Sempre più imprenditori italiani a Dubai: attratti dalle politiche dell’emirato, dalla sicurezza e dalle avanguardie dell’IT

27 Febbraio 2022
by
5 mins read
L'imprenditrice digitale ed English Coach, Monica Perna ad Expo Dubai 2021

Intervista all’imprenditrice Monica Perna che racconta la sua esperienza di expatnella smart city emiratina, sempre più meta di imprese del Made in Italy il cui numero è raddoppiato negli anni della pandemia.

Vivere e lavorare a Dubai è un’esperienza che interessa oggi molti italiani. Tra questi sono tanti gli imprenditori che hanno delocalizzato o avviato le loro imprese nella smart city emiratina, oggi considerata una delle città più a misura d’uomo per il mix di mobilità, sostenibilità ed avanguardia urbanistica che la caratterizzano.

Con una qualità della vita tra le più alte al mondo e stipendi superiori alla media dei paesi più ricchi, Dubai continua a svilupparsi grazie a lungimiranti politiche di espansione, al basso costo di carburanti ed alla creazione di zone di libera iniziativa economica, le “free zone”, finalizzate ad attirare gli investimenti stranieri grazie agli importanti vantaggi fiscali. Sono tantissime le aziende straniere e le startup, attive soprattutto nei settori dell’Information Technology, della formazione e della finanza, che hanno scelto come sede primaria o esclusiva dei loro affari l’onirica città degli Emirati Arabi, incentivate anche da procedure di assunzione del personale semplificate, pieno supporto amministrativo da parte delle autorità, la possibilità di rimpatrio del 100% dei profitti e degli utili senza tassazione e di fare rete con altre imprese.                                                                                                                     

In questa intervista abbiamo chiesto a Monica Perna, imprenditrice digitale italiana operante nel settore della formazione linguistica, Ceo della AUGE International Consultingcon sede proprio a Dubai, di parlarci della sua esperienza di expate di imprenditrice donna nella città del Burj Khalifa.

Monica, cosa porta molti imprenditori italiani come te a scegliere Dubai come sede della propria impresa?

Dubai è una città straordinaria e cosmopolita dove io sono arrivata quasi per caso ma che molti altri imprenditori hanno scelto appositamente per le sue caratteristiche che la rendono uno dei migliori luoghi al mondo in cui sviluppare un business. Per quanto mi riguarda, quando ho scoperto la città, ho capito che lì avrei trovato quello che cercavo. Dubai era, con tutta evidenza, un ambiente particolarmente favorevole al progetto imprenditoriale che avevo avviato in Italia e che avevo in mente di portare ad un livello superiore. Avanguardia digitale, una politica favorevole all’iniziativa imprenditoriale estera, un ambiente formativo sia a livello universitario che linguistico estremamente evoluto e stimolante, erano tutti elementi giusti per sviluppare il mio progetto di creare un’impresa capace di fare alta formazione a livello globale investendo sulle più evolute tecnologie del Metaverso. Dubai, poi, è una città altamente competitiva: migliorarsi, crescere, e continuare ad imparare sono esigenze irrinunciabili di chi vuole stare al passo del progresso veloce che contraddistingue la città.

Da imprenditrice che aveva già avviato in Italia la sua attività, quali sono i principali vantaggi di cui hai beneficiato con l’arrivo a Dubai?

Per un imprenditore expatossia che arriva dall’estero e che ha intenzione di creare la propria impresa a Dubai i vantaggi sono tanti, immediati e tangibili. Avviare un’impresa richiede poco tempo e il sistema burocratico è molto diverso da quello italiano che ha tempi biblici ed è molto complicato. Non è richiesta una mole infinita di documenti, autorizzazioni, permessi, per cui tra l’iniziativa e l’avvio del lavoro i tempi sono brevi e questo incentiva gli imprenditori e produce alte percentuali di successo nella nascita di nuove realtà.

È noto a tutti poi che la tassazione sia particolarmente vantaggiosa, specie per le imprese che delocalizzano e per le startup. Ma per quanto mi riguarda non è questo specifico aspetto che mi ha determinata a scegliere Dubai come sede della mia impresa e anche come residenza. È stata piuttosto l’atmosfera generale che si respira nella città: una città che impone certamente un certo tenore di vita ma che anzitutto garantisce sicurezza: puoi andare in giro anche a tarda notte, uscire solo con i bambini e sentirti sicuro come in nessun altro posto del mondo. Questo è il primo motivo per cui io ho apprezzato la città e ho scelto di acquistare casa a Dubai. Poi ordine, servizi efficienti, intrattenimento, pulizia sono i motivi che portano anche tante famiglie a trasferirsi qui per vivere e non solo per lavorare.

Quanti sono gli imprenditori italiani che, come te, hanno scelto Dubai e come vivono la condizione di expat?

Sono almeno 350.000 le impreseche superano i 100mila euro di fatturato l’anno che hanno la loro sede a Dubai. Molte di queste sono italiane e molte hanno lasciato l’Italia per venire qui nel corso degli ultimi due anni, complice la pandemia da Coronavirus che ha messo in crisi il Pil del nostro paese specie nel 2020. A Dubai è possibile pensare in grande, assumere personale ed avviare progetti ambiziosi. È poi il luogo ideale per i lavori c.d. del futuro, che si svolgono online, come il mio, perché non richiedono modifiche strutturali e beneficiano, invece, di un ambiente altamente innovativo e digitalizzato dove le avanguardie dell’Information Technology nascono o arrivano per prime. La riduzione delle spese fiscali ti permette, inoltre, di investire sul tuo business e di ingrandirti, migliorando la qualità del lavoro e dei servizi di customer care. Ecco perché se il business è il tuo obiettivo, non c’è dubbio che questo sia l’ambiente ideale per crescere offrendo servizi di alto livello.

 

Monica Perna con Francesco Iannello, cofondatore di AUGE International Consulting a Dubai

Ritieni che l’Italia dovrebbe modificare le sue politiche imprenditoriali per evitare di disperdere il suo know-how?

Non c’è dubbio che la presenza di imprese italiane nel mondo abbia sempre e comunque un ritorno positivo per il nostro Paese che ovunque è anzitutto un brand riconosciuto, sinonimo di qualità e bellezza. Gli imprenditori italiani sono, infatti, in generale portatori dei valori che caratterizzano il brand Italia ed io, personalmente, anche da Dubai sto lavorando alla diffusione di un metodo formativo che è e rimane Made in Italye che continuo a promuovere come tale proprio perché è in Italia che mi sono formata, che ho avviato la mia Accademia e la mia Masterclass. Il mio progetto quindi è italiano ed è rivolto anzitutto agli italiani. Dubai mi ha permesso però di avere a disposizione il meglio dei servizi per le imprese e di coltivare il mindset giusto per svolgere questo lavoro che richiede studio continuo, creatività, innovazione e varietà dei contenuti e dei tool con cui renderli fruibili.

Come imprenditrice donna, in un Paese a cultura araba, come vivi il tuo ruolo?

Bene, alla pari con uomini e donne sia expatche local. Dubai è una comunità multietnica e multiculturale dove discriminazioni o estremismi sarebbero solo da ostacolo al progetto espansivo dello sceicco Mohammed bin Rashid Al Maktoum, emiro di Dubai che ha fondato le sue politiche su otto principi: apertura e tolleranza per favorire l’economia; credibilità, resilienza ed eccellenza come linee guida per la crescita della città; rispetto e coerenza come tratti distintivi di Dubai; diversificazione dell’economia; valorizzazione dei talenti; cura per i giovani e per le generazioni future e unione agli altri sei emirati.

Io come donna, come italiana e come imprenditrice posso dire quindi di non sentirmi oggetto di discriminazione. Anzi! Esiste qui una forma di attenzione alla donna, che si manifesta in gesti di premura e di galanteria, che, personalmente, trovo molto gradevoli. Al di là di libere scelte religiose, le donne emiratine hanno le stesse libertà delle occidentali e ricoprono ruoli autorevoli al pari degli uomini. Il progetto Expo è un esempio perfetto di questa parità: è gestito da una donna, una giovane imprenditrice araba, Reem Ebrahim Al-Hashimi che ha il ruolo apicale di Ministro di Stato degli Emirati per la Cooperazione Internazionale e Amministratore Delegato di Expo 2020.

 

Dubai city

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Follow Me

Best Rated

Banner

Popular

Authors

Previous Story

L’Occidente è vittima di se stesso

Next Story

RIFORMA CONCESSIONI, FEDERBALNEARI: INIZIANO GLI INCONTRI CON I PARTITI, PRIMO APPUNTAMENTO CON FORZA ITALIA

Latest from Blog

La nuova strategia di Hamas

  L’esito delle operazioni militari all’interno della Striscia di Gaza suscita la preoccupazione, l’angoscia e la condanna da parte dei Governi, delle Organizzazioni Internazionali e dei media occidentali unanimi nel chiedere a Israele di interrompere il conflitto ed evitare una “catastrofe umanitaria”. L’intento di questo insieme di iniziative è assolutamente

Disinnescare il fronte libanese

Quando a Ottobre dello scorso anno Hamas perpetrò il suo attacco terroristico nella striscia di Gaza ottenne, immediatamente, il pieno supporto mediatico delle milizie filoiraniane di Hezbollah. Tuttavia, anche se nei mesi successivi Hezbollah ha intensificato le sue attività offensive lungo la linea di confine, costringendo Israele ad evacuare diverse

Washington e il Medio Oriente

Negli ultimi quindici anni il centro di gravità della politica estera di Washington si è spostato dal teatro Euroasiatico a quello Indo – Pacifico come conseguenza della scelta geostrategica di contrastare in quella Regione la crescente influenza cinese tendente a realizzare un nuovo sistema di ordine globale. Questa priorità ha

Ankara e la ricerca dell’equilibrio geopolitico

In occasione della imminente visita di Putin in Turchia il Presidente Erdoǧan ha dichiarato l’intenzione di svolgere il ruolo di mediatore nell’ambito del conflitto ucraino facendosi promotore di una possibile situazione negoziale tra le due parti. L’iniziativa sembra voler sottolineare la volontà della Turchia di riprendere a svolgere quel ruolo

La situazione in Medio Oriente dopo il 7 Ottobre

L’attacco che Hamas ha condotto contro lo Stato di Israele, lo scorso 7 Ottobre, rappresenta un ulteriore episodio del conflitto che devasta il Medio Oriente da circa un secolo (anno più, anno meno). Per poter comprendere tale nuova fase di questa guerra infinita, è necessario esaminare gli aspetti che ad

Una nuova guerra in Medio Oriente?

  Le modalità con le quali, nel settore della Striscia di Gaza, l’organizzazione di Hamas ha condotto l’attacco contro lo Stato di Israele hanno drammaticamente elevato il livello della tensione che contraddistingue l’area, accrescendo il pericolo che la situazione possa evolversi dando luogo a un vero e proprio conflitto. Il

Iran: nuova diplomazia, ma stesso obiettivo

La teocrazia iraniana ha da sempre perseguito un duplice obiettivo strategico: assumere una leadership regionale affermandosi come potenza dominante nel Medio Oriente; costringere gli USA ad abbandonare l’area e allo stesso tempo detronizzare Israele. Questa è stata e rimane la direttiva geostrategica che orienta la politica dell’Iran, ciò che invece

Medioriente – il Nuovo Mondo del terzo millennio

Recentemente, nell’ambito di una riunione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU nella quale dovevano essere discussi i termini per l’invio di ulteriori aiuti umanitari a favore delle aree colpite dal terremoto, che ha devastato la zona di confine tra Turchia e Siria, la Russia ha esercitato il diritto di veto bloccando,

Global South e Nuovo Mondo Multipolare

Mentre in Europa abbiamo reinventato la Guerra Fredda nell’illusione di fermare la storia, cullandoci nel decadente mito della superiorità della cultura occidentale, sorretti dalla presunzione di avere il diritto di imporre sanzioni a chiunque non condivida la nostra narrative, il mondo si è trasformato sotto i nostri occhi. Il processo

L’Impero su cui non tramonta mai il sole

La geopolitica dell’impero di Roma venne regolata da un criterio semplice ma efficace: divide et impera! E il successo di tale formula fu così elevato che, nel corso dei secoli, tale pratica venne adottata da molte altre potenze che giocarono un ruolo fondamentale nella costruzione dell’ordine internazionale. Quindi non c’è

Il manifesto di politica estera di Pechino

  Mentre in Occidente ci auto illudiamo con una narrativa di “regime” unidirezionale e ingannevole che il conflitto ucraino rappresenti l’atto estremo dell’eterna lotta tra il Bene (noi Occidentali) e il Male (il resto del mondo che non la pensa come noi), non ci accorgiamo che la Cina sta ponendo

La realpolitik di Ankara

Mentre la narrativa occidentale dà per imminente la vittoria dell’Ucraina nel revival all’inverso della Grande Guerra Patriottica e per scontata la scomparsa della Russia dalla scena internazionale, Mosca continua a svolgere un ruolo di protagonista negli altri scenari geopolitici che l’Occidente sembra aver dimenticato. Recentemente, infatti, l’attività diplomatica del Cremlino

Il piccolo mondo antico dell’Occidente

Il protrarsi del conflitto in Ucraina ha determinato la necessità fondamentale, per entrambi i contendenti sul campo, di poter accedere a fonti integrative di rifornimenti di materiale bellico, al fine di poter supportare le proprie attività e di conseguire i propri obiettivi. Gli USA e l’Europa, da lungo tempo, sono

La crisi ucraina: informazione o propaganda?

  La cronaca e l’esame analitico di come si stia sviluppando il conflitto in atto in Ucraina sono offuscate da quella che sembra essere l’unica cosa che abbia importanza nell’ambito di questa tragedia: la propaganda. Il circuito mediatico nazionale e soprattutto internazionale non produce informazione oggettiva, seria, imparziale, ma è

L’impasse

Mentre all’Assemblea generale delle Nazioni Unite si consumava la rappresentazione tragicomica della inanità di questo consesso mondiale, retaggio di un mondo che non esiste più, roboante nei suoi propositi, elefantiaco nella miriade delle sue diramazioni, economicamente fallimentare, ma, soprattutto, impotente nella risoluzione dei conflitti che coinvolgono gli stessi Paesi che

Esiste un nuovo ordine mondiale

I conflitti sono sempre stati originati e condotti per ottenere risultati volti a soddisfare il conseguimento degli intendimenti strategici che le nazioni considerano essenziali per i loro obiettivi di politica nazionale. Queste ragioni sono state, poi, immancabilmente ammantate da un pesante velo di propaganda (questo è il suo vero nome!)

Una nuova NATO dopo Madrid?

Il vertice della NATO di Madrid, appena concluso, e la recentissima formalizzazione dell’ingresso di due nuovi membri nell’ambito dell’Alleanza sono stati presentati come un’altra risposta forte e decisa che il mondo occidentale ha voluto dare alla Russia. Il vertice ha inteso trasmettere l’immagine di una Alleanza compatta e determinata che

NATO – Back to the future!

La prossima settimana a Madrid si svolgerà il vertice dell’Alleanza Atlantica che dovrà definire il Concetto Strategico che guiderà la NATO verso il nuovo decennio. Il contesto geopolitico nel quale questo particolare e fondamentale appuntamento si realizza è estremamente delicato e le decisioni che saranno assunte avranno un peso specifico

La geopolitica tecnologica della Turchia

L’ascesa della importanza geopolitica della Turchia e l’aumento della sua proattività diplomatica delineano una parabola che proietta il Paese verso il conseguimento di una rilevanza strategica che, trascendendo i limiti geografici regionali, le sta facendo assumere il ruolo di potenza euroasiatica. Il percorso tracciato da Erdogan non è stato lineare,

Come la Russia vede la crisi ucraina

      Il clima mediatico occidentale sembra ritenere che il conflitto militare in Ucraina, in atto da ormai più di tre mesi, possa essere prossimo alla sua conclusione. Le sanzioni e l’insuccesso attribuito alle operazioni russe, a cui si imputa il mancato conseguimento di risultati militari definitivi, lascia ora

Svezia e Finlandia nella NATO. Cui prodest?

La notizia che la Svezia e la Finlandia abbiano recentemente formalizzato la loro richiesta di entrare a far parte della NATO è stata presentata come un colpo definitivo assestato all’avventura russa in Ucraina e come un successo politico che consente all’Alleanza di annoverare tra le sue fila anche due giganti

Il dilemma strategico della Russia

Se si esamina con attenzione una carta geografica della Russia appare evidente, anche all’occhio del neofita, che l’immensa estensione territoriale di questo paese è controbilanciata, con esito negativo, dalla pressoché assoluta mancanza di accesso diretto alle rotte commerciali oceaniche che costituiscono, da sempre, la base sulla quale si sviluppa e

Macron 2.0 :più Francia e meno Europa

Domenica prossima la Francia andrà al voto di ballottaggio per eleggere il Presidente della Repubblica. Il copione non presenta nessuna novità di rilievo, è lo stesso ormai da circa 20 anni. Due candidati che rappresentano le due anime di una nazione, da una parte il difensore dello stato di diritto

Difesa Europea? No grazie!

L’attuale crisi ucraina, in virtù dello sconvolgimento geopolitico che ha provocato, ha dato l’avvio a una molteplicità di riflessioni, di idee e di propositi da parte del mondo occidentale, e dell’Europa in particolare, volte a individuare nuove soluzioni per evitare il ripetersi di eventi simili e per continuare a garantire

Un nuovo ordine internazionale

  Il 4 febbraio scorso, in occasione della cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici a Pechino, nella sede del China Aerospace Studies Institute, Cina e Russia hanno firmato una dichiarazione congiunta, denominata “Joint Statement of the Russian Federation and the People’s Republic of China on the International Relations Entering a

Ma l’ONU, così, serve ancora?

Il conflitto che sta sconvolgendo l’Ucraina ha messo in evidenza un vuoto pauroso nel panorama delle istituzioni internazionali che a vario titolo sono coinvolte nella risoluzione della crisi. Questo vuoto è dato dall’assenza di quella che dovrebbe essere l’istituzione primaria per il mantenimento della pace, cioè dell’ONU! Questo organismo internazionale

La Germania è uscita dal letargo. Realmente?

Negli ultimi trent’anni la posizione geopolitica della Germania è stata caratterizzata da una politica estera ondeggiante tra propositi idealistico -utopistici e interessi economici (definita con malcelato orgoglio realpolitik) che l’hanno portata a valutare (o sottovalutare) le mosse dello scomodo vicino russo con una lente di ingrandimento appannata, che ne ha

La posizione della Cina nella crisi ucraina

Lo sviluppo della crisi in Ucraina rappresenta un importante banco di prova per il corso della politica cinese in virtù dei condizionamenti futuri, che potranno incidere sia sulle decisioni strategiche sia sulle linee di azione che il Paese dovrà prendere nel condurre la propria politica estera. A premessa di quanto

Conclusa la Conferenza permanente, redatto documento con le priorità politiche

Nuova centralità Italiani all’estero: conclusa la Conferenza permanente, redatto documento con le priorità politiche Continuità di azione della Conferenza permanente tra una convocazione e l’altra; partecipazione formale del CGIE alla Conferenza Stato – Regioni; revisione e integrazione delle forme di rappresentanza degli italiani all’estero, alla luce dei cambiamenti intervenuti nel tessuto dell’emigrazione italiana; potenziamento del Sistema Paese in

Armao al Comitato europeo delle Regioni: misure UE specifiche per i disastri naturali

Il Vicepresidente ed Assessore all’Economia della Regione Siciliana, Gaetano Armao, intervenendo oggi, in occasione della 146esima sessione plenaria del Comitato europeo delle Regioni (CdR), al dibattito sui disastri naturali e la risposta alle emergenze ha illustrato al Commissario UE per la Gestione delle crisi, Janez Lenarčič, i gravi effetti dei

Mario Draghi alla guida del paese

Mario Draghi ha sviluppato durante gli anni della sua carriera lavorativa una visione chiara e completa dei problemi dell’economia della società contemporanea e degli strumenti da utilizzare per migliorarla. Lo dimostra sul campo in quanto uomo d’ azione, sia al tesoro negli anni novanta che a capo della BCE in

Intelligenza artificiale : verso una regolamentazione etica e responsabile

Nei giorni scorsi il Senato ha approvato il DDL 1146 sull’intelligenza artificiale, quale un primo passo del Governo volto alla disciplina di questa materia così attuale e nello stesso tempo così delicata e pervasiva per gli impatti che determina e sta già determinando su molteplici aspetti della nostra vita e

Servizi di Assistenza Domiciliare Privata: siglato accordo tra UN.I.COOP. e U.G.L. Salute per la tutela delle Cooperative Sociali

È stato firmato un accordo innovativo tra UN.I.COOP. (Unione Italiana Cooperative) e U.G.L. Salute per disciplinare, in modo chiaro e conforme alla normativa vigente, i contratti di collaborazione coordinata e continuativa (co.co.co.) nel settore dell’Assistenza Domiciliare Privata. Si tratta di un Protocollo Modificativo del CCNL Cooperative Sociali, che rappresenta una
GoUp