Balcani, l’auspicata ripresa del dialogo

10 Novembre 2020
4 mins read

Il prossimo incontro nell’ambito del processo di Berlino riunirà i leader dei Balcani occidentali e dell’Unione europea che si incontreranno nella capitale della Bulgaria, a Sofia. I leader dovrebbero adottare un piano per la creazione di un mercato regionale comune nel prossimo summit del 10 novembre.

Lanciato nel 2014 a seguito della Dichiarazione Juncker sull’allargamento e sulle sfide geopolitiche per l’UE, il processo di Berlino è un’iniziativa volta a mantenere lo slancio dell’integrazione europea nei Balcani occidentali. Inizialmente limitato nel tempo (2014-2018) e nel suo ambito, si è però sviluppato diventando un processo sfaccettato senza una fine prevedibile. 

Finora ha coinvolto solo pochi Stati-membri (Germania, Austria, Francia, Italia, Croazia, Slovenia), i sei Stati balcanici che aspirano ad entrare nell’UE (cioè il cosiddetto gruppo WB6 composto da Albania, Bosnia-Erzegovina, Macedonia, Montenegro, Kosovo, e Serbia), così come l’Unione Europea. L’obiettivo del Processo di Berlino è di far avanzare l’agenda dell’UE in tre dimensioni, quali la crescita economica e connettività, le relazioni di buon vicinato e cooperazione regionale, lo sviluppo della società civile e la connettività interpersonale

Piuttosto che sostituire l’approccio dell’UE nei confronti dei Balcani occidentali, il processo di Berlino cerca di integrarlo e di rivitalizzarne la dinamica. Soprattutto, il processo introduce una nuova pratica per il rafforzamento del dialogo: una lunga serie di incontri e vertici che si propongono di accogliere tutte le istanze degne di attenzione. In questo senso, il Processo di Berlino è stato fondamentale per mantenere il faro acceso sulle questioni che ostacolano i progressi compiuti dai Balcani occidentali in cammino verso l’Unione Europea: il loro gap infrastrutturale e la vulnerabilità economica; la mancanza di prospettiva percepita dai giovani del WB6; il possibile slittamento democratico verso regimi instabili; la persistenza dell’etno-nazionalismo sotto la superficie della riconciliazione. 

Il processo di Berlino inizia formalmente nel 2014, sotto gli auspici del cancelliere tedesco, Angela Merkel, con l’idea di raggiungere un accordo congiunto sul rafforzamento della cooperazione regionale nei Balcani occidentali e sulla risoluzione delle rimanenti questioni aperte nella regione

A partire da quella data, sono continuati gli sforzi della comunità europea che è stata e rimarrà impegnata nei Balcani occidentali. Come sappiamo, l’UE è di gran lunga il più grande donatore, il più grande partner commerciale e il più grande investitore diretto straniero nella ragione. La Commissione europea ha evidenziato più volte l’importanza del buon funzionamento del mercato unico dell’UE quale componente fondamentale per la prosperità e la resilienza e ha sottolineato, inoltre, l’elevato livello di interdipendenza socioeconomica sia tra le economie dell’UE e dei Balcani occidentali che all’interno di questa regione. 

L’obiettivo è ormai abbastanza chiaro: trasformare i Balcani occidentali in economie di mercato funzionanti in grado di integrarsi pienamente nel mercato unico dell’UE, contribuendo, quindi, ad intensificare i flussi commerciali nella regione e con l’UE

In questo scenario, il piano dell’UE per la creazione di una comunità economica regionale nei Balcani occidentali sarà adottato a Sofia. Secondo la Commissione Europea, la costituzione di una tale comunità porterà benefici tangibili ad aziende e cittadini. Questi includono la riduzione delle spese bancarie transfrontaliere, l’eliminazione degli ostacoli tecnici al commercio, il coordinamento delle politiche di investimento, il riconoscimento delle qualifiche professionali in tutta la regione e la promozione del commercio elettronico.

Quali saranno i prossimi passi? 

Per sostenere la completa attuazione del processo di adesione, si pone come presupposto imprescindibile un maggiore coinvolgimento della società civile. In particolare, questo processo, oltre a richiedere un profondo cambiamento sociale, l’impegno dei gruppi sociali e il sostegno dei cittadini, mira a creare stabilità e sicurezza nella regione attraverso la promozione dei valori europei nella prospettiva di migliorare la qualità della vita di tutti i soggetti coinvolti. 

È su queste basi che prenderà avvio il Think Tank and Civil Society Forum del 9 novembre 2020, evento che precederà il processo di Berlino 2020 del vertice di Sofia fissato per il giorno successivo. Attraverso questo dialogo si pone la possibilità di avere un quadro più ampio della geopolitica e della geo-economia dell’intera regione, con una concretizzazione delle implicazioni sulla vita quotidiana dei cittadini.

L’evento segue un lungo dibattito inaugurato già da qualche anno: nel documento Comunità locali dei Balcani occidentali nel processo di integrazione europea, le comunità locali avanzano le loro richieste verso un maggior coinvolgimento. Attualmente sono raramente consultati o coinvolti nel processo di adesione, le loro capacità (ovvero risorse umane, comprensione e conoscenza) sono inadeguate e hanno un accesso moderato ai fondi dell’UE poiché le autonomie locali sono inclini a concludere che l’adesione all’UE è qualcosa che ha luogo a Bruxelles e nelle capitali. Infine, i cittadini non vedono il collegamento tra integrazione nell’UE e qualità della vita, miglioramenti nel sistema di assistenza sociale, sistema educativo, occupazione, ecc.

I paesi WB6 devono affrontare una serie di gravi problemi sociali e demografici: da alti livelli di disoccupazione (solo il 44% della popolazione in età lavorativa è effettivamente impegnata nel lavoro), che è particolarmente preoccupante tra i giovani (che raggiunge il 55% in Kosovo), esclusione sociale e povertà più elevate rispetto all’Europa centrale e orientale, disparità di reddito tra le più alte in Europa, scarso accesso alle reti di sicurezza e ai servizi sociali necessari, all’emigrazione massiccia (230.000 persone hanno lasciato la regione nell’ultimo anno) e alla povertà rurale combinate con la mancanza di sicurezza generale e stato di diritto.

Rafforzare un reale coinvolgimento a livello locale, affrontando i problemi esistenti attraverso una dimensione sociale veramente rafforzata dell’integrazione europea, rappresenterebbe la prova sostanziale che i valori dell’UE sono cruciali nel processo di adesione.

Processo di Berlino: a che punto siamo? 

Dopo l’incontro di Skopje, nel marzo 2020, ci si aspetta un nuovo Leader Meeting del processo di Berlino. Come sottolineato pochi giorni fa dal Ministro degli Esteri della Macedonia del Nord, Bujar Osmani durante una conferenza stampa, la decisione presa per la presidenza congiunta della Repubblica di Bulgaria, come Stato membro dell’Ue, e la Repubblica di Macedonia del Nord come paese candidato rappresenta la volontà di dimostrare vicinanza, cooperazione e sostegno reciproco dei due vicini, come parte fondamentale dell’aspirazione alla prospettiva europea dell’intera regione. È stato un riconoscimento per entrambi i paesi, primo per la Bulgaria, la cui Presidenza ha segnato il rafforzamento della prospettiva europea della regione con il Vertice di Sofia nel 2018 e la Dichiarazione di Sofia, ma anche per la Macedonia del Nord che ha rilanciato l’idea europea nella regione.

Osmani ha sottolineato che l’elemento più importante del Processo di Berlino è la sua forte piattaforma politica volta a sostenere la prospettiva europea della regione e il mantenimento del processo di allargamento come priorità assoluta nell’agenda dell’UE.

Di Simone Vitali

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Follow Me

Best Rated

Banner

Popular

Authors

Previous Story

Gli EAU sono il primo Paese arabo ad aprire un consolato nel Sahara Occidentale: significato e conseguenze di una decisione storica

Next Story

I finanziamenti europei: il punto sul bando di gara Green Deal europeo

Latest from Blog

La nuova strategia di Hamas

  L’esito delle operazioni militari all’interno della Striscia di Gaza suscita la preoccupazione, l’angoscia e la condanna da parte dei Governi, delle Organizzazioni Internazionali e dei media occidentali unanimi nel chiedere a Israele di interrompere il conflitto ed evitare una “catastrofe umanitaria”. L’intento di questo insieme di iniziative è assolutamente

Disinnescare il fronte libanese

Quando a Ottobre dello scorso anno Hamas perpetrò il suo attacco terroristico nella striscia di Gaza ottenne, immediatamente, il pieno supporto mediatico delle milizie filoiraniane di Hezbollah. Tuttavia, anche se nei mesi successivi Hezbollah ha intensificato le sue attività offensive lungo la linea di confine, costringendo Israele ad evacuare diverse

Washington e il Medio Oriente

Negli ultimi quindici anni il centro di gravità della politica estera di Washington si è spostato dal teatro Euroasiatico a quello Indo – Pacifico come conseguenza della scelta geostrategica di contrastare in quella Regione la crescente influenza cinese tendente a realizzare un nuovo sistema di ordine globale. Questa priorità ha

Ankara e la ricerca dell’equilibrio geopolitico

In occasione della imminente visita di Putin in Turchia il Presidente Erdoǧan ha dichiarato l’intenzione di svolgere il ruolo di mediatore nell’ambito del conflitto ucraino facendosi promotore di una possibile situazione negoziale tra le due parti. L’iniziativa sembra voler sottolineare la volontà della Turchia di riprendere a svolgere quel ruolo

La situazione in Medio Oriente dopo il 7 Ottobre

L’attacco che Hamas ha condotto contro lo Stato di Israele, lo scorso 7 Ottobre, rappresenta un ulteriore episodio del conflitto che devasta il Medio Oriente da circa un secolo (anno più, anno meno). Per poter comprendere tale nuova fase di questa guerra infinita, è necessario esaminare gli aspetti che ad

Una nuova guerra in Medio Oriente?

  Le modalità con le quali, nel settore della Striscia di Gaza, l’organizzazione di Hamas ha condotto l’attacco contro lo Stato di Israele hanno drammaticamente elevato il livello della tensione che contraddistingue l’area, accrescendo il pericolo che la situazione possa evolversi dando luogo a un vero e proprio conflitto. Il

Iran: nuova diplomazia, ma stesso obiettivo

La teocrazia iraniana ha da sempre perseguito un duplice obiettivo strategico: assumere una leadership regionale affermandosi come potenza dominante nel Medio Oriente; costringere gli USA ad abbandonare l’area e allo stesso tempo detronizzare Israele. Questa è stata e rimane la direttiva geostrategica che orienta la politica dell’Iran, ciò che invece

Medioriente – il Nuovo Mondo del terzo millennio

Recentemente, nell’ambito di una riunione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU nella quale dovevano essere discussi i termini per l’invio di ulteriori aiuti umanitari a favore delle aree colpite dal terremoto, che ha devastato la zona di confine tra Turchia e Siria, la Russia ha esercitato il diritto di veto bloccando,

Global South e Nuovo Mondo Multipolare

Mentre in Europa abbiamo reinventato la Guerra Fredda nell’illusione di fermare la storia, cullandoci nel decadente mito della superiorità della cultura occidentale, sorretti dalla presunzione di avere il diritto di imporre sanzioni a chiunque non condivida la nostra narrative, il mondo si è trasformato sotto i nostri occhi. Il processo

L’Impero su cui non tramonta mai il sole

La geopolitica dell’impero di Roma venne regolata da un criterio semplice ma efficace: divide et impera! E il successo di tale formula fu così elevato che, nel corso dei secoli, tale pratica venne adottata da molte altre potenze che giocarono un ruolo fondamentale nella costruzione dell’ordine internazionale. Quindi non c’è

Il manifesto di politica estera di Pechino

  Mentre in Occidente ci auto illudiamo con una narrativa di “regime” unidirezionale e ingannevole che il conflitto ucraino rappresenti l’atto estremo dell’eterna lotta tra il Bene (noi Occidentali) e il Male (il resto del mondo che non la pensa come noi), non ci accorgiamo che la Cina sta ponendo

La realpolitik di Ankara

Mentre la narrativa occidentale dà per imminente la vittoria dell’Ucraina nel revival all’inverso della Grande Guerra Patriottica e per scontata la scomparsa della Russia dalla scena internazionale, Mosca continua a svolgere un ruolo di protagonista negli altri scenari geopolitici che l’Occidente sembra aver dimenticato. Recentemente, infatti, l’attività diplomatica del Cremlino

Il piccolo mondo antico dell’Occidente

Il protrarsi del conflitto in Ucraina ha determinato la necessità fondamentale, per entrambi i contendenti sul campo, di poter accedere a fonti integrative di rifornimenti di materiale bellico, al fine di poter supportare le proprie attività e di conseguire i propri obiettivi. Gli USA e l’Europa, da lungo tempo, sono

La crisi ucraina: informazione o propaganda?

  La cronaca e l’esame analitico di come si stia sviluppando il conflitto in atto in Ucraina sono offuscate da quella che sembra essere l’unica cosa che abbia importanza nell’ambito di questa tragedia: la propaganda. Il circuito mediatico nazionale e soprattutto internazionale non produce informazione oggettiva, seria, imparziale, ma è

L’impasse

Mentre all’Assemblea generale delle Nazioni Unite si consumava la rappresentazione tragicomica della inanità di questo consesso mondiale, retaggio di un mondo che non esiste più, roboante nei suoi propositi, elefantiaco nella miriade delle sue diramazioni, economicamente fallimentare, ma, soprattutto, impotente nella risoluzione dei conflitti che coinvolgono gli stessi Paesi che

Esiste un nuovo ordine mondiale

I conflitti sono sempre stati originati e condotti per ottenere risultati volti a soddisfare il conseguimento degli intendimenti strategici che le nazioni considerano essenziali per i loro obiettivi di politica nazionale. Queste ragioni sono state, poi, immancabilmente ammantate da un pesante velo di propaganda (questo è il suo vero nome!)

Una nuova NATO dopo Madrid?

Il vertice della NATO di Madrid, appena concluso, e la recentissima formalizzazione dell’ingresso di due nuovi membri nell’ambito dell’Alleanza sono stati presentati come un’altra risposta forte e decisa che il mondo occidentale ha voluto dare alla Russia. Il vertice ha inteso trasmettere l’immagine di una Alleanza compatta e determinata che

NATO – Back to the future!

La prossima settimana a Madrid si svolgerà il vertice dell’Alleanza Atlantica che dovrà definire il Concetto Strategico che guiderà la NATO verso il nuovo decennio. Il contesto geopolitico nel quale questo particolare e fondamentale appuntamento si realizza è estremamente delicato e le decisioni che saranno assunte avranno un peso specifico

La geopolitica tecnologica della Turchia

L’ascesa della importanza geopolitica della Turchia e l’aumento della sua proattività diplomatica delineano una parabola che proietta il Paese verso il conseguimento di una rilevanza strategica che, trascendendo i limiti geografici regionali, le sta facendo assumere il ruolo di potenza euroasiatica. Il percorso tracciato da Erdogan non è stato lineare,

Come la Russia vede la crisi ucraina

      Il clima mediatico occidentale sembra ritenere che il conflitto militare in Ucraina, in atto da ormai più di tre mesi, possa essere prossimo alla sua conclusione. Le sanzioni e l’insuccesso attribuito alle operazioni russe, a cui si imputa il mancato conseguimento di risultati militari definitivi, lascia ora

Svezia e Finlandia nella NATO. Cui prodest?

La notizia che la Svezia e la Finlandia abbiano recentemente formalizzato la loro richiesta di entrare a far parte della NATO è stata presentata come un colpo definitivo assestato all’avventura russa in Ucraina e come un successo politico che consente all’Alleanza di annoverare tra le sue fila anche due giganti

Il dilemma strategico della Russia

Se si esamina con attenzione una carta geografica della Russia appare evidente, anche all’occhio del neofita, che l’immensa estensione territoriale di questo paese è controbilanciata, con esito negativo, dalla pressoché assoluta mancanza di accesso diretto alle rotte commerciali oceaniche che costituiscono, da sempre, la base sulla quale si sviluppa e

Macron 2.0 :più Francia e meno Europa

Domenica prossima la Francia andrà al voto di ballottaggio per eleggere il Presidente della Repubblica. Il copione non presenta nessuna novità di rilievo, è lo stesso ormai da circa 20 anni. Due candidati che rappresentano le due anime di una nazione, da una parte il difensore dello stato di diritto

Difesa Europea? No grazie!

L’attuale crisi ucraina, in virtù dello sconvolgimento geopolitico che ha provocato, ha dato l’avvio a una molteplicità di riflessioni, di idee e di propositi da parte del mondo occidentale, e dell’Europa in particolare, volte a individuare nuove soluzioni per evitare il ripetersi di eventi simili e per continuare a garantire

Un nuovo ordine internazionale

  Il 4 febbraio scorso, in occasione della cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici a Pechino, nella sede del China Aerospace Studies Institute, Cina e Russia hanno firmato una dichiarazione congiunta, denominata “Joint Statement of the Russian Federation and the People’s Republic of China on the International Relations Entering a

Ma l’ONU, così, serve ancora?

Il conflitto che sta sconvolgendo l’Ucraina ha messo in evidenza un vuoto pauroso nel panorama delle istituzioni internazionali che a vario titolo sono coinvolte nella risoluzione della crisi. Questo vuoto è dato dall’assenza di quella che dovrebbe essere l’istituzione primaria per il mantenimento della pace, cioè dell’ONU! Questo organismo internazionale

La Germania è uscita dal letargo. Realmente?

Negli ultimi trent’anni la posizione geopolitica della Germania è stata caratterizzata da una politica estera ondeggiante tra propositi idealistico -utopistici e interessi economici (definita con malcelato orgoglio realpolitik) che l’hanno portata a valutare (o sottovalutare) le mosse dello scomodo vicino russo con una lente di ingrandimento appannata, che ne ha

La posizione della Cina nella crisi ucraina

Lo sviluppo della crisi in Ucraina rappresenta un importante banco di prova per il corso della politica cinese in virtù dei condizionamenti futuri, che potranno incidere sia sulle decisioni strategiche sia sulle linee di azione che il Paese dovrà prendere nel condurre la propria politica estera. A premessa di quanto

Conclusa la Conferenza permanente, redatto documento con le priorità politiche

Nuova centralità Italiani all’estero: conclusa la Conferenza permanente, redatto documento con le priorità politiche Continuità di azione della Conferenza permanente tra una convocazione e l’altra; partecipazione formale del CGIE alla Conferenza Stato – Regioni; revisione e integrazione delle forme di rappresentanza degli italiani all’estero, alla luce dei cambiamenti intervenuti nel tessuto dell’emigrazione italiana; potenziamento del Sistema Paese in

Armao al Comitato europeo delle Regioni: misure UE specifiche per i disastri naturali

Il Vicepresidente ed Assessore all’Economia della Regione Siciliana, Gaetano Armao, intervenendo oggi, in occasione della 146esima sessione plenaria del Comitato europeo delle Regioni (CdR), al dibattito sui disastri naturali e la risposta alle emergenze ha illustrato al Commissario UE per la Gestione delle crisi, Janez Lenarčič, i gravi effetti dei

Mario Draghi alla guida del paese

Mario Draghi ha sviluppato durante gli anni della sua carriera lavorativa una visione chiara e completa dei problemi dell’economia della società contemporanea e degli strumenti da utilizzare per migliorarla. Lo dimostra sul campo in quanto uomo d’ azione, sia al tesoro negli anni novanta che a capo della BCE in

Intelligenza artificiale : verso una regolamentazione etica e responsabile

Nei giorni scorsi il Senato ha approvato il DDL 1146 sull’intelligenza artificiale, quale un primo passo del Governo volto alla disciplina di questa materia così attuale e nello stesso tempo così delicata e pervasiva per gli impatti che determina e sta già determinando su molteplici aspetti della nostra vita e
GoUp