Un Occidente sempre più percepito come frammentato, attraversato da crisi valoriali e tecnologiche, dove democrazia e libertà di parola si confrontano con nuove sfide legate alla disinformazione e all’iper-personalizzazione della politica. È questa la fotografia che emerge dalla ricerca “L’Occidente e i suoi valori” condotta da YouTrend per il Festival del Sarà, presentata ieri alla Luiss di Roma in occasione della prima tappa della decima edizione della manifestazione diretta da Antonello Barone.
L’Occidente tra Musk, Zuckerberg e i social network
Tra i dati più sorprendenti emersi dal sondaggio, c’è il netto rifiuto degli italiani all’ipotesi che figure come Elon Musk e Mark Zuckerberg possano entrare in politica. Il 75% degli intervistati si è detto contrario, di cui il 53% “sicuramente sì” e il 22% “probabilmente sì”. Un segnale chiaro di sfiducia verso la commistione tra potere tecnologico e potere politico, che si fa ancora più marcato tra gli over 65.
L’indagine affronta poi il tema caldo della libertà di parola sui social network. Due italiani su tre (65%) si dichiarano favorevoli alla moderazione attiva dei contenuti, anche a costo di ridurre la libertà di espressione, se questo serve a limitare la disinformazione e le fake news. Solo il 23% è per una libertà di parola assoluta, anche se ciò implica lasciare spazio a contenuti falsi o pericolosi. A sostenere la necessità di regole più stringenti sono soprattutto i giovani (18-34 anni) e gli anziani (over 65), probabilmente per motivi differenti, ma uniti nella percezione di un ecosistema digitale fuori controllo.
Trump? Più individualismo che valori democratici
La figura di Donald Trump, già presidente degli Stati Uniti, non viene identificata dagli italiani come rappresentativa dei valori occidentali. Più che democrazia o stato di diritto, Trump viene associato a capitalismo aggressivo e individualismo, elementi percepiti come parziali e in contrasto con una visione più equilibrata dell’identità occidentale.
Un Occidente in cui gli italiani faticano a riconoscersi
Interessante anche l’analisi sull’identità culturale. Gli italiani si sentono più mediterranei (85%) ed europei (83%) che occidentali (81%). Ancora più bassa è l’identificazione con la NATO (67%). Questo distacco è più marcato tra i giovani: solo il 43% degli under 35 ritiene che l’Italia appartenga “molto” all’Occidente. A trainare il sentimento europeista sono invece gli elettori di centrosinistra, tra i quali l’83% individua nell’Europa il primo fattore identitario.
Alla domanda su dove risiedano oggi i veri valori occidentali, il 91% degli italiani guarda ai grandi Paesi europei, mentre solo l’85% li vede negli Stati Uniti. L’Ucraina è riconosciuta come parte dell’Occidente (66%), mentre Russia (24%) e Turchia (22%) restano escluse da questo orizzonte valoriale.
Un giudizio severo sulle politiche sociali
Gli italiani mostrano anche un forte senso critico verso le tutele garantite dall’Occidente: l’83% ritiene che poveri e lavoratori precari siano insufficientemente protetti, e la stessa opinione vale per comunità LGBTQ+ (64%), migranti (63%) e persone con disabilità (63%). Segno che, al di là dei principi enunciati, la pratica della democrazia e dell’inclusione è giudicata carente.
Difesa comune, città e sfide future
“Serve un grande sforzo nei confronti dell’opinione pubblica nazionale ed europea – ha dichiarato Carmine Masiello, Capo di Stato Maggiore dell’Esercito – se non formiamo un’opinione pubblica sui nuovi scenari, non ne usciamo”. Un appello alla costruzione di un sentire comune che parta anche dall’industria della difesa, in un’Europa che finora ha faticato a parlare con una voce sola.
A sottolineare il ruolo delle città nella ridefinizione dell’Occidente è stato invece il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi: “Il sovraffollamento crea disuguaglianze e conflitti sociali. Serve un modello di crescita che guardi alle città come elementi di trasformazione, mettendo in rete le aree interne e puntando su innovazione e nuovi diritti”.
Mobilità sostenibile e nuovi diritti
Nella seconda parte dell’evento spazio anche al futuro della mobilità europea, con un panel dedicato all’automotive in vista della transizione ecologica. Protagonisti Fabio Pressi (A2A E-Mobility), Simona Maschi (CIID), Fabio Orecchini (LUISS), Giusella Finocchiaro (Università di Bologna) e Bianca Maria Vaglieco (CNR). Un confronto che ha mostrato come anche il tema della mobilità sia oggi parte integrante del discorso sull’Occidente, i suoi valori e la sua capacità di adattamento.
Il Festival del Sarà, promosso dalla Camera di Commercio del Molise e patrocinato da LUISS, ASviS, Riparte l’Italia, Motus-E e ANCI, si prepara ora alle prossime tappe a Bologna e Termoli. In un mondo sempre più frammentato, il bisogno di dialogo sul significato attuale dell’Occidente – e sul suo possibile futuro – appare più urgente che mai.