo, ha fatto nascere il concetto di Media Potenza che sta cambiando gli assetti geostrategici generando nuovi centri di equilibrio regionale.

Nonostante la nuova impostazione diplomatica di Teheran possa essere considerata, pur con un certo ottimismo, di successo, rimane la diffidenza di fondo degli altri Paesi che temono che una volta eclissatasi la potenza USA l’aggressività dell’Iran non sia più contrastabile. La presenza della Cina, partner critico dal punto di vista commerciale ed economico, e di una Russia in difficoltà non sono considerate alternative affidabili per garantire la sicurezza e l’equilibrio.

Questa situazione genera, da un parte, un atteggiamento ambiguo nei confronti degli USA, contraddistinto da aperture caute e ricerca del massimo risultato ai fini del conseguimento dei propri interessi, cercando di evitare una situazione di completa dipendenza/sudditanza diplomatico politica alla strategia di Washington.

Dall’altra, un’azione abbastanza spregiudicata nell’intraprendere soluzioni alternative, ricercando partnership e collaborazioni dirette sia verso il Sud Emergente (Global South) sia verso l’Unione Europea, identificando in essa quelle realtà politiche in grado di formulare visioni strategiche di ampia portata.

Il successo della strategia iraniana non è affatto scontato; in primo luogo, le preoccupazioni degli altri Stati non sono state di certo ridimensionate da questo nuovo corso della diplomazia, in quanto gli artigli di Teheran sono sempre più affilati.

In secondo luogo, anche se gli USA hanno visto decadere la loro influenza regionale, rimangono comunque l’unica potenza che l’Iran considera con rispetto e teme e di conseguenza sono ancora un elemento critico nell’equilibrio della Regione.

In terzo luogo, inoltre, anche ammettendo la scomparsa della presenza USA, l’Iran si troverebbe a confrontarsi con una Cina decisamente in ascesa e desiderosa di imporre la propria leadership in quella regione che rappresenta il trait d’union tra l’Asia e il Mediterraneo, dove è puntata la direttrice strategica della Road and Belt Initiative di Pechino.

Infine, anche se Israele è attraversato e scosso da una crisi costituzionale senza precedenti e sembra aver perso la lucidità diplomatico politica che ne ha caratterizzato la storia, le sue potenzialità non possono essere sottovalutate e l’esito di un eventuale conflitto, oltre a non essere affatto scontato per Teheran, altererebbe drammaticamente l’assetto dell’intera regione e potrebbe trasformarsi in un clamoroso insuccesso per la teocrazia iraniana.

Quindi, in sintesi, il nuovo corso della diplomazia dell’Iran rappresenta il tentativo di rendere meno ostili i Paesi dell’area mediorientale, mostrando una postura meno aggressiva e più incline a forme di collaborazione locale limitate, il cui fine ultimo è comunque quello di porre le condizioni per eliminare la presenza USA, che rappresenta l’ostacolo insormontabile per poter raggiungere quella leadership regionale che l’Iran insegue dalla rivoluzione del 1979.

La diplomazia persiana ha radici millenarie e l’Iran di oggi ha ereditato questa raffinatezza di pensiero, ma lo scenario non è solamente limitato allo scontro Iran vs. USA in quanto il palcoscenico adesso ospita nuovi protagonisti le cui aspirazioni geostrategiche sono altrettanto aggressive e di portata globale.

Ma questa complessa scenografia geopolitica è estremamente fluida e quindi c’è posto anche per altri protagonisti ed è qui che l’Europa potrebbe trovare le condizioni adatte a recitare un importante ruolo in questo Grande Gioco che è in atto per costruire il Nuovo Ordine Mondiale.

Italiani non pagano il conto in Albania, Meloni fa saldare l’ambasciata

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ROMA (ITALPRESS) – “Su indicazione del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, abbiamo provveduto a saldare il conto lasciato non pagato da un gruppo di turisti italiani presso un ristorante della città di Berat”, in Albania. Lo rende noto l’ambasciata italiana a Tirana.
“Gli italiani rispettano le regole e saldano i propri debiti e ci auguriamo che episodi di questo genere non si ripetano”, sottolinea l’ambasciata. Successivamente l’ambasciata ha precisato che “il pagamento è stato liquidato con fondi personali della presidente Meloni per il tramite dell’ambasciata, che si è limitata ad effettuare materialmente il versamento”.
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Ucraina, Zelensky “Chi non è in prima linea aiuti a combattere”

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KIEV (ITALPRESS) – “L’Ucraina è in guerra. E chi non combatte in prima linea deve aiutare chi lo è”. Lo scrive su twitter il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. “Tutta l’adrenalina, le emozioni e le forze del Paese devono essere concentrate sulla battaglia per l’Ucraina. Questa è la causa primaria. Eventuali altre cause personali verranno dopo, una volta che avremo vinto”.
-foto Agenzia Fotogramma-
(ITALPRESS).

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