L’innovazione come fattore determinante per le imprese e l’impatto sulla finanza agevolata

27 Luglio 2021
6 mins read

La finanza agevolata che è una branca della finanza aziendale cerca di contribuire a canalizzare fondi di finanziamento, principalmente europei, alle imprese. Oramai da qualche anno la finanza agevolata ha subito un cambio di paradigma in termini innovativi, focalizzandosi i bandi per l’ottenimento dei fondi di finanziamento per le imprese, alla presentazione di progetti legati all’innovazione aziendale.

Va sottolineato inoltre che molti dei fondi dei finanziamenti agevolati sono destinati in particolare alle start up e alle start up innovative.

Sostanzialmente, quello che vorrei fare è parlare di innovazione, perché, da diversi anni a questa parte. la finanza agevolata si è spostata sempre di più nel canalizzare fondi, che abbiano una valenza innovativa. 

In questa piccola panoramica, veramente molto breve, vorrei tentare di far capire qual’è l’importanza dell’innovazione, la resistenza al cambiamento, qual’è lo scenario economico in cui ci muoviamo, cos’è l’innovazione, quali sono i suoi benefici e la sua diffusione e anche il collegamento tra le startup innovative e gli spin off.

Perchè l’innovazione? Sostanzialmente c’è un motivo molto semplice e molto pragmatico; l’innovazione, intesa come innovazione incrementale, quindi la creazione di categorie, è fruttuosa ed è sicuramente più remunerativa rispetto ai settori tradizionali. 

Un esempio: una nota azienda americana, che ha inventato il noto sistema delle “cialde”, attualmente fattura 3.8 miliardi, che è una cifra enorme. Perché noi consumatori siamo disposti ad usare delle cialde che sostanzialmente costano molto di più (un caffè con la cialda costa mediamente 50 centesimi in più rispetto al caffè con la moka)? 

In realtà per tutta una serie di motivi legati al nostro sistema di vita, quindi legato al fatto di poter fruire in maniera più veloce con un sistema nuovo. 

Quindi l’innovazione è qualcosa che ci coinvolge tutti; siamo immersi nell’innovazione. C’è uno studio del 2013 che vorrei citare e che è preso da uno degli ultimi numeri di Harvard Business Review, quindi dalla rivista Fortune, che analizza le migliori 100 aziende americane, in cui chi fa innovazione di tipo radicale è solamente il 13% del totale complessivo delle aziende.

Quindi fra gli imprenditori analizzati quelli che fanno innovazione radicale sono solo il 13%, mentre gli innovatori incrementali, quelli che adeguano sostanzialmente i loro prodotti al necessario cambiamento tecnologico sono l’87%. 

E’ interessante vedere che questo 13% però in valore assoluto comporta un 53% di incremento dei ricavi e il 74% dell’incremento di capitalizzazione; quindi ovviamente i numeri parlano in maniera piuttosto chiara. 

Ci sono degli stereotipi legati all’innovazione, quindi anche un pò di pregiudizi, che vanno affrontati e anche un pò smentiti: quindi sostanzialmente che siano solo le startup a generare innovazioni radicali, che investire nell’innovazione costa troppo, e che il mercato è maturo, quindi sostanzialmente molte aziende pensano di avere un approccio tradizionale e una conoscenza dei loro clienti molto più tradizionalista rispetto a quello che è in realtà. 

Queste affermazioni sono abbastanza false e facilmente smontabili, basta pensare alla Apple, un’azienda che ha fatto dell’innovazione il suo trionfo e non è un caso che alla morte di Steve Jobs il prezzo delle azioni della Apple sia stato in calo verticale, però sostanzialmente la Apple ha introdotto ITunes, che è il mercato digitale di dischi e di libri che conosciamo tutti vent’anni dopo la sua costituzione. 

Quindi, sostanzialmente è sbagliato dire che solo le startup innovative portino innovazioni radicali e poi terminino il loro ciclo innovativo. 

C’è bisogno di un incremento di innovazione continuo, di creare una Task Force, dedicata alla creazione di nuove categorie; è sostanzialmente questo che manca nelle imprese; manca un vero team dedicato all’innovazione radicale, mentre il management è dedito solamente al corretto ciclo di implementazione incrementale di efficienza. 

Poi c’è da sfatare questa affermazione che investire in innovazione costa troppo; anche questa è una cosa non corretta, ci sono degli studi, in particolare uno della Boston Consulting Group che afferma che solamente il 20% dei budget dell’impresa siano spesi in indagini strategiche, in studi lungimiranti del mercato e in ricerca e sviluppo. 

Questo vuol dire sostanzialmente che l’ottica di molte aziende americane è sostanzialmente un po’ miope, quindi c’è come priorità e come percepito il sopperire alle esigenze di gestione piuttosto che pianificare nel breve e medio periodo. 

La percezione generale è che i clienti siano tradizionalisti, ma anche questo non è vero. Un esempio classico di studio è quello della OralB, l’azienda della Procter & Gamble, che produceva spazzolini tradizionali e spazzolini elettrici; sostanzialmente il Management ha posto la questione di dover far fronte a una concorrenza molto aggressiva sulla parte degli spazzolini elettrici, che portava a ridurre i margini, quindi tagliare un pochino fuori la OralB, che è sostanzialmente un’azienda storica in questo settore. 

Come si è risolta la situazione? La Procter & Gamble possedeva anche la Duracell, e si è creata una nuova categoria partendo da un posizionamento diverso strategico di mercato; quindi si è trovata una forma ibrida di mercato che soddisfacesse le esigenze di una fascia di clientela che non era avvezza allo spazzolino elettrico ma voleva qualcosa in più rispetto allo spazzolino tradizionale. 

Quindi è stato creato lo spazzolino a batteria, che sostanzialmente è una forma ibrida, e si posiziona anche come fascia di prezzo in una parte intermedia e ha avuto un ottimo riscontro.

Perché innovare in Italia? L’innovazione per noi è una questione vitale; l’Italia ha una storia di innovazione, di cultura, di scienza, di tecnologia, ha portato delle eccellenze nel campo industriale, se pensiamo alla meccanica, all’abbigliamento, all’arredo, però in questo momento è indispensabile parlare di innovazione anche in Italia. 

L’innovazione è qualcosa che non si conquista, ma va continuamente alimentata, quindi secondo studi ben più autorevoli della mia opinione, non bisogna solamente pensare al rigore sui conti pubblici, non bisogna solo investire in infrastrutture, non bisogna solo riformare le amministrazioni, ma bisogna generare un clima più ospitale per le imprese innovative. 

Quindi l’Italia deve diventare più ospitale e ovviamente deve pagare il prezzo dell’immobilismo, della rigidità, di una forma mentis che va abbandonata, quindi dobbiamo inserirci in una corrente un po’ più ampia che è una corrente di nuovo che investe buona parte dell’Europa. 

E dobbiamo far capire anche ai giovani che il lavoro, oltre che cercarlo, elemosinarlo o andare all’estero, si può anche creare; creare un’opportunità per sé e per gli altri, perché le competenze possono trasformarsi da un’idea a un progetto concreto e generare così ricchezza e occupazione. 

“Il non fare spesso costa molto di più del provare a fare”, questa è una frase di Keitler che cito spesso, quindi a creare delle iniziative. Dobbiamo farlo perché siamo in uno scenario diverso, non siamo più nell’epoca industriale in cui i fattori di lavoro e capitale erano determinanti, si potevano creare economie di scala, si poteva aumentare la valutazione di questi due fattori di produzione e pianificare; oggi siamo in un’economia diversa, siamo nell’epoca della conoscenza.

Le imprese nascono sostanzialmente da un’idea, da un team di fondatori e da un alto tasso di innovazione, quindi quello che si cerca sono mentori, capitali, incubatori per magari proporre un prototipo per un’idea o sviluppare un’iniziativa imprenditoriale. 

Vorrei dare una piccolissima definizione dell’innovazione: definire l’innovazione è qualcosa di complesso nel senso che anche la letteratura in materia è in continua evoluzione. A me piace molto una definizione di Kirtzner, che è un economista degli anni ’70, la propongo perché la sento molto mia, non per scolasticismo o altro: Kirtzner afferma che lo scopo dell’imprenditore è quello di dare un impulso attraverso il suo instancabile spirito di iniziativa a tutta l’economia. 

Quindi l’imprenditore, l’innovatore, è la forza motrice del processo dinamico che mette in moto il processo dell’economia evolutiva. Quindi, dall’immaginazione e dall’iniziativa scaturiscono le innovazioni, le nuove imprese che rompono gli equilibri pre-esistenti e permettono di generare profitti. 

Schumpeter, un grande imprenditore a cui tutti facciamo riferimento, parlava di una cosa molto interessante che è la famosa distruzione creatrice: per lui l’innovatore è colui che distrugge e crea allo stesso tempo; quindi l’innovazione avviene come un lampo che rompe tutti i vecchi schemi e crea al contempo qualcosa di nuovo e mantiene questa innovazione per un certo arco di tempo. 

Come vedete, l’impulso iniziale è più forte perché chi porta l’innovazione ha un vantaggio competitivo rispetto a chi viene dopo e questo ovviamente genera anche dei profitti maggiori. 

In questo ciclo ci sono poi i follower, quindi quelli che poi vanno ad imitare l’innovazione; questa è una cosa che possiamo vedere tutti i giorni partendo dalla Apple e da tutti i dispositivi che sono stati imitati sulla sua falsa riga.

In questo processo di imitazione si perde la vis, la forza creativa dell’impulso dell’innovatore, quindi si va verso un appiattimento, si riducono i profitti e bisogna giungere ad un nuovo ciclo per portare una nuova innovazione. 

Finirei con una considerazione: parlare di innovazione deve essere assolutamente la normalità, non parliamo di qualcosa di strano ma deve essere assolutamente una consuetudine; quindi le startup, e questo è stato espresso bene dalla legislazione in materia di finanza agevolata, devono parlare di innovazione. Io penso che questa possa essere una strada per farci uscire dalla crisi e dalla scarsa crescita ventennale della nostra economia.

Guido Massimiano



Lascia un commento

Your email address will not be published.

Follow Me

Best Rated

Banner

Popular

Authors

Previous Story

ANCORA TIKTOK; ANCORA VIOLAZIONE DATI DI MINORI

Next Story

Come i crimini contro gli animali finanziano terrorismo e criminalità organizzata

Latest from Blog

La nuova strategia di Hamas

  L’esito delle operazioni militari all’interno della Striscia di Gaza suscita la preoccupazione, l’angoscia e la condanna da parte dei Governi, delle Organizzazioni Internazionali e dei media occidentali unanimi nel chiedere a Israele di interrompere il conflitto ed evitare una “catastrofe umanitaria”. L’intento di questo insieme di iniziative è assolutamente

Disinnescare il fronte libanese

Quando a Ottobre dello scorso anno Hamas perpetrò il suo attacco terroristico nella striscia di Gaza ottenne, immediatamente, il pieno supporto mediatico delle milizie filoiraniane di Hezbollah. Tuttavia, anche se nei mesi successivi Hezbollah ha intensificato le sue attività offensive lungo la linea di confine, costringendo Israele ad evacuare diverse

Washington e il Medio Oriente

Negli ultimi quindici anni il centro di gravità della politica estera di Washington si è spostato dal teatro Euroasiatico a quello Indo – Pacifico come conseguenza della scelta geostrategica di contrastare in quella Regione la crescente influenza cinese tendente a realizzare un nuovo sistema di ordine globale. Questa priorità ha

Ankara e la ricerca dell’equilibrio geopolitico

In occasione della imminente visita di Putin in Turchia il Presidente Erdoǧan ha dichiarato l’intenzione di svolgere il ruolo di mediatore nell’ambito del conflitto ucraino facendosi promotore di una possibile situazione negoziale tra le due parti. L’iniziativa sembra voler sottolineare la volontà della Turchia di riprendere a svolgere quel ruolo

La situazione in Medio Oriente dopo il 7 Ottobre

L’attacco che Hamas ha condotto contro lo Stato di Israele, lo scorso 7 Ottobre, rappresenta un ulteriore episodio del conflitto che devasta il Medio Oriente da circa un secolo (anno più, anno meno). Per poter comprendere tale nuova fase di questa guerra infinita, è necessario esaminare gli aspetti che ad

Una nuova guerra in Medio Oriente?

  Le modalità con le quali, nel settore della Striscia di Gaza, l’organizzazione di Hamas ha condotto l’attacco contro lo Stato di Israele hanno drammaticamente elevato il livello della tensione che contraddistingue l’area, accrescendo il pericolo che la situazione possa evolversi dando luogo a un vero e proprio conflitto. Il

Iran: nuova diplomazia, ma stesso obiettivo

La teocrazia iraniana ha da sempre perseguito un duplice obiettivo strategico: assumere una leadership regionale affermandosi come potenza dominante nel Medio Oriente; costringere gli USA ad abbandonare l’area e allo stesso tempo detronizzare Israele. Questa è stata e rimane la direttiva geostrategica che orienta la politica dell’Iran, ciò che invece

Medioriente – il Nuovo Mondo del terzo millennio

Recentemente, nell’ambito di una riunione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU nella quale dovevano essere discussi i termini per l’invio di ulteriori aiuti umanitari a favore delle aree colpite dal terremoto, che ha devastato la zona di confine tra Turchia e Siria, la Russia ha esercitato il diritto di veto bloccando,

Global South e Nuovo Mondo Multipolare

Mentre in Europa abbiamo reinventato la Guerra Fredda nell’illusione di fermare la storia, cullandoci nel decadente mito della superiorità della cultura occidentale, sorretti dalla presunzione di avere il diritto di imporre sanzioni a chiunque non condivida la nostra narrative, il mondo si è trasformato sotto i nostri occhi. Il processo

L’Impero su cui non tramonta mai il sole

La geopolitica dell’impero di Roma venne regolata da un criterio semplice ma efficace: divide et impera! E il successo di tale formula fu così elevato che, nel corso dei secoli, tale pratica venne adottata da molte altre potenze che giocarono un ruolo fondamentale nella costruzione dell’ordine internazionale. Quindi non c’è

Il manifesto di politica estera di Pechino

  Mentre in Occidente ci auto illudiamo con una narrativa di “regime” unidirezionale e ingannevole che il conflitto ucraino rappresenti l’atto estremo dell’eterna lotta tra il Bene (noi Occidentali) e il Male (il resto del mondo che non la pensa come noi), non ci accorgiamo che la Cina sta ponendo

La realpolitik di Ankara

Mentre la narrativa occidentale dà per imminente la vittoria dell’Ucraina nel revival all’inverso della Grande Guerra Patriottica e per scontata la scomparsa della Russia dalla scena internazionale, Mosca continua a svolgere un ruolo di protagonista negli altri scenari geopolitici che l’Occidente sembra aver dimenticato. Recentemente, infatti, l’attività diplomatica del Cremlino

Il piccolo mondo antico dell’Occidente

Il protrarsi del conflitto in Ucraina ha determinato la necessità fondamentale, per entrambi i contendenti sul campo, di poter accedere a fonti integrative di rifornimenti di materiale bellico, al fine di poter supportare le proprie attività e di conseguire i propri obiettivi. Gli USA e l’Europa, da lungo tempo, sono

La crisi ucraina: informazione o propaganda?

  La cronaca e l’esame analitico di come si stia sviluppando il conflitto in atto in Ucraina sono offuscate da quella che sembra essere l’unica cosa che abbia importanza nell’ambito di questa tragedia: la propaganda. Il circuito mediatico nazionale e soprattutto internazionale non produce informazione oggettiva, seria, imparziale, ma è

L’impasse

Mentre all’Assemblea generale delle Nazioni Unite si consumava la rappresentazione tragicomica della inanità di questo consesso mondiale, retaggio di un mondo che non esiste più, roboante nei suoi propositi, elefantiaco nella miriade delle sue diramazioni, economicamente fallimentare, ma, soprattutto, impotente nella risoluzione dei conflitti che coinvolgono gli stessi Paesi che

Esiste un nuovo ordine mondiale

I conflitti sono sempre stati originati e condotti per ottenere risultati volti a soddisfare il conseguimento degli intendimenti strategici che le nazioni considerano essenziali per i loro obiettivi di politica nazionale. Queste ragioni sono state, poi, immancabilmente ammantate da un pesante velo di propaganda (questo è il suo vero nome!)

Una nuova NATO dopo Madrid?

Il vertice della NATO di Madrid, appena concluso, e la recentissima formalizzazione dell’ingresso di due nuovi membri nell’ambito dell’Alleanza sono stati presentati come un’altra risposta forte e decisa che il mondo occidentale ha voluto dare alla Russia. Il vertice ha inteso trasmettere l’immagine di una Alleanza compatta e determinata che

NATO – Back to the future!

La prossima settimana a Madrid si svolgerà il vertice dell’Alleanza Atlantica che dovrà definire il Concetto Strategico che guiderà la NATO verso il nuovo decennio. Il contesto geopolitico nel quale questo particolare e fondamentale appuntamento si realizza è estremamente delicato e le decisioni che saranno assunte avranno un peso specifico

La geopolitica tecnologica della Turchia

L’ascesa della importanza geopolitica della Turchia e l’aumento della sua proattività diplomatica delineano una parabola che proietta il Paese verso il conseguimento di una rilevanza strategica che, trascendendo i limiti geografici regionali, le sta facendo assumere il ruolo di potenza euroasiatica. Il percorso tracciato da Erdogan non è stato lineare,

Come la Russia vede la crisi ucraina

      Il clima mediatico occidentale sembra ritenere che il conflitto militare in Ucraina, in atto da ormai più di tre mesi, possa essere prossimo alla sua conclusione. Le sanzioni e l’insuccesso attribuito alle operazioni russe, a cui si imputa il mancato conseguimento di risultati militari definitivi, lascia ora

Svezia e Finlandia nella NATO. Cui prodest?

La notizia che la Svezia e la Finlandia abbiano recentemente formalizzato la loro richiesta di entrare a far parte della NATO è stata presentata come un colpo definitivo assestato all’avventura russa in Ucraina e come un successo politico che consente all’Alleanza di annoverare tra le sue fila anche due giganti

Il dilemma strategico della Russia

Se si esamina con attenzione una carta geografica della Russia appare evidente, anche all’occhio del neofita, che l’immensa estensione territoriale di questo paese è controbilanciata, con esito negativo, dalla pressoché assoluta mancanza di accesso diretto alle rotte commerciali oceaniche che costituiscono, da sempre, la base sulla quale si sviluppa e

Macron 2.0 :più Francia e meno Europa

Domenica prossima la Francia andrà al voto di ballottaggio per eleggere il Presidente della Repubblica. Il copione non presenta nessuna novità di rilievo, è lo stesso ormai da circa 20 anni. Due candidati che rappresentano le due anime di una nazione, da una parte il difensore dello stato di diritto

Difesa Europea? No grazie!

L’attuale crisi ucraina, in virtù dello sconvolgimento geopolitico che ha provocato, ha dato l’avvio a una molteplicità di riflessioni, di idee e di propositi da parte del mondo occidentale, e dell’Europa in particolare, volte a individuare nuove soluzioni per evitare il ripetersi di eventi simili e per continuare a garantire

Un nuovo ordine internazionale

  Il 4 febbraio scorso, in occasione della cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici a Pechino, nella sede del China Aerospace Studies Institute, Cina e Russia hanno firmato una dichiarazione congiunta, denominata “Joint Statement of the Russian Federation and the People’s Republic of China on the International Relations Entering a

Ma l’ONU, così, serve ancora?

Il conflitto che sta sconvolgendo l’Ucraina ha messo in evidenza un vuoto pauroso nel panorama delle istituzioni internazionali che a vario titolo sono coinvolte nella risoluzione della crisi. Questo vuoto è dato dall’assenza di quella che dovrebbe essere l’istituzione primaria per il mantenimento della pace, cioè dell’ONU! Questo organismo internazionale

La Germania è uscita dal letargo. Realmente?

Negli ultimi trent’anni la posizione geopolitica della Germania è stata caratterizzata da una politica estera ondeggiante tra propositi idealistico -utopistici e interessi economici (definita con malcelato orgoglio realpolitik) che l’hanno portata a valutare (o sottovalutare) le mosse dello scomodo vicino russo con una lente di ingrandimento appannata, che ne ha

La posizione della Cina nella crisi ucraina

Lo sviluppo della crisi in Ucraina rappresenta un importante banco di prova per il corso della politica cinese in virtù dei condizionamenti futuri, che potranno incidere sia sulle decisioni strategiche sia sulle linee di azione che il Paese dovrà prendere nel condurre la propria politica estera. A premessa di quanto

Conclusa la Conferenza permanente, redatto documento con le priorità politiche

Nuova centralità Italiani all’estero: conclusa la Conferenza permanente, redatto documento con le priorità politiche Continuità di azione della Conferenza permanente tra una convocazione e l’altra; partecipazione formale del CGIE alla Conferenza Stato – Regioni; revisione e integrazione delle forme di rappresentanza degli italiani all’estero, alla luce dei cambiamenti intervenuti nel tessuto dell’emigrazione italiana; potenziamento del Sistema Paese in

Armao al Comitato europeo delle Regioni: misure UE specifiche per i disastri naturali

Il Vicepresidente ed Assessore all’Economia della Regione Siciliana, Gaetano Armao, intervenendo oggi, in occasione della 146esima sessione plenaria del Comitato europeo delle Regioni (CdR), al dibattito sui disastri naturali e la risposta alle emergenze ha illustrato al Commissario UE per la Gestione delle crisi, Janez Lenarčič, i gravi effetti dei

Mario Draghi alla guida del paese

Mario Draghi ha sviluppato durante gli anni della sua carriera lavorativa una visione chiara e completa dei problemi dell’economia della società contemporanea e degli strumenti da utilizzare per migliorarla. Lo dimostra sul campo in quanto uomo d’ azione, sia al tesoro negli anni novanta che a capo della BCE in
GoUp