Vertici UE, le nomine del Consiglio Europeo

5 Luglio 2019
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European flags are pictured as European Union leaders arrive for the third straight day of a summit in Brussels on July 2, 2019, for talks aimed at defusing fresh power struggles in a bid to fill the bloc's top jobs. (Photo by GEOFFROY VAN DER HASSELT / AFP)

Nelle giornate del 30 giugno, 1° luglio e 2 luglio il Consiglio Europeo, riunito in sessione straordinaria, è riuscito a trovare un accordo sulle nomine delle massime cariche dell’Unione Europea. L’organo che riunisce i capi di Stato o di governo dei paesi dell’UE ha discusso sulla nomina delle cariche più alte all’interno dell’Unione Europea, a partire dalla più importante, la presidenza della Commissione europea. La riunione è stata la più lunga nella storia del Consiglio Europeo: iniziati alle 18, per tutta la notte si è proseguito con i negoziati che sembravano dare i primi risultati intorno alla mezzanotte. Il mancato appoggio della maggioranza per il candidato socialista Timmermans come presidente della Commissione Europea ha fatto sì che il giorno seguente, dopo circa 15 ore di discussione, venisse sospesa la seduta del consiglio, rimandata alla giornata del 2 luglio.

Intorno alle 19 del 2 luglio, il Consiglio Europeo è riuscito ad ottenere i primi risultati, con una proposta alternativa di nomine. I negoziati per l’assegnazione delle cariche si concretizzano in un “gioco di incastri” tra gruppi politici parlamentari, rispetto di criteri geografici ma anche dei paesi più importanti e rispetto dei criteri di genere. I ruoli da assegnare sono quelli di presidente della Commissione europea, del Consiglio Europeo, del Parlamento e della Banca Centrale, oltre all’Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza. Le nomine proposte dal Consiglio europeo dovranno poi essere approvate dalla maggioranza parlamentare, composta da Popolari, Socialisti, Liberali e Verdi. I numeri nel Parlamento sono fondamentali: la nomina del Consiglio si approva con una doppia maggioranza qualificata, con 21 paesi su 28 membri ed anche un numero di stati che sia rappresentativo del 65% della popolazione europea.

Alla presidenza della Commissione europea è stata proposta Ursula Von der Leyen, che dovrà essere eletta dal Parlamento europeo a maggioranza dei membri che lo compongono; tedesca, attuale Ministro della difesa in Germania, la Von der Leyen ha 61 anni, 7 figli ed è definita una “fedelissima” di Angela Merkel, parte del Partito Popolare europeo e della CDU. Derogando al sistema dello Spitzenkandidaten,che vedeva protagonisti i candidati del PPE e dei socialisti, Weber e Timmermans,la Merkel ha proposto la propria ministra pur non avendo partecipato alle elezioni europee. Weber, il candidato del Ppe, avrà il ruolo di presidente del Parlamento, ma solo nella seconda parte del mandato. La liberale Vestager e Timmermans otterranno invece la vicepresidenza vicaria della Commissione europea; tra i vicepresidenti ci sarà anche lo slovacco socialista Sefcovic, così da assicurarsi l’appoggio di tutti gli Stati. La nomina di Von der Leyen dovrà essere ratificata dal Parlamento Europeo, per poi subentrare a Juncker il 1° novembre, insieme ai commissari che verranno selezionati nelle prossime settimane. Se Von der Leyen otterrà l’incarico, sarà la prima donna a ricoprire la carica di presidente della Commissione Europea: dovrà dimostrare di avere grandi capacità per compattare una maggioranza ampia di Popolari, Socialisti, Liberali e Verdi a sostegno del suo programma.

Un’altra importante figura femminile è stata proposta alla guida della Banca Centrale Europea: la francese Christine Lagarde è stata ritenuta dal Consiglio europeo adeguata alla carica di presidente della BCE. Il Consiglio europeo adotterà una decisione formale relativa alla nomina sulla base di una raccomandazione del Consiglio, dopo aver consultato il Parlamento europeo e il consiglio direttivo della BCE. Lagarde è avvocato, è stata Ministro dell’Economia, dell’Industria e dell’Impiego nel governo Sarkozy e dal 2011 ricopre la carica di direttrice del Fondo monetario internazionale. È Macron – e il gruppo ALDE – a supportare Lagarde: non è la sua prima scelta ma è sicuramente un nome che riesce ad equilibrare la situazione delle nomine europee, garantire la bandiera francese e rafforzare l’Unione europea dal punto di vista economico. Non è immediata la formalizzazione della nomina, ma al momento sembra essere quasi sicuro che il prossimo 31 ottobre Lagarde sostituirà Draghi alla guida della BCE come prima donna presidente. La sua nomina è stata accolta con sorpresa ed ha dato luogo a diverse critiche: nonostante il suo ruolo nel FMI, si ritiene una figura più politica che tecnica, non esperta di politica monetaria.

Emerge dunque, con le principali cariche, l’importanza del cosiddetto asse franco-tedesco; dopo il fallimento del primo pacchetto di nomine, Macron e Merkel sono riusciti ad ottenere le posizioni più importanti.

Inoltre, il Consiglio europeo ha eletto il belga Charles Michel, premier liberale uscente, come suo presidente, per il periodo che va dal 1° dicembre 2019 al 31 maggio 2022. Il Consiglio europeo ha altresì accolto la decisione dei capi di Stato dell’eurozona di nominare Michel presidente del Vertice euro per un mandato della stessa durata. Infine, è stato considerato adeguato alla carica di Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza lo spagnolo socialista Josep Borrell Fontelles, il quale ha ottenuto una nomina formale dal Consiglio europeo che necessita dell’accordo della neoeletta presidente della Commissione.

In generale, una volta conclusa la fase iniziale di nomina, la presidente della Commissione, l’alto rappresentante e gli altri membri della Commissione saranno soggetti, collettivamente, a un voto di approvazione del Parlamento europeo, prima della nomina formale da parte del Consiglio europeo. Il loro mandato durerà cinque anni a partire dal termine del mandato attuale, dunque fino al 31 ottobre 2024.

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