Il Dialogo Mediterraneo compie 25 anni

21 Novembre 2019
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È il dicembre 1994 quando i Paesi NATO decidono di stabilire dei contatti tra l’Alleanza Atlantica ed alcuni paesi della regione Mediterranea: nel 1995 Egitto, Israele, Mauritania, Marocco e Tunisia vengono invitati a partecipare ad un dialogo con la Nato; tale invito viene poi esteso anche alla Giordania e all’Algeria. Nasce così il Dialogo Mediterraneo, l’insieme delle relazioni tra le due sponde del Mediterraneo, considerate una priorità per la Nato, soprattutto a seguito della fine della Guerra Fredda e alla luce dell’instabilità della regione che è fondamentale per la sicurezza del Continente europeo. Uno dei compiti fondamentali dell’organizzazione atlantica risulta infatti essere “la promozione di ampie relazioni di partenariato, co-operazione e dialogo con altri paesi dell’area Euro-Atlantica”: l’obiettivo del Dialogo Mediterraneo è proprio quello di stabilire e rafforzare le relazioni amichevoli tra l’Alleanza atlantica e i Paesi mediterranei, con lo scopo di favorire una reciproca collaborazione e prevenire le situazioni di crisi. Si tratta dunque di un dialogo politico di natura prevalentemente bilaterale – che tuttavia non esclude, anzi incentiva, riunioni multilaterali – con la partecipazione delle controparti in attività specifiche nei settori di informazione, pianificazione delle attività, gestione delle crisi e così via, sulla base di reciproci interessi (lotta al terrorismo, proliferazioni delle armi nucleari, la cooperazione militare). Un aspetto fondamentale del Dialogo è la sua flessibilità, che insieme alla capacità di adattamento ha consentito la durata e l’estensione delle relazioni fino ad oggi, ma anche l’incremento degli Stati partecipanti e l’evoluzione del contenuto.

Dopo 25 anni di intensa attività del Dialogo, la Nato ha celebrato a Bruxelles l’anniversario del partenariato: vi sono stati diversi festeggiamenti per evidenziare il legame delle due sponde del Mar Mediterraneo, e l’Ambasciatore dell’Italia presso la Nato, Francesco Maria Talò, ha aperto l’incontro sottolineando l’importanza del foro di concertazione nei due ambiti di sicurezza e difesa. Per tale occasione è stata prevista anche l’esposizione dell’opera “Il filo dell’Alleanza”, realizzata dall’artista italiana Daniela Papadia: sulla base di un progetto sostenuto dalla Farnesina, alcune donne provenienti da diversi contesti etnici e sociali hanno realizzato l’opera dimostrando di poter lavorare insieme, facendo delle loro differenze il punto di forza. 

Oltre alla ricorrenza dell’anniversario, in questi giorni si è svolto a Bruxelles anche il vertice dei ministri degli Esteri dei paesi membri, al quale ha partecipato anche il ministro degli Esteri Luigi di Maio, per lui un vero e proprio debutto a Bruxelles, dopo aver preso parte alle celebrazioni nel quartier generale della Nato insieme allo staff civile e militare italiano. Il Ministro degli Esteri italiano ha incontrato, a margine della riunione ministeriale Esteri della Nato, il Segretario di Stato americano Mike Pompeo: a seguito dell’incontro, la rappresentanza dell’Italia presso la Nato ha dichiarato che vi è una “Forte partnership con il nostro alleato. Lavoriamo insieme per adeguare la nostra Alleanza alle nuove minacce e alle nuove sfide emergenti”. Dopo il faccia a faccia tra i due avvenuto ad ottobre e la partecipazione a Washington all’incontro della coalizione globale anti ISIS, i due omologhi hanno ribadito la loro alleanza.

La Nato, con l’occasione dei festeggiamenti del Dialogo Mediterraneo, ha voluto rispondere anche a quanto sostenuto dal Presidente della Repubblica Francese Emmanuel Macron, che di recente definito l’organizzazione “in stato di morte cerebrale”. Tra l’anniversario del Dialogo, il vertice tra i ministri degli Esteri dell’Alleanza e l’atteso summit di dicembre che si terrà a Londra tra i capi di Stato e di governo, l’Alleanza atlantica sembra essere uscita dal coma nel quale Macron ha voluto collocarla. L’agenda dell’incontro è stata infatti molto fitta: si è passati dalle preoccupazioni per la crescita cinese alla militarizzazione dello Spazio, per poi considerare le sfide provenienti dal fronte del Sud e le novità sul fronte energetico. Di fondamentale importanza sono state poi le questioni interne alla Nato, molto complesse e delicate: gli Stati Uniti continuano a porre l’attenzione sul tema della spesa, la questione turca e l’iniziativa sui curdi non hanno sicuramente soluzioni facili ed inoltre la dichiarazione di Macron potrebbe celare un’ambizione francese per un’Europa autonoma dagli Usa e guidata da Parigi. 

Il segretario generale dell’Alleanza atlantica Jens Stoltenberg ha dichiarato “È estremamente importante che quando ci sono preoccupazioni o divergenze di vedute gli alleati si siedano attorno a un tavolo e ne parlino per chiarire gli equivoci”; riconoscendo le diverse incomprensioni presenti – il commercio, i cambiamenti climatici, l’accordo con l’Iran sul nucleare – è necessario restare uniti e superare i dissensi, poiché “l’Alleanza rimane l’unico garante della sicurezza europea e transatlantica, ed è responsabilità di ognuno di noi mantenere forza e unità”, ha concluso Stoltenberg. 

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