Approvato il divieto di consumo di prodotti in plastica

25 Ottobre 2018
4 mins read

Il Parlamento europeo approva il divieto al consumo nell’UE di alcuni prodotti in plastica monouso. La plastica ha rappresentato una rivoluzione sociale e tecnologica, tuttavia oggi, i vantaggi del suo basso costo e della sua multifunzionalità devono misurarsi con l’impatto negativo che essa ha sull’ecosistema.

I risultati di una cultura basata sullo spreco e sull’utilizzo massiccio della plastica monouso è ben visibile sia negli oceani che nei mari. Si stima che circa tre quarti dell’inquinamento degli oceani sia causato dalla plastica: in particolare, annualmente, vi finiscono tra i 5 ed i 13 milioni di rifiuti di tale genere, per poi depositarsi sulle spiagge e sui fondali, fino a migliaia di metri di profondità. Si prospetta che nel 2050 la loro presenza nei mari sarà superiore a quella dei pesci. Non si tratta di una mera questione di sporcizia e disordine, bensì è rilevante l’impatto che tale sovrabbondanza ha sulla catena alimentare e sulla salute: in primo luogo i rifiuti di plastica danneggiano gli animali, i quali possono restare intrappolati nei pezzi più grandi o scambiarne le parti più piccole in cibo; l’ingestione di particelle di plastica impedisce l’ordinaria digestione e può favorire la presenza di inquinanti chimici tossici negli organismi; in secondo luogo, tramite la catena alimentare ed in particolare attraverso il pescato ed il sale marino, le microplastiche, poiché assorbite dagli alimenti, possono essere ingerite altresì dall’uomo e gli effetti che ciò ha sulla salute umana sono ancora ignoti. Inoltre, i rifiuti di plastica causano una perdita economica nei settori che dipendono dai prodotti marini, inclusa l’attività manifatturiera: in particolare, solo il 5% del valore degli imballaggi di plastica resta nell’economia, il resto viene gettato via e ciò rende ancora più centrale il tema del riciclaggio e del riuso. L’impatto economico non riguarda solo la perdita di valore del materiale, bensì anche i costi di pulizia, nonché le perdite nei settori del turismo e della pesca.

Si tratta di un problema complesso, in ogni caso è opportuno sottolineare che le plastiche europee, specie quelle italiane, sono sottoposte a vari controlli e sono più sicure rispetto ad altri materiali organici come carta e bamboo.

Il modo più efficiente per risolvere tale emergenza è quello di impedire che ulteriori quantità di plastica finiscano nei mari. Partendo dal dato secondo cui i rifiuti di platica monouso rappresentano il 70% dei rifiuti marini e delle acque dolci di superficie, il 24 ottobre, il Parlamento europeo riunito in sessione plenaria a Strasburgo, ha approvato il divieto al consumo nell’Unione europea di alcuni prodotti in plastica monouso di cui già esiste una versione alternativa sul mercato, come cotton fioc, posate, piatti, cannucce, bastoncini mescola bevande e da palloncino. Gli europarlamentari, hanno aggiunto alla lista dei prodotti da vietare anche i contenitori di cibo dei fast-food in polistirene.

Il Parlamento europeo ha approvato anche altre misure, come la riduzione del 25% entro il 2025 del consumo dei prodotti in plastica per i quali non esistono alternative sul mercato: tra tali articoli figurano le scatole monouso per panini e hamburger, nonché i contenitori alimentari per frutta, verdura, dessert e gelato. Inoltre, secondo quanto previsto dal PE, altre materie plastiche, come ad esempio le bottiglie per le bevande, dovranno essere raccolte in maniera separata e riciclate al 90% entro il 2025. Gli Stati membri sono chiamati ad elaborare dei piani nazionali volti ad incoraggiare l’uso di prodotti adatti ad uso multiplo, nonché il riutilizzo ed il riciclo.

Gli eurodeputati hanno convenuto che le misure di riduzione di plastica devono riguardare anche i rifiuti da tabacco, con particolare riguardo ai filtri per sigarette che contengono la plastica. Tale riduzione dovrebbe essere pari al 50% entro il 2025 ed all’80% entro il 2030. Ciò è stato previsto partendo dalla constatazione che i residui di sigaretta sono i secondi prodotti in plastica monouso più diffusi tra i rifiuti ed essi inquinano tra i 500 e 1000 litri d’acqua e, se gettati in strada, possono impiegare fino a 12 anni per disintegrarsi.

Inoltre, il 27% dei rifiuti che si trovano sulle spiagge europee è rappresentato da attrezzi da pesca contenenti plastica, smarriti o abbandonati, pertanto, è stato previsto che almeno il 50% di essidovrebbe essere raccolto ogni anno, fissando un obiettivo di riciclaggio di almeno il 15% entro il 2025.

Gli Stati membri dovrebbero garantire che i produttori di tabacco si assumano i costi di raccolta dei rifiuti per tali prodotti, inclusi i costi per il trasporto, il trattamento e la raccolta e lo stesso vale per i produttori di attrezzi da pesca contenenti la plastica.

Secondo la Commissione europea, istituzione che in virtù del suo potere di iniziativa legislativa aveva in prima istanza avanzato la proposta preliminare, tali misure, se approvate in via definitiva, condurranno ad un risparmio di circa 22 miliardi di euro in termini di danni ambientali entro il 2030, inoltre, vi sarà un risparmio complessivo per i consumatori pari a circa 6 miliardi di euro.

La normativa proposta è stata approvata dal Parlamento europeocon 571 voti favorevoli, 53 contrari e 34 astensioni. Con riguardo alle prossime tappe, una volta stabilita la posizione comune dei ministri dell’Unione europea, il 6 novembre presumibilmenteverranno avviati i negoziati con il Consiglio e gli europarlamentari sono fiduciosi di riuscire ad avere il testo pronto entro la metà di dicembre, per poi procedere all’approvazione entro marzo 2019 ed all’entrata in vigore dei divieti nel 2021.

Il Partito Popolare Europeo, il principale partito di centro destra, aveva proposto un emendamento che concedeva più tempo alle piccole e medie imprese per adeguarsi alla nuova normativa, tuttavia non è stato approvato, pertanto tutte le aziende dovranno adeguarsi ad essa con l’entrata in vigore. Relativamente alle scuole ed agli ospedali, invece, essi dovrebbero avere tempo fino al 2023 per l’adeguamento completo.

Nonostante non siano tardati ad arrivare commenti positivi da parte dei vari Gruppi, il voto del Parlamento europeo ha lasciato spazio anche a qualche polemica, inducendo a sospettare che si tratti di un’azione volta a penalizzare l’Italia appannaggio di Svezia e Finlandia. In particolare, nell’ambito del settore produttivo, questi ultimi due Paesi figurano come grandi produttori di cellulosa, mentre l’Italia risulta essere nel novero dei maggiori produttori di prodotti in plastica monouso, con 25 aziende, 3 mila dipendenti ed un miliardo di fatturato. Dunque, agli occhi di alcuni esponenti italiani, resta il sospetto che all’Italia sia stato riservato un trattamento non favorevole alle proprie peculiarità.

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