USA-Russia: «Reboot 2.0» o «Patto Molotov-Ribbentrop 2.0»?

13 Marzo 2025
4 mins read

Quasi ogni ora, le notizie forniscono un nuovo motivo per “celebrare” un ulteriore passo verso il riavvicinamento tra Washington e Mosca. Putin ha finalmente nominato Alexander Darchiev come nuovo ambasciatore russo negli Stati Uniti? Meraviglioso. La NBC riporta che l’amministrazione Trump sta pianificando di iniziare a condividere dati sensibili con la Russia (immediatamente dopo aver interrotto i trasferimenti di intelligence all’Ucraina, bloccando persino l’uso dei missili britannici Storm Shadow)? Ancora più interessante.

Cerchiamo di capire cosa sta succedendo.

Partiamo dall’ovvio: i negoziati, iniziati lo scorso anno e ancora in corso, hanno già portato a cambiamenti significativi nelle relazioni bilaterali.

Entrambe le parti esprimono grande soddisfazione per i progressi nei negoziati, sia in base ai risultati dell’incontro a Riyadh, sia dopo il round di colloqui a Istanbul, sia in seguito ad altre consultazioni riservate.

La comunità internazionale ha iniziato a prestare attenzione il 12 febbraio, quando D. Trump ha parlato con V. Putin. Le voci secondo cui tali contatti fossero avvenuti in precedenza erano in realtà solo indiscrezioni basate su interpretazioni errate delle dichiarazioni del nuovo presidente degli Stati Uniti, a cui il Cremlino ha deciso di dare manforte «senza smentirle» tramite il portavoce di Putin, D. Peskov.

Poco dopo, il giorno di San Valentino, si è svolta una conversazione telefonica «romantica» (probabilmente perché entrambe le parti hanno cercato di nasconderla) tra il consigliere di politica estera del presidente russo, Yu. Ushakov, e il consigliere per la sicurezza nazionale del presidente degli Stati Uniti, M. Waltz. Tuttavia, in questa occasione si sono già discussi temi più pragmatici: l’acquisto di 150 aerei «Boeing» (uno dei problemi più critici per la Russia, dove attualmente ogni volo su un aereo è paragonabile a una roulette russa), la cooperazione nello spazio e nel settore energetico, l’interesse comune per l’Artico (tema importante anche per la Cina), e, ovviamente, la questione dell’Ucraina.

Nel primo vero colloquio, i presidenti hanno concordato di tenere i negoziati in Arabia Saudita, un paese accettabile per entrambe le parti. Trump si è subito comportato da esperto uomo d’affari, sottolineando l’interesse delle aziende americane, in particolare ExxonMobil, a riprendere le loro posizioni nel mercato russo. Putin ha colto facilmente l’aspetto commerciale della conversazione, rilanciando con l’interesse della Russia a tornare nel sistema del dollaro.

Il 17-18 febbraio si è tenuto l’incontro «storico» a Riyadh. In realtà, si è trattato di due riunioni separate: una sull’Ucraina e una sulla normalizzazione delle relazioni bilaterali. Per la parte americana erano presenti il Segretario di Stato M. Rubio, il Consigliere per la Sicurezza Nazionale M. Waltz e il Rappresentante Speciale per il Medio Oriente S. Witkoff. Per qualche motivo, il Rappresentante Speciale per la risoluzione del conflitto in Ucraina, K. Kellogg, non è stato coinvolto.

Dalla parte russa erano presenti il consigliere presidenziale Yu. Ushakov, il ministro S. Lavrov e l’attuale rappresentante speciale per la «revoca delle sanzioni», nonché capo del fondo di investimento «Russian Private Equity Fund», K. Dmitriev (una figura accettabile per gli americani e vecchio socio in affari di Witkoff). Il futuro ambasciatore O. Darchiev non è stato incluso nella delegazione.

Ciononostante, i russi sapevano che l’amministrazione Trump aveva bisogno di dimostrare progressi dopo l’incontro in Arabia Saudita. Perciò, è stato possibile respingere con fermezza l’ipotesi di discutere un cessate il fuoco (Lavrov ha dichiarato apertamente in un’intervista che «l’armistizio è una strada senza uscita, servono accordi legali definitivi») e, invece, avanzare richieste come il mantenimento del controllo russo sui territori già conquistati e annessi alla Costituzione russa, l’avvio del processo di revoca delle sanzioni e il ripristino dell’accesso della Federazione Russa ai mercati globali.

Questa posizione russa riflette perfettamente le richieste avanzate dal Cremlino all’Occidente, secondo quanto riportato dalla testata Nowiny Polskie: un rapido cambio di governo (a partire dal presidente ucraino), la rinuncia dell’Occidente al sostegno all’Ucraina con conseguente smilitarizzazione del paese e la sua incapacità di difendersi in caso di nuove aggressioni.

E in cambio? Prima di tutto, la solita promessa – attraente ma mai mantenuta sin dai tempi di Kissinger – di allentare la cooperazione con la Cina.

In secondo luogo, la proposta insidiosa di concedere agli Stati Uniti il diritto di estrarre risorse minerarie (in particolare le tanto ambite terre rare) nei territori occupati dell’Ucraina. È chiaro che Mosca non ha alcuna intenzione di condividere le proprie risorse, ma è cruciale che gli Stati Uniti accettino di discutere l’argomento, legittimando così di fatto la sovranità del Cremlino sulle «nuove terre».

Ci sono già esempi concreti di cooperazione economica russo-americana. Uno dei primi progetti proposti è lo sviluppo congiunto del giacimento di minerali di Shevchenkiv, situato nelle zone temporaneamente occupate della regione di Donetsk, con riserve stimate di 14 milioni di tonnellate di minerali e 500 mila tonnellate di ossido di litio. In futuro, questa collaborazione potrebbe estendersi ad altre aree del mondo, come la Repubblica Democratica del Congo e, potenzialmente, la Groenlandia.

Inoltre, Mosca potrebbe promettere di non ripristinare le forniture di gas all’Europa e, in generale, di sollevare il tema dell’energia, facendo leva sulla mentalità imprenditoriale degli interlocutori americani. Il tutto con la consapevolezza che, senza investimenti e tecnologie occidentali, l’industria energetica russa è in declino.

Un’opzione in discussione è la creazione di una società di gestione unica per l’intera infrastruttura di trasporto del gas di Gazprom, con la partecipazione di giganti occidentali come BP, ExxonMobil, TotalEnergies, Shell e BlackRock come investitori.

Tornando ai negoziati, a Riyadh si è principalmente deciso di «continuare a negoziare». Sono stati istituiti gruppi strategici per vari ambiti di cooperazione, è stata avviata la ripresa dei contatti diplomatici e la preparazione di accordi economici.

Dopo il vertice, si sono delineati chiaramente due canali di trattativa russo-americana: uno politico (che potrebbe culminare in un incontro tra i due leader) e uno puramente commerciale, dove sono coinvolti oligarchi russi e imprenditori americani, soprattutto nei settori dell’energia, dell’estrazione mineraria e della finanza.

Nel frattempo, Mosca sta sondando nuovi temi su cui l’amministrazione Trump potrebbe essere interessata a collaborare, come la lotta al narcotraffico. In tal senso, il rappresentante del Ministero dell’Interno russo negli USA, A. Gusev, sta cercando di dimostrare le capacità della Russia ai dipartimenti di Giustizia, Sicurezza Interna, FBI e DEA.

Il 27 febbraio si è tenuto a Istanbul un nuovo round di consultazioni per sviluppare gli accordi sauditi, questa volta su un piano puramente diplomatico. La delegazione russa è stata guidata dall’«ambasciatore in pectore» Darchiev, mentre quella americana dalla vice assistente del Segretario di Stato, Sonata Coulter.

L’obiettivo finale di Mosca rimane lo stesso: arrivare a un incontro tra Putin e Trump per ridefinire le sfere di influenza globali, magari firmando un accordo con un protocollo segreto, come quello siglato il 23 agosto 1939 tra l’URSS e la Germania nazista. E l’Europa? Resta un problema solo per sé stessa.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Follow Me

Best Rated

Banner

Popular

Authors

Previous Story

Gedda: Zelensky accetta il cessate il fuoco, ripartono gli aiuti USA e l’intelligence

Next Story

Forze Armate e sicurezza stradale: prima edizione del Safety Motor Day

Latest from Blog

La nuova strategia di Hamas

  L’esito delle operazioni militari all’interno della Striscia di Gaza suscita la preoccupazione, l’angoscia e la condanna da parte dei Governi, delle Organizzazioni Internazionali e dei media occidentali unanimi nel chiedere a Israele di interrompere il conflitto ed evitare una “catastrofe umanitaria”. L’intento di questo insieme di iniziative è assolutamente

Disinnescare il fronte libanese

Quando a Ottobre dello scorso anno Hamas perpetrò il suo attacco terroristico nella striscia di Gaza ottenne, immediatamente, il pieno supporto mediatico delle milizie filoiraniane di Hezbollah. Tuttavia, anche se nei mesi successivi Hezbollah ha intensificato le sue attività offensive lungo la linea di confine, costringendo Israele ad evacuare diverse

Washington e il Medio Oriente

Negli ultimi quindici anni il centro di gravità della politica estera di Washington si è spostato dal teatro Euroasiatico a quello Indo – Pacifico come conseguenza della scelta geostrategica di contrastare in quella Regione la crescente influenza cinese tendente a realizzare un nuovo sistema di ordine globale. Questa priorità ha

Ankara e la ricerca dell’equilibrio geopolitico

In occasione della imminente visita di Putin in Turchia il Presidente Erdoǧan ha dichiarato l’intenzione di svolgere il ruolo di mediatore nell’ambito del conflitto ucraino facendosi promotore di una possibile situazione negoziale tra le due parti. L’iniziativa sembra voler sottolineare la volontà della Turchia di riprendere a svolgere quel ruolo

La situazione in Medio Oriente dopo il 7 Ottobre

L’attacco che Hamas ha condotto contro lo Stato di Israele, lo scorso 7 Ottobre, rappresenta un ulteriore episodio del conflitto che devasta il Medio Oriente da circa un secolo (anno più, anno meno). Per poter comprendere tale nuova fase di questa guerra infinita, è necessario esaminare gli aspetti che ad

Una nuova guerra in Medio Oriente?

  Le modalità con le quali, nel settore della Striscia di Gaza, l’organizzazione di Hamas ha condotto l’attacco contro lo Stato di Israele hanno drammaticamente elevato il livello della tensione che contraddistingue l’area, accrescendo il pericolo che la situazione possa evolversi dando luogo a un vero e proprio conflitto. Il

Iran: nuova diplomazia, ma stesso obiettivo

La teocrazia iraniana ha da sempre perseguito un duplice obiettivo strategico: assumere una leadership regionale affermandosi come potenza dominante nel Medio Oriente; costringere gli USA ad abbandonare l’area e allo stesso tempo detronizzare Israele. Questa è stata e rimane la direttiva geostrategica che orienta la politica dell’Iran, ciò che invece

Medioriente – il Nuovo Mondo del terzo millennio

Recentemente, nell’ambito di una riunione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU nella quale dovevano essere discussi i termini per l’invio di ulteriori aiuti umanitari a favore delle aree colpite dal terremoto, che ha devastato la zona di confine tra Turchia e Siria, la Russia ha esercitato il diritto di veto bloccando,

Global South e Nuovo Mondo Multipolare

Mentre in Europa abbiamo reinventato la Guerra Fredda nell’illusione di fermare la storia, cullandoci nel decadente mito della superiorità della cultura occidentale, sorretti dalla presunzione di avere il diritto di imporre sanzioni a chiunque non condivida la nostra narrative, il mondo si è trasformato sotto i nostri occhi. Il processo

L’Impero su cui non tramonta mai il sole

La geopolitica dell’impero di Roma venne regolata da un criterio semplice ma efficace: divide et impera! E il successo di tale formula fu così elevato che, nel corso dei secoli, tale pratica venne adottata da molte altre potenze che giocarono un ruolo fondamentale nella costruzione dell’ordine internazionale. Quindi non c’è

Il manifesto di politica estera di Pechino

  Mentre in Occidente ci auto illudiamo con una narrativa di “regime” unidirezionale e ingannevole che il conflitto ucraino rappresenti l’atto estremo dell’eterna lotta tra il Bene (noi Occidentali) e il Male (il resto del mondo che non la pensa come noi), non ci accorgiamo che la Cina sta ponendo

La realpolitik di Ankara

Mentre la narrativa occidentale dà per imminente la vittoria dell’Ucraina nel revival all’inverso della Grande Guerra Patriottica e per scontata la scomparsa della Russia dalla scena internazionale, Mosca continua a svolgere un ruolo di protagonista negli altri scenari geopolitici che l’Occidente sembra aver dimenticato. Recentemente, infatti, l’attività diplomatica del Cremlino

Il piccolo mondo antico dell’Occidente

Il protrarsi del conflitto in Ucraina ha determinato la necessità fondamentale, per entrambi i contendenti sul campo, di poter accedere a fonti integrative di rifornimenti di materiale bellico, al fine di poter supportare le proprie attività e di conseguire i propri obiettivi. Gli USA e l’Europa, da lungo tempo, sono

La crisi ucraina: informazione o propaganda?

  La cronaca e l’esame analitico di come si stia sviluppando il conflitto in atto in Ucraina sono offuscate da quella che sembra essere l’unica cosa che abbia importanza nell’ambito di questa tragedia: la propaganda. Il circuito mediatico nazionale e soprattutto internazionale non produce informazione oggettiva, seria, imparziale, ma è

L’impasse

Mentre all’Assemblea generale delle Nazioni Unite si consumava la rappresentazione tragicomica della inanità di questo consesso mondiale, retaggio di un mondo che non esiste più, roboante nei suoi propositi, elefantiaco nella miriade delle sue diramazioni, economicamente fallimentare, ma, soprattutto, impotente nella risoluzione dei conflitti che coinvolgono gli stessi Paesi che

Esiste un nuovo ordine mondiale

I conflitti sono sempre stati originati e condotti per ottenere risultati volti a soddisfare il conseguimento degli intendimenti strategici che le nazioni considerano essenziali per i loro obiettivi di politica nazionale. Queste ragioni sono state, poi, immancabilmente ammantate da un pesante velo di propaganda (questo è il suo vero nome!)

Una nuova NATO dopo Madrid?

Il vertice della NATO di Madrid, appena concluso, e la recentissima formalizzazione dell’ingresso di due nuovi membri nell’ambito dell’Alleanza sono stati presentati come un’altra risposta forte e decisa che il mondo occidentale ha voluto dare alla Russia. Il vertice ha inteso trasmettere l’immagine di una Alleanza compatta e determinata che

NATO – Back to the future!

La prossima settimana a Madrid si svolgerà il vertice dell’Alleanza Atlantica che dovrà definire il Concetto Strategico che guiderà la NATO verso il nuovo decennio. Il contesto geopolitico nel quale questo particolare e fondamentale appuntamento si realizza è estremamente delicato e le decisioni che saranno assunte avranno un peso specifico

La geopolitica tecnologica della Turchia

L’ascesa della importanza geopolitica della Turchia e l’aumento della sua proattività diplomatica delineano una parabola che proietta il Paese verso il conseguimento di una rilevanza strategica che, trascendendo i limiti geografici regionali, le sta facendo assumere il ruolo di potenza euroasiatica. Il percorso tracciato da Erdogan non è stato lineare,

Come la Russia vede la crisi ucraina

      Il clima mediatico occidentale sembra ritenere che il conflitto militare in Ucraina, in atto da ormai più di tre mesi, possa essere prossimo alla sua conclusione. Le sanzioni e l’insuccesso attribuito alle operazioni russe, a cui si imputa il mancato conseguimento di risultati militari definitivi, lascia ora

Svezia e Finlandia nella NATO. Cui prodest?

La notizia che la Svezia e la Finlandia abbiano recentemente formalizzato la loro richiesta di entrare a far parte della NATO è stata presentata come un colpo definitivo assestato all’avventura russa in Ucraina e come un successo politico che consente all’Alleanza di annoverare tra le sue fila anche due giganti

Il dilemma strategico della Russia

Se si esamina con attenzione una carta geografica della Russia appare evidente, anche all’occhio del neofita, che l’immensa estensione territoriale di questo paese è controbilanciata, con esito negativo, dalla pressoché assoluta mancanza di accesso diretto alle rotte commerciali oceaniche che costituiscono, da sempre, la base sulla quale si sviluppa e

Macron 2.0 :più Francia e meno Europa

Domenica prossima la Francia andrà al voto di ballottaggio per eleggere il Presidente della Repubblica. Il copione non presenta nessuna novità di rilievo, è lo stesso ormai da circa 20 anni. Due candidati che rappresentano le due anime di una nazione, da una parte il difensore dello stato di diritto

Difesa Europea? No grazie!

L’attuale crisi ucraina, in virtù dello sconvolgimento geopolitico che ha provocato, ha dato l’avvio a una molteplicità di riflessioni, di idee e di propositi da parte del mondo occidentale, e dell’Europa in particolare, volte a individuare nuove soluzioni per evitare il ripetersi di eventi simili e per continuare a garantire

Un nuovo ordine internazionale

  Il 4 febbraio scorso, in occasione della cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici a Pechino, nella sede del China Aerospace Studies Institute, Cina e Russia hanno firmato una dichiarazione congiunta, denominata “Joint Statement of the Russian Federation and the People’s Republic of China on the International Relations Entering a

Ma l’ONU, così, serve ancora?

Il conflitto che sta sconvolgendo l’Ucraina ha messo in evidenza un vuoto pauroso nel panorama delle istituzioni internazionali che a vario titolo sono coinvolte nella risoluzione della crisi. Questo vuoto è dato dall’assenza di quella che dovrebbe essere l’istituzione primaria per il mantenimento della pace, cioè dell’ONU! Questo organismo internazionale

La Germania è uscita dal letargo. Realmente?

Negli ultimi trent’anni la posizione geopolitica della Germania è stata caratterizzata da una politica estera ondeggiante tra propositi idealistico -utopistici e interessi economici (definita con malcelato orgoglio realpolitik) che l’hanno portata a valutare (o sottovalutare) le mosse dello scomodo vicino russo con una lente di ingrandimento appannata, che ne ha

La posizione della Cina nella crisi ucraina

Lo sviluppo della crisi in Ucraina rappresenta un importante banco di prova per il corso della politica cinese in virtù dei condizionamenti futuri, che potranno incidere sia sulle decisioni strategiche sia sulle linee di azione che il Paese dovrà prendere nel condurre la propria politica estera. A premessa di quanto

Conclusa la Conferenza permanente, redatto documento con le priorità politiche

Nuova centralità Italiani all’estero: conclusa la Conferenza permanente, redatto documento con le priorità politiche Continuità di azione della Conferenza permanente tra una convocazione e l’altra; partecipazione formale del CGIE alla Conferenza Stato – Regioni; revisione e integrazione delle forme di rappresentanza degli italiani all’estero, alla luce dei cambiamenti intervenuti nel tessuto dell’emigrazione italiana; potenziamento del Sistema Paese in

Armao al Comitato europeo delle Regioni: misure UE specifiche per i disastri naturali

Il Vicepresidente ed Assessore all’Economia della Regione Siciliana, Gaetano Armao, intervenendo oggi, in occasione della 146esima sessione plenaria del Comitato europeo delle Regioni (CdR), al dibattito sui disastri naturali e la risposta alle emergenze ha illustrato al Commissario UE per la Gestione delle crisi, Janez Lenarčič, i gravi effetti dei

Mario Draghi alla guida del paese

Mario Draghi ha sviluppato durante gli anni della sua carriera lavorativa una visione chiara e completa dei problemi dell’economia della società contemporanea e degli strumenti da utilizzare per migliorarla. Lo dimostra sul campo in quanto uomo d’ azione, sia al tesoro negli anni novanta che a capo della BCE in

Intelligenza artificiale : verso una regolamentazione etica e responsabile

Nei giorni scorsi il Senato ha approvato il DDL 1146 sull’intelligenza artificiale, quale un primo passo del Governo volto alla disciplina di questa materia così attuale e nello stesso tempo così delicata e pervasiva per gli impatti che determina e sta già determinando su molteplici aspetti della nostra vita e

Servizi di Assistenza Domiciliare Privata: siglato accordo tra UN.I.COOP. e U.G.L. Salute per la tutela delle Cooperative Sociali

È stato firmato un accordo innovativo tra UN.I.COOP. (Unione Italiana Cooperative) e U.G.L. Salute per disciplinare, in modo chiaro e conforme alla normativa vigente, i contratti di collaborazione coordinata e continuativa (co.co.co.) nel settore dell’Assistenza Domiciliare Privata. Si tratta di un Protocollo Modificativo del CCNL Cooperative Sociali, che rappresenta una
GoUp