Le professioni STEM, ovvero quelle relative agli ambiti della Scienza, Tecnologia, Ingegneria e della
Matematica, sono fondamentali da sempre per il progresso tecnologico e scientifico, e sono pertanto
indispensabili per rispondere alle grandi sfide globali dei contesti attuali legate all’innovazione, alla
sostenibilità, alla tutela della salute.
L’Italia in questo momento riscontra una significativa carenza di professionisti nelle discipline STEM
con impatti rilevanti sull’economia nazionale e di conseguenza sul mercato del lavoro.
Come anche riscontrato nella recente indagine di Unioncamere-Ministero del Lavoro, sugli sbocchi
professionali dei laureati in Italia, le aziende hanno diMicoltà a reperire quasi 1 laureato su 2 su un
totale di circa 760mila laureati richiesti.
Il problema principale risiede nel cd. “gap di offerta”, a fronte del quale esistono specifici profili
professionali molto richiesti per i quali non ci sono abbastanza figure disponibili sul mercato. Tale
fenomeno è ancora più marcato proprio per le lauree in ambito STEM.
Occorre anche ricordare che in Italia le persone laureate nella fascia di età 25-34 anni sono il 29,2%,
ben al di sotto della media europea che si attesta al 42,0%.
In questo scenario di contesto, nel gennaio 2025 è stata costituita la Federazione STEM, la prima
federazione sindacale in Italia per rappresentare e sostenere i professionisti STEM, per la loro crescita
e per il riconoscimento del loro ruolo strategico per lo sviluppo del Paese.
Una sfida importante per fornire un supporto significativo al sistema Paese e per aMrontate le carenze
attuali e riguadagnare competitività, che necessita di politiche educative mirate, di una corretta
programmazione strategica, oltre che la necessità di abbattere le barriere di genere e quelle socioeconomiche.
Abbiamo incontrato a tale proposito il Dott. Vittorio D’Orsi, co-fondatore e Vice Segretario Generale
della Federazione, e la Dott.ssa Alessia Salmaso, Presidente del Comitato Scientifico della
Federazione, a cui abbiamo sottoposto alcune domande.
Di seguito l’ntervista al Dott. D’Orsi con una chiusa della Dott.ssa Salmaso.
Dott. D’Orsi come e quando è nata l’idea di costituire la Federazione?
L’idea di una Federazione STEM ha in realtà radici lontane, ma si è concretizzata in via definitiva
nell’incontro avvenuto lo scorso anno tra alcuni dei principali fondatori, in occasione del convegno
svoltosi a Roma il 2 ottobre presso l’Università degli Studi Guglielmo Marconi: <>, dove eravamo relatori. In quella sede il Presidente Marco
Carlomagno ed il Segretario Generale Beniamino Romano, considerata la sostanziale comunione di
intenti, hanno gettato le basi per la costruzione della Federazione. In eMetti, tutti i fondatori hanno
avvertito l’urgenza di rappresentare categorie professionali che non sono adeguatamente sostenute e
che non hanno oggi una cultura sindacale, in particolare quelle legate a ruoli emergenti come esperti
di intelligenza artificiale, ricercatori, data scientist, esperti di blockchain o di IoT , ma anche filosofi e
sociologi dell’informazione, determinanti proprio nell’orientamento di questi settori (i soggetti che
definiamo STEM+, dove “plus” rappresenta appunto la visione umanistica della tecnologia). In breve,
si tratta di creare un ecosistema italiano per l’innovazione.
Può illustrarci i 2 o 3 punti obiettivo principali che la Federazione si è prefissata di conseguire già
entro la fine dell’anno?
L’obiettivo principale della Federazione è quello di costruire un Contratto Collettivo Nazionale per
l’Innovazione per tutte quelle aziende (Startup Innovative, Micro Imprese) che non ne sono dotate. Si
tratta di un modello contrattuale moderno e flessibile, capace di valorizzare tutti i profili professionali
con pari opportunità di carriera, senza penalizzare chi non sceglie percorsi manageriali (i famosi
“professional” di cui si parla molto ma che in realtà non trovano poi spazio di crescita).
Centrale è anche l’esigenza di tutelare il diritto alla formazione continua in un contesto dove le
competenze diventano obsolete rapidamente. I fondatori credono nella creazione di un sistema di
apprendimento permanente che consenta di mantenere alta la competitività e favorire la crescita
personale e professionale. A questo si aggiunge la volontà di promuovere politiche di work-life
balance, che vedano lo smartworking e la flessibilità oraria in primis, per contrastare fenomeni di
burnout, sempre più diMusi nelle professioni ad alta intensità tecnologica.
Ma non è tutto. Una seconda iniziativa riguarda la predisposizione di una norma che proponga il ruolo
del Project Manager e del PMO nelle pubbliche amministrazioni, quali ruoli determinanti per il
raggiungimento degli obiettivi di un progetto. E’ evidente come in questa fase della programmazione
comunitaria, ed il particolare del PNRR, sia fondamentale focalizzare le energie sui risultati. La cultura
del project management dovrebbe parimenti interessare tanto le strutture pubbliche che quelle
private, e la PA può essere un volàno per la disseminazione di questo orientamento.
Quali sono le più importanti azioni che la Federazione sta mettendo in atto in questi primi mesi di
vita?
La primissima azione, naturalmente, è quella di farci conoscere – come stiamo facendo in questa
sede! In eMetti stiamo sviluppando un piano di comunicazione che ci veda presenti sia attraverso
interviste e comunicati stampa, sia mediante partecipazione attiva a prossimi convegni. E’ importante
infatti che le startup alle quali ci rivolgiamo possano identificare nella FederazioneSTEM la propria
“casa”, un luogo di discussione critica e di crescita comune, proprio per sostenere quell’Ecosistema
Innovazione di cui stiamo parlando.
Altro tipo di azione è quella verso gli stakeholder istituzionali. Stiamo pianificando una serie di incontri
per poter illustrare il modello proposto e cercare di far convergere il sistema Paese verso la creazione
di un ambiente favorevole allo sviluppo delle startup, per consentire anche ai giovani talenti che
vogliono rientrare di trovare un vero e proprio network di accoglienza.
L’Italia è il luogo che ha dato i natali a Leonardo Da Vinci, a Galileo… al metodo scientifico nel suo
complesso. Impossibile, dunque, non valorizzare qui le competenze STEM+ che riteniamo
indispensabili per la crescita della Nazione.
Dott.ssa Alessia Salmaso, perché avete costituito un Comitato Scientifico all’interno della
Federazione STEM? Quali sono i suoi compiti?
Abbiamo istituito il Comitato Scientifico per dare voce al binomio STEM – STE(A)M, dove la A
rappresenta Art & Humanities. La scienza e la tecnologia, infatti, non possono prescindere da un
approccio umano e interdisciplinare.
Il Comitato Scientifico è il cuore culturale della Federazione STEM: rappresenta Innovazione e
incarna Inclusione. Il nostro impegno è integrare Scienza e Tecnologia con una visione aperta, in cui
Equità e Innovazione si fondono per costruire un futuro di autentica evoluzione.
Per noi, la A di STE(A)M significa anche Ascolto. Ascolto per comprendere punti di vista diversi,
perché il confronto è il primo passo per costruire un’inclusione reale e un cambiamento strutturale.
Ascoltare le imprese significa interpretarne le esigenze e comprendere le competenze STEM di cui
hanno bisogno, essenziali per la loro crescita e competitività.
Rappresentare le professioni STEM significa rafforzarle e tutelarle, perché sono il motore
dell’innovazione e il pilastro del futuro del Paese.
Dunque, il Comitato Scientifico nasce con l’obiettivo di dare voce e riconoscimento alle professioni
STEM, diffondendo una cultura dello sviluppo equo e sostenibile. Lo facciamo organizzando spazi di
incontro e confronto, in cui portare all’attenzione della collettività ricerche, studi e pubblicazioni di
donne e uomini STEM, per dare visibilità al valore scientifico di queste competenze.
Ma non basta. Per queste finalità e per dare il giusto riconoscimento al valore non solo scientifico, ma
anche economico e sociale delle professioni STEM, intendiamo implementare un Osservatorio
dedicato al mercato del lavoro STEM. L’Osservatorio avrà il compito di analizzare il presente e
tracciare la strada per il futuro, raccogliendo dati e informazioni per monitorare l’evoluzione del
settore.
Cosa farà in concreto l’Osservatorio del Lavoro STEM? Dovrà monitorare l’occupazione STEM:
raccogliere e analizzare dati sulle dinamiche occupazionali, sulle nuove competenze richieste e
sull’evoluzione delle professioni; ma anche identificare le tendenze del mercato del lavoro:
comprendere quali settori stanno crescendo e quali figure professionali saranno sempre più
strategiche nei prossimi anni; e infine, supportare il dibattito pubblico con dati concreti, fornendo
strumenti di analisi per istituzioni, imprese e mondo accademico.
L’innovazione non è solo questione di tecnologia, ma anche di cultura, strategia e capacità di visione.
Ecco perché il Comitato Scientifico della Federazione STEM si impegna a costruire conoscenza,
diffondere consapevolezza e promuovere l’evoluzione del lavoro STEM in un contesto equo,
competitivo e proiettato al futuro.
Insieme, tracciamo la strada dell’innovazione.
Maggiori informazioni sulla Federazione sono disponili sul sito Federazione STEM.