Foto presa dal sito della Commissione europea

La nuova strategia europea per la lotta contro la tratta di esseri umani

Il 14 aprile la Commissione europea ha presentato una nuova strategia per la lotta contro la tratta di esseri umani, incentrata sulla prevenzione della criminalità, sulla consegna dei trafficanti alla giustizia, nonché sulla protezione e l’emancipazione delle vittime. Nonostante i progressi compiuti negli ultimi anni, la tratta di esseri umani rimane, infatti, una grave minaccia nell’UE e nel mondo. A fronte del trasferimento online delle attività dei trafficanti e dell’emergenza pandemica, la nuova strategia europea definisce le misure che consentiranno all’Unione europea e ai suoi Stati membri di continuare a rafforzare la lotta contro la tratta di esseri umani in nome della salvaguardia dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali.

La lotta alla tratta di esseri umani

Nonostante i progressi compiuti negli ultimi anni e le strategie avviate allo scopo di frenare tale minaccia, la tratta di esseri umani risulta essere ancora un fenomeno globale, che continua a colpire anche l’Unione europea. Tale attività criminale ha un impatto notevole sul tessuto sociale, sullo Stato di diritto nonché sullo sviluppo sostenibile negli Stati membri dell’UE e nei Paesi partner.  Secondo gli ultimi dati disponibili, tra il 2017 e il 2018, vi sono state più di 14000 vittime registrate all’interno dell’Unione europea ed è probabile che il numero effettivo sia significativamente più alto, poiché le vittime della tratta di esseri umani rimangono spesso inosservate. Le vittime sono principalmente donne e ragazze, oggetto di tratta a fini di sfruttamento sessuale.

I trafficanti sfruttano le disuguaglianze e le vulnerabilità economico-sociali attualmente estremizzate dalla pandemia da Covid-19, la quale ostacola, altresì, l’accesso delle vittime alla giustizia e all’assistenza. Inoltre, recentemente i trafficanti hanno adottato un nuovo modello di reclutamento e sfruttamento online delle vittime, rendendo più difficile per le forze dell’ordine e la magistratura rispondere alla minaccia.

La lotta alla tratta di esseri umani è da tempo una priorità per l’Unione europea. Negli anni sono stati compiuti progressi sotto molti aspetti: la cooperazione tra attori chiave, anche a livello politico, sia a livello nazionale che europeo, ha condotto a procedimenti giudiziari e condanne, oltre che ad un migliore processo di identificazione, assistenza e sostegno alle vittime; inoltre, sono state realizzate rilevanti campagne di sensibilizzazione e formazione, mentre studi e rapporti hanno aumentato la conoscenza del fenomeno, contribuendo allo sviluppo di strategie di risposta adeguate.

La strategia della Commissione europea

Nell’ambito di tale sforzo volto a interrompere la tratta di esseri umani, il 14 aprile la Commissione europea ha approvato una nuova strategia per il periodo 2021-2025, incentrata sulla prevenzione della criminalità, sulla consegna dei trafficanti alla giustizia, nonché sulla protezione e l’emancipazione delle vittime. Tale strategia si fonda sul quadro giuridico e politico globale dell’UE in vigore, sancito nella Direttiva anti-tratta risalente al 5 aprile 2011, per la cui applicazione la Commissione continuerà a sostenere gli Stati membri e, se necessario, a proporre revisioni per garantirne l’idoneità allo scopo.

Nel dettaglio, la nuova strategia si concentra: sulla riduzione della domanda che favorisce la tratta di esseri umani; sullo smantellamento del modello commerciale dei trafficanti, online e offline; sulla protezione, sostegno ed emancipazione delle vittime, con particolare attenzione alle donne e ai bambini; sulla promozione della cooperazione internazionale.

Poiché la tratta di esseri umani è spesso in mano a gruppi della criminalità organizzata, la strategia per combatterla risulta essere strettamente collegata alla strategia dell’Unione europea per la lotta alla criminalità organizzata, anch’essa presentata il 14 aprile. La protezione della società europea dalla criminalità organizzata, ivi inclusa la lotta contro la tratta di esseri umani, costituisce, infatti, una priorità della strategia europea nell’ambito della più vasta Unione della sicurezza.

Ruolo della Commissione e dichiarazioni

Con questa strategia, la Commissione europea definisce un forte quadro politico e un rinnovato impegno, al centro del quale vi sono donne e bambini. Le priorità e le misure previste saranno attuate tra il 2021 e il 2025 ma, in tale periodo, la Commissione continuerà a monitorare i nuovi sviluppi e tendenze basate sull’analisi delle modalità con cui evolve la tratta gli esseri umani nell’Unione europea e non solo. La Commissione sarà, inoltre, chiamata a lavorare a stretto contatto con tutti i partner al fine di massimizzare l’impatto delle azioni previste. Il coordinatore dell’UE contro la tratta degli esseri umani contribuirà a garantire il coordinamento e la coerenza tra le istituzioni, le agenzie dell’UE, gli Stati membri e gli attori internazionali. Unire le forze nella lotta contro la tratta di esseri umani risulta essere, infatti, essenziale per garantire la sicurezza europea, la protezione delle persone vulnerabili e dell’economia, nonché la salvaguardia dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali.

“La lotta contro la tratta di esseri umani rientra nel nostro lavoro per costruire un’Europa che protegge – queste le parole della Vicepresidente per la Promozione dello stile di vita europeo, Margaritis Schinas – Con la strategia odierna, stiamo adottando un triplice approccio, utilizzando in parallelo la legislazione, il sostegno politico e operativo e i finanziamenti allo scopo di ridurre la domanda, smantellare le attività criminali ed emancipare le vittime di questo reato abominevole”. Ylva Johansson, Commissaria per gli Affari interni, ha invece dichiarato: “Dobbiamo proteggere le vittime e consegnare alla giustizia i responsabili che considerano gli esseri umani come fossero una merce. Esamineremo le norme in vigore per verificare se siano ancora adatte allo scopo e prenderemo in considerazione la possibilità di qualificare come reato l’utilizzo dei servizi derivanti dallo sfruttamento delle vittime della tratta”.

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