Durante una Messa celebrata nella Basilica Vaticana per i comunicatori istituzionali cattolici, il Cardinale Pietro Parolin ha affrontato il tema delle “malattie spirituali” nei media moderni, invitando a una comunicazione più autentica e meno gridata. L’occasione è stato il Convegno internazionale dei comunicatori istituzionali cattolici, nell’ambito del Giubileo della Comunicazione, che ha visto la partecipazione di circa 200 tra vescovi e direttori degli Uffici di comunicazione delle Conferenze episcopali e delle famiglie religiose.
Il Segretario di Stato Vaticano ha individuato tre principali tentazioni nel mondo della comunicazione: il desiderio di dominare gli altri facendosi chiamare “maestri”, la tendenza a dimenticare la comune condizione di figli di Dio, e l’aspirazione ad ergersi come guide assolute. Parolin ha sottolineato come queste tendenze possano manifestarsi sia nell’uso dei media mainstream che nell’autoesposizione narcisistica sui social media.
Come antidoto a queste “malattie spirituali”, il Cardinale ha proposto di ricordare che l’unico vero Maestro è lo Spirito Santo, di riconoscere la propria condizione di figli e fratelli, e di promuovere comunità di lavoro libere e creative. Ha esortato i comunicatori a evitare l’eccessivo controllo e la paura della novità, incoraggiando invece un approccio che valorizzi la libertà e la creatività dei collaboratori.
L’invito finale è stato quello di considerare come unica vera competenza la capacità di far crescere le comunità di lavoro nei media, assicurando che ogni comunicazione rifletta il primato del Padre che ci genera quotidianamente come figli.