Dal sogno alla realtà: La storia di Luca Marini e C1V Hosting

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In questa intervista esclusiva, abbiamo il piacere di parlare con Luca Marini, Co-Founder e General Manager di C1V Hosting. Luca ci racconta il percorso che lo ha portato a fondare una delle realtà più innovative nel settore del cloud hosting e dei data center in Italia. Dalla sua passione giovanile per la programmazione alla creazione di un’infrastruttura all’avanguardia, Luca condivide con noi le sfide affrontate, le soluzioni innovative adottate e la visione futura di C1V Hosting. Scopriamo insieme come la sua determinazione e il suo impegno stiano contribuendo a democratizzare l’accesso ai servizi di hosting per le piccole e medie imprese italiane.

Luca Marini, sei Co-Founder e General Manager della C1V Hosting. Puoi raccontarci com’è nata l’idea di fondare questa iniziativa di hosting?

L’idea di fondare C1V Hosting è nata dalla mia visione di democratizzare l’accesso ai servizi di cloud hosting e data center. Quando avevo 12-13 anni, passavo molto tempo a “smanettare” al computer; ero un piccolo sviluppatore, diciamo. In quel periodo, ho notato che molte piccole imprese faticavano a trovare soluzioni di hosting affidabili e accessibili. È stato allora che ho intravisto un’opportunità per colmare questa lacuna nel mercato. Ho pensato che potevo fare qualcosa per rendere questi servizi più accessibili a tutti, anche alle aziende più piccole o agli imprenditori che stavano appena iniziando.

Considera che già nel 2018, nonostante fossi solo uno studente delle medie, mi dedicavo allo studio di linguaggi di programmazione come Lua, Python, PHP, HTML, CSS e Node.js, linguaggi che poi ho utilizzato ampiamente nel corso degli anni per creare le mie applicazioni e software.

La mia principale motivazione era offrire servizi di qualità a prezzi competitivi. In quel periodo, il mercato era dominato da colossi come Google, Amazon o Digital Ocean, che proponevano servizi molto costosi e spesso sovradimensionati per le esigenze della maggior parte delle aziende. In Italia, poi, c’era un vuoto: mancavano provider di livello e il mercato era prettamente estero. Quello che volevo fare era rendere la tecnologia cloud, che stava vivendo una rapida espansione, accessibile a un pubblico molto più ampio. Pensavo soprattutto alle piccole e medie imprese italiane che non potevano permettersi i servizi dei grandi player internazionali. Devo ammettere che realizzare questa visione non è stato affatto semplice. Il mercato dell’hosting è estremamente competitivo, e farsi strada come nuovo attore, per di più con un’offerta pensata per un segmento specifico, ha richiesto molto impegno e determinazione. Ma ero convinto che ci fosse spazio per un’alternativa italiana di qualità, e questo mi ha spinto ad andare avanti nonostante le difficoltà.

La sfida più grande è stata trovare un equilibrio tra l’investimento nell’infrastruttura e ciò che potevamo offrire ai clienti. Un’infrastruttura di hosting è molto costosa, e questo è stato il nostro più grande ostacolo, ma l’abbiamo affrontato bene. Abbiamo iniziato nel 2020 presso il data center di Fastweb di Milano. Però, mi sono presto accorto che non ci dava le garanzie necessarie per offrire un servizio di qualità ai nostri clienti. Questo mi ha spinto a riconsiderare la nostra strategia infrastrutturale, nonostante i costi elevati che comportava.

Quali difficoltà hai incontrato lungo il percorso, dall’idea alla realizzazione? 

Le difficoltà sono emerse fin dall’inizio, quando eravamo ospiti del data center di Fastweb. L’investimento per un’infrastruttura di data center è enorme. Con Fastweb, ho notato problemi legati al mio desiderio di offrire un servizio più accessibile e indipendente. Ogni modifica richiedeva giorni di attesa e in caso di guasti dipendavamo totalmente da loro, un rischio per i servizi critici.

Ci siamo poi spostati a Latina, in un data center più accessibile. Il servizio era migliorato, ma la distanza complicava la gestione fisica delle apparecchiature. Nell’estate 2021 ho preso la decisione di realizzare un nostro data center. Ad aprile 2022 abbiamo trasferito tutti i servizi nella nuova struttura, ottenendo il controllo totale sull’infrastruttura.

Il nostro data center è ancora in fase di completamento. Abbiamo iniziato nel 2022 con un’infrastruttura adeguata ai servizi attuali, ma puntiamo a crescere. Il mercato dei data center è in forte espansione: si stima che nel 2023 valga 140 miliardi di dollari, potenzialmente 700 miliardi entro il 2030. Seguendo questa tendenza, stiamo sviluppando il nostro data center per ospitare più servizi, migliorandone efficienza e sostenibilità.

Che tipo di applicazioni e servizi offrite ai vostri clienti? 

I nostri servizi principali sono nel cloud. Offriamo server virtuali che permettono anche ai piccoli sviluppatori di avere un’infrastruttura decente per le loro applicazioni o ambienti di test. Non è niente di rivoluzionario, ma funziona bene per chi sta iniziando o non vuole gestire hardware proprio.

Per le PMI abbiamo diverse opzioni: possono ospitare i loro server qui, noleggiare i nostri, o usare la nostra connettività. È flessibile, si adatta alle loro esigenze.

Una cosa di cui sono particolarmente soddisfatto è la nostra protezione DDoS sviluppata internamente. Siamo gli unici ad offrirla in Italia a nostro modo: la soluzione è completamente nostra, il che ci dà un buon controllo e non dipendiamo da terzi e soprattutto dai loro tempi di risposta alle minacce. Gli attacchi DDoS sono tentativi di mandare in tilt un sito o un servizio online inondandolo di traffico fasullo. È come se migliaia di persone entrassero contemporaneamente in un negozio senza comprare nulla, impedendo ai veri clienti di entrare. Possono essere un problema serio, specialmente per siti e-commerce o servizi online che devono essere sempre disponibili. Il nostro sistema li filtra in modo abbastanza efficace, identificando e bloccando questo traffico malevolo prima che raggiunga i server dei nostri clienti. Questo aiuta a mantenere i servizi dei clienti online anche durante un attacco. 

Non è sempre facile, ci sono sfide continue. Ma quando vedi che un cliente riesce a gestire il suo business senza preoccuparsi dell’infrastruttura, beh, ti senti di aver fatto un buon lavoro.

Parliamo di sostenibilità. Avete implementato diverse misure per ridurre le emissioni di carbonio. Quali iniziative avete messo in campo? 

Una delle iniziative più innovative che abbiamo adottato è il “free cooling”. Questa tecnologia, ampiamente utilizzata nei paesi nordici, prevede l’utilizzo dell’aria esterna fredda per raffreddare il data center, riducendo significativamente l’uso dei condizionatori, che consumano molta energia. 

Abbiamo adattato questa tecnologia al nostro clima, permettendoci di mantenere una temperatura costante all’interno del data center con un risparmio energetico fino a dieci volte rispetto ai metodi tradizionali. Siamo anche un’azienda “paperless”, non utilizziamo carta o stampanti. Ottimizziamo le risorse dei server virtuali grazie alla nostra intelligenza artificiale sviluppata internamente, che ci consente di massimizzare l’efficienza e ridurre i consumi. Inoltre, riutilizziamo le scatole e i materiali di imballaggio dei server, e rivendiamo i server che non utilizziamo più, invece di smaltirli, prolungandone così il ciclo di vita. 

Utilizziamo solo elettricità proveniente da fonti rinnovabili, evitando completamente l’uso di crediti di carbonio o fonti fossili. Inoltre, stiamo considerando l’adozione di nuovi processori basati su ARM, che offrono consumi energetici molto più bassi rispetto alle tecnologie attuali, contribuendo ulteriormente alla nostra sostenibilità. 

Quali sono i vostri obiettivi per il 2025? 

Prevediamo una crescita significativa nel 2025 e abbiamo bisogno di investimenti consistenti per raggiungere i nostri obiettivi. Il mercato dei data center in Italia è in forte espansione, e stiamo cercando di avviare un percorso di posizionamento come leader del settore. Stiamo completando la realizzazione del nostro data center a Pomezia e puntiamo a lanciare due linee di offerta. La prima, C1V Hosting, continuerà a offrire servizi cloud accessibili a tutti, mantenendo un costo contenuto.

La seconda linea, Lumanex, sarà una nuova società che si occuperà di fornire servizi premium a grandi aziende e a quelle realtà che non possono permettersi disservizi. Lumanex si concentrerà su clienti che richiedono garanzie elevate, come le grandi aziende di e-commerce, offrendo assistenza dedicata 24/7 e un servizio altamente personalizzato. Il nostro obiettivo è garantire una stabilità del servizio del 99,99%, un dato molto elevato nel mondo dei data center. Inoltre, puntiamo a ridurre annualmente i consumi energetici della nostra infrastruttura e a raggiungere entro il 2026 mille clienti business con la nuova società Lumanex. 

Vogliamo concentrarci sulle imprese che stanno cercando di digitalizzarsi, mostrando loro i benefici che la digitalizzazione può portare in termini di efficienza operativa e aumento dei clienti. Questi investimenti ci permetteranno di costruire un’infrastruttura all’avanguardia, offrendo prestazioni superiori e continuità di servizio ineguagliabile. Con Lumanex, ci posizioneremo come leader del settore, fornendo servizi cloud di livello enterprise, altamente affidabili e scalabili

 

Bookreporter Settembre

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