L’influenza dell’UE nell’area balcanica: prospettive di allargamento credibili?

Dopo quasi due decenni dallo storico Vertice di Salonicco del 2003, la piena integrazione dei Balcani occidentali nell’UnioneEuropea sembra ancora procedere a rilento, rimbalzando tra vertici e dichiarazioni congiunte, che a turno rilanciano o rallentano il processo. La sfida dell’allargamento unita ai problemi economici della pandemia potrebbero far deragliare la prospettiva di adesione dell’intera regione in un’Europa che appare ancora irresoluta per la volontà dei singoli attori nazionali.

La politica di allargamento è stata una delle politiche dell’UE di maggior successo: ha contribuito in modo significativo al ruolo dell’Unione come potenza regionale e globale attraverso la proposta di un modello stabile, propulsore del consolidamento democratico. In quest’ottica, mantenere l’allargamento al primo posto dell’agenda è di fondamentale importanza per la geopolitica dell’Unione europea poiché amplierebbe le dimensioni del mercato comune recando vantaggi economici sia all’UE che ai nuovi Stati membri. Ciò nonostante, questi allargamenti non sono sempre riusciti a consolidare la democrazia nei nuovi Stati membri e spesso hanno indebolito la coesione interna dell’UE.

Da Salonicco in poi, l’atteggiamento nei confronti dei Balcani occidentali era di grande ottimismo e non si basava su convinzioni politiche, ma su criteri, chiari e indiscutibili, per la candidatura e l’adesione di un paese all’Unione europea. In ragione di ciò, i diversi vertici succeduti da due decenni a questa parte hanno sempre sottolineato la ferma convinzione che l’unificazione dell’Europa non potesse essere completata senza i Balcani occidentali: dalla Dichiarazione finale del Vertice di Zagabria del 2000, passando per l’Agenda del Vertice di Salonicco per poi finire all’Agenda prioritaria di Sofia del 2018, il fil rouge è stato sempre lo stesso. Tuttavia, ad esclusione di alcuni recenti tentativi e di sterili dichiarazioni congiunte, la questione dell’allargamento risulta particolarmente tortuosa. È evidente che un simile processo non può essere semplice e, in più, il suo lento progresso ha iniziato ad alimentare una latente frustrazione tra i paesi candidati. 

Ad oggi, la situazione più complicata sembra essere quella del Kosovo, formalmente indipendente dal 2008, ma non ancora riconosciuto da Cipro, Grecia, Spagna, Romania e Slovacchia che esitano a riconoscere la legalità di quanto avvenuto per paura di creare pericolosi precedenti. Il paese, insieme alla Bosnia Erzegovina, non ha ancora lo status di candidato e, a causa dei complicati rapporti tra albanesi e serbi, della dilagante corruzionee dell’alto tasso di criminalità, sembra essere sull’orlo del collasso. 

La Serbia, invece, è entrata nel processo di adesione all’Unione ottenendo lo status di candidato nel 2012 ed avviando i negoziati nel 2014. Tuttavia, il riconoscimento del Kosovo è una precondizione imprescindibile per la futura adesione di Belgrado all’Unione Europea e alla Nato. L’apparente normalizzazione dei rapporti diplomatici con il Kosovo, sbandierata dall’amministrazione Trump durante il vertice di Washington di settembre scorso, ha rappresentato l’ennesimo tentativo a vuoto in questa direzione. A questo si aggiunge il fatto che, come la Croazia, la Serbia coltiva una visione ideologica del passato estremamente reazionaria, cosa che complica ulteriormente il suo cammino verso un futuro europeo.

Il percorso più lungo sembra essere quello della Bosnia-Erzegovina, la cui adesione viene ostacolata da numerosi problemi interni, in primo luogo riguardo l’applicazione dello stato di diritto. L’appartenenza all’Unione richiede che il paese candidato abbia raggiunto una stabilità istituzionale che garantisca la democrazia, il principio di legalità, i diritti umani, il rispetto e la protezione delle minoranze, l’esistenza di una economia di mercato funzionante nonché la capacità di rispondere alle pressioni concorrenziali e alle forze di mercato all’interno dell’Unione. Presuppone anche la capacità dei paesi candidati di assumersi gli obblighi di tale appartenenza, inclusa l’adesione agli obiettivi di un’unione politica, economica e monetaria. 

Nella sua comunicazione del 2018, la Commissione ha rilevato l’esistenza di una serie di problemi attinenti alla scarsa competitività delle economie della regione, alla pendenza di dispute tra gli Stati interessati dal possibile allargamento e agli atteggiamenti ambigui dei leader politici quanto al destino europeo dei loro Stati. Soprattutto, però, sono state sottolineate numerose criticità relative alla tenuta dello stato di diritto inerenti all’alto livello di corruzione, alla presenza di reti criminali particolarmente radicate e dedite al traffico illegale di armi e sostanze stupefacenti e alla tratta di esseri umani, all’esigenza di rafforzare le istituzioni politiche e di riformare la pubblica amministrazione e, ancora, all’indipendenza, qualità ed efficienza del potere giudiziario. 

In virtù del vuoto politico che si era formato nell’ultimo decennio, la Germania ha avviato nel 2014 quello che è diventato noto come il Processo di Berlino, un’iniziativa volta a iniettare nuova energia nel dormiente processo di allargamento dell’UE. Tuttavia, sebbene siano state prese misure significative e proattive, tali sforzi non hanno avuto successo nel persuadere o consentire agli Stati dei Balcani occidentali di attuare le riforme politiche ed economiche necessarie per l’adesione all’UE.

Invero, a seguito del rinnovato ottimismo espresso dalla nuova presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, il 26 marzo il Consiglio europeo ha formalmente dato inizio ai negoziati per l’accesso all’Unione europea alla Macedonia del Nord ed all’Albania.

È utile riconoscere come la prospettiva di adesione all’UE sia il più potente incentivo per le necessarie riforme interne nonché il mezzo migliore per garantire pace, stabilità, sicurezza e prosperità a lungo termine per l’intera regione dei Balcani occidentali. In questo scenario, riaffermare una prospettiva europea significaoffrire un processo di allargamento credibile, che sia in grado di indurre i paesi del blocco ad accelerare il loro impegno nelle riforme, sulla base di una condizionalità rigorosa ed equa.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Previous Story

Libia: 8 ambasciatori europei presentano le lettere credenziali. Annunciata una nuova stagione di negoziati sotto l’egida dell’ONU

Next Story

Green Deal europeo: le due nuove strategie della Commissione europea

Latest from Blog

La nuova strategia di Hamas

  L’esito delle operazioni militari all’interno della Striscia di Gaza suscita la preoccupazione, l’angoscia e la condanna da parte dei Governi, delle Organizzazioni Internazionali e dei media occidentali unanimi nel chiedere a Israele di interrompere il conflitto ed evitare una “catastrofe umanitaria”. L’intento di questo insieme di iniziative è assolutamente

Disinnescare il fronte libanese

Quando a Ottobre dello scorso anno Hamas perpetrò il suo attacco terroristico nella striscia di Gaza ottenne, immediatamente, il pieno supporto mediatico delle milizie filoiraniane di Hezbollah. Tuttavia, anche se nei mesi successivi Hezbollah ha intensificato le sue attività offensive lungo la linea di confine, costringendo Israele ad evacuare diverse

Washington e il Medio Oriente

Negli ultimi quindici anni il centro di gravità della politica estera di Washington si è spostato dal teatro Euroasiatico a quello Indo – Pacifico come conseguenza della scelta geostrategica di contrastare in quella Regione la crescente influenza cinese tendente a realizzare un nuovo sistema di ordine globale. Questa priorità ha

Ankara e la ricerca dell’equilibrio geopolitico

In occasione della imminente visita di Putin in Turchia il Presidente Erdoǧan ha dichiarato l’intenzione di svolgere il ruolo di mediatore nell’ambito del conflitto ucraino facendosi promotore di una possibile situazione negoziale tra le due parti. L’iniziativa sembra voler sottolineare la volontà della Turchia di riprendere a svolgere quel ruolo

La situazione in Medio Oriente dopo il 7 Ottobre

L’attacco che Hamas ha condotto contro lo Stato di Israele, lo scorso 7 Ottobre, rappresenta un ulteriore episodio del conflitto che devasta il Medio Oriente da circa un secolo (anno più, anno meno). Per poter comprendere tale nuova fase di questa guerra infinita, è necessario esaminare gli aspetti che ad

Una nuova guerra in Medio Oriente?

  Le modalità con le quali, nel settore della Striscia di Gaza, l’organizzazione di Hamas ha condotto l’attacco contro lo Stato di Israele hanno drammaticamente elevato il livello della tensione che contraddistingue l’area, accrescendo il pericolo che la situazione possa evolversi dando luogo a un vero e proprio conflitto. Il

Iran: nuova diplomazia, ma stesso obiettivo

La teocrazia iraniana ha da sempre perseguito un duplice obiettivo strategico: assumere una leadership regionale affermandosi come potenza dominante nel Medio Oriente; costringere gli USA ad abbandonare l’area e allo stesso tempo detronizzare Israele. Questa è stata e rimane la direttiva geostrategica che orienta la politica dell’Iran, ciò che invece

Medioriente – il Nuovo Mondo del terzo millennio

Recentemente, nell’ambito di una riunione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU nella quale dovevano essere discussi i termini per l’invio di ulteriori aiuti umanitari a favore delle aree colpite dal terremoto, che ha devastato la zona di confine tra Turchia e Siria, la Russia ha esercitato il diritto di veto bloccando,

Global South e Nuovo Mondo Multipolare

Mentre in Europa abbiamo reinventato la Guerra Fredda nell’illusione di fermare la storia, cullandoci nel decadente mito della superiorità della cultura occidentale, sorretti dalla presunzione di avere il diritto di imporre sanzioni a chiunque non condivida la nostra narrative, il mondo si è trasformato sotto i nostri occhi. Il processo

L’Impero su cui non tramonta mai il sole

La geopolitica dell’impero di Roma venne regolata da un criterio semplice ma efficace: divide et impera! E il successo di tale formula fu così elevato che, nel corso dei secoli, tale pratica venne adottata da molte altre potenze che giocarono un ruolo fondamentale nella costruzione dell’ordine internazionale. Quindi non c’è

Il manifesto di politica estera di Pechino

  Mentre in Occidente ci auto illudiamo con una narrativa di “regime” unidirezionale e ingannevole che il conflitto ucraino rappresenti l’atto estremo dell’eterna lotta tra il Bene (noi Occidentali) e il Male (il resto del mondo che non la pensa come noi), non ci accorgiamo che la Cina sta ponendo

La realpolitik di Ankara

Mentre la narrativa occidentale dà per imminente la vittoria dell’Ucraina nel revival all’inverso della Grande Guerra Patriottica e per scontata la scomparsa della Russia dalla scena internazionale, Mosca continua a svolgere un ruolo di protagonista negli altri scenari geopolitici che l’Occidente sembra aver dimenticato. Recentemente, infatti, l’attività diplomatica del Cremlino

Il piccolo mondo antico dell’Occidente

Il protrarsi del conflitto in Ucraina ha determinato la necessità fondamentale, per entrambi i contendenti sul campo, di poter accedere a fonti integrative di rifornimenti di materiale bellico, al fine di poter supportare le proprie attività e di conseguire i propri obiettivi. Gli USA e l’Europa, da lungo tempo, sono

La crisi ucraina: informazione o propaganda?

  La cronaca e l’esame analitico di come si stia sviluppando il conflitto in atto in Ucraina sono offuscate da quella che sembra essere l’unica cosa che abbia importanza nell’ambito di questa tragedia: la propaganda. Il circuito mediatico nazionale e soprattutto internazionale non produce informazione oggettiva, seria, imparziale, ma è

L’impasse

Mentre all’Assemblea generale delle Nazioni Unite si consumava la rappresentazione tragicomica della inanità di questo consesso mondiale, retaggio di un mondo che non esiste più, roboante nei suoi propositi, elefantiaco nella miriade delle sue diramazioni, economicamente fallimentare, ma, soprattutto, impotente nella risoluzione dei conflitti che coinvolgono gli stessi Paesi che

Esiste un nuovo ordine mondiale

I conflitti sono sempre stati originati e condotti per ottenere risultati volti a soddisfare il conseguimento degli intendimenti strategici che le nazioni considerano essenziali per i loro obiettivi di politica nazionale. Queste ragioni sono state, poi, immancabilmente ammantate da un pesante velo di propaganda (questo è il suo vero nome!)

Una nuova NATO dopo Madrid?

Il vertice della NATO di Madrid, appena concluso, e la recentissima formalizzazione dell’ingresso di due nuovi membri nell’ambito dell’Alleanza sono stati presentati come un’altra risposta forte e decisa che il mondo occidentale ha voluto dare alla Russia. Il vertice ha inteso trasmettere l’immagine di una Alleanza compatta e determinata che

NATO – Back to the future!

La prossima settimana a Madrid si svolgerà il vertice dell’Alleanza Atlantica che dovrà definire il Concetto Strategico che guiderà la NATO verso il nuovo decennio. Il contesto geopolitico nel quale questo particolare e fondamentale appuntamento si realizza è estremamente delicato e le decisioni che saranno assunte avranno un peso specifico

La geopolitica tecnologica della Turchia

L’ascesa della importanza geopolitica della Turchia e l’aumento della sua proattività diplomatica delineano una parabola che proietta il Paese verso il conseguimento di una rilevanza strategica che, trascendendo i limiti geografici regionali, le sta facendo assumere il ruolo di potenza euroasiatica. Il percorso tracciato da Erdogan non è stato lineare,

Come la Russia vede la crisi ucraina

      Il clima mediatico occidentale sembra ritenere che il conflitto militare in Ucraina, in atto da ormai più di tre mesi, possa essere prossimo alla sua conclusione. Le sanzioni e l’insuccesso attribuito alle operazioni russe, a cui si imputa il mancato conseguimento di risultati militari definitivi, lascia ora

Svezia e Finlandia nella NATO. Cui prodest?

La notizia che la Svezia e la Finlandia abbiano recentemente formalizzato la loro richiesta di entrare a far parte della NATO è stata presentata come un colpo definitivo assestato all’avventura russa in Ucraina e come un successo politico che consente all’Alleanza di annoverare tra le sue fila anche due giganti

Il dilemma strategico della Russia

Se si esamina con attenzione una carta geografica della Russia appare evidente, anche all’occhio del neofita, che l’immensa estensione territoriale di questo paese è controbilanciata, con esito negativo, dalla pressoché assoluta mancanza di accesso diretto alle rotte commerciali oceaniche che costituiscono, da sempre, la base sulla quale si sviluppa e

Macron 2.0 :più Francia e meno Europa

Domenica prossima la Francia andrà al voto di ballottaggio per eleggere il Presidente della Repubblica. Il copione non presenta nessuna novità di rilievo, è lo stesso ormai da circa 20 anni. Due candidati che rappresentano le due anime di una nazione, da una parte il difensore dello stato di diritto

Difesa Europea? No grazie!

L’attuale crisi ucraina, in virtù dello sconvolgimento geopolitico che ha provocato, ha dato l’avvio a una molteplicità di riflessioni, di idee e di propositi da parte del mondo occidentale, e dell’Europa in particolare, volte a individuare nuove soluzioni per evitare il ripetersi di eventi simili e per continuare a garantire

Un nuovo ordine internazionale

  Il 4 febbraio scorso, in occasione della cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici a Pechino, nella sede del China Aerospace Studies Institute, Cina e Russia hanno firmato una dichiarazione congiunta, denominata “Joint Statement of the Russian Federation and the People’s Republic of China on the International Relations Entering a

Ma l’ONU, così, serve ancora?

Il conflitto che sta sconvolgendo l’Ucraina ha messo in evidenza un vuoto pauroso nel panorama delle istituzioni internazionali che a vario titolo sono coinvolte nella risoluzione della crisi. Questo vuoto è dato dall’assenza di quella che dovrebbe essere l’istituzione primaria per il mantenimento della pace, cioè dell’ONU! Questo organismo internazionale

La Germania è uscita dal letargo. Realmente?

Negli ultimi trent’anni la posizione geopolitica della Germania è stata caratterizzata da una politica estera ondeggiante tra propositi idealistico -utopistici e interessi economici (definita con malcelato orgoglio realpolitik) che l’hanno portata a valutare (o sottovalutare) le mosse dello scomodo vicino russo con una lente di ingrandimento appannata, che ne ha

La posizione della Cina nella crisi ucraina

Lo sviluppo della crisi in Ucraina rappresenta un importante banco di prova per il corso della politica cinese in virtù dei condizionamenti futuri, che potranno incidere sia sulle decisioni strategiche sia sulle linee di azione che il Paese dovrà prendere nel condurre la propria politica estera. A premessa di quanto

Conclusa la Conferenza permanente, redatto documento con le priorità politiche

Nuova centralità Italiani all’estero: conclusa la Conferenza permanente, redatto documento con le priorità politiche Continuità di azione della Conferenza permanente tra una convocazione e l’altra; partecipazione formale del CGIE alla Conferenza Stato – Regioni; revisione e integrazione delle forme di rappresentanza degli italiani all’estero, alla luce dei cambiamenti intervenuti nel tessuto dell’emigrazione italiana; potenziamento del Sistema Paese in

Armao al Comitato europeo delle Regioni: misure UE specifiche per i disastri naturali

Il Vicepresidente ed Assessore all’Economia della Regione Siciliana, Gaetano Armao, intervenendo oggi, in occasione della 146esima sessione plenaria del Comitato europeo delle Regioni (CdR), al dibattito sui disastri naturali e la risposta alle emergenze ha illustrato al Commissario UE per la Gestione delle crisi, Janez Lenarčič, i gravi effetti dei

Mario Draghi alla guida del paese

Mario Draghi ha sviluppato durante gli anni della sua carriera lavorativa una visione chiara e completa dei problemi dell’economia della società contemporanea e degli strumenti da utilizzare per migliorarla. Lo dimostra sul campo in quanto uomo d’ azione, sia al tesoro negli anni novanta che a capo della BCE in

A Roma l’8 e 9 maggio la seconda edizione dell’AeroSpace Power Conference: il futuro della difesa si scrive nel cielo

Torna a Roma l’AeroSpace Power Conference (#ASPC2025), l’appuntamento internazionale promosso dall’Aeronautica Militare in collaborazione con l’Istituto Affari Internazionali (IAI), che l’8 e 9 maggio vedrà convergere presso il centro congressi “La Nuvola” oltre 1500 partecipanti da tutto il mondo. Dopo il successo della prima edizione nel 2023, organizzata in occasione

Codeway Expo 2025: Roma torna capitale della cooperazione internazionale

Dal 14 al 16 maggio Fiera Roma ospita il grande appuntamento dedicato allo sviluppo sostenibile. In agenda sanità, digitale, formazione, filiere etiche e nuove opportunità per le imprese italiane nei mercati emergenti. Tutto pronto per Codeway Expo 2025, la manifestazione fieristica internazionale dedicata alla cooperazione allo sviluppo e alla sostenibilità, in

È online la nuova edizione di European Affairs Magazine: un viaggio esclusivo nel cuore della geopolitica europea

La nuova edizione bimestrale di European Affairs Magazine (marzo-aprile 2025) è finalmente disponibile! Un numero denso, autorevole e senza compromessi, che affronta i grandi dilemmi strategici dell’Unione Europea con analisi approfondite, interviste esclusive e prospettive inedite. Il magazine è acquistabile direttamente tramite l’app di Bookreporter, al prezzo speciale di 1,99

Sumy, pioggia di missili sul centro città: strage di civili

L’attacco russo avvenuto il 13 aprile ha colpito l’area urbana durante il giorno. Almeno 35 morti, ma il bilancio è destinato a salire. Kiev: “Crimine di guerra deliberato”. Una nuova strage di civili in Ucraina. Sabato 13 aprile, nel cuore della città di Sumy, la Russia ha lanciato un attacco con

Wind Tre premia il Comune di Campo Ligure per l’innovazione nei borghi italiani

WINDTRE è stata protagonista della cerimonia di conferimento del Premio Livio Scattolini, in programma oggi a Corinaldo (AN). L’iniziativa, promossa dall’Associazione I Borghi più belli d’Italia, celebra l’impegno delle amministrazioni comunali nello sviluppo e nella valorizzazione del territorio, con un’attenzione particolare alla qualità della vita, all’ospitalità e alla sostenibilità premiando
GoUp