Europa e migranti all’ultima spiaggia

23 Aprile 2015
4 mins read

“Senza speranza non è la realtà, ma il sapere che, nel simbolo fantastico o matematico, si appropria della realtà e così la perpetua” – da “Dialettica dell’Illuminismo”, T. Adorno-M. Horkheimer.

Di Chi parliamo quando parliamo di questi morti? Di Cosa parliamo quando parliamo di frontiere? Che fare? Come farlo?

Un mare di morti e di domande nei quali affoghiamo parole, sensi di colpa, fascismi latenti, xenofobie, xenofilie, valori laici o cristiani, realpolitik, analisi e cattedre che si scornano negli editoriali, emoticon con lacrimuccia nei commenti social, etc.

CHI? – Piu di 1000 morti in una settimana nel nostro Mediterraneo, il numero rimane impreciso. Impreciso perché, oggi, quelle persone sono un “dato tragico”. Sono circa vent’anni di sbarchi e più di 20mila morti nel tentativo di raggiungere le frontiere europee. Questo non basterà mai a fermare chi non ha nulla da perdere. “Dalle coste libiche sono pronti a partire circa 1milione di migranti”, sostiene oggi l’ONU, “ prevalentemente profughi siriani, i quali dovranno essere accolti in Europa nei prossimi 5 anni”. A fronte anche degli esibizionisti che giocano con certi istinti primari di sopravvivenza delle masse, modello Katie Hopkins nel Regno Unito, viene da riprendere le parole del Presidente della Croce Rossa Italiana: “Dove sono finiti gli appelli tipo Bring Back Our Girls?”, ha detto durante la conferenza stampa tenutasi ieri, a Catania, dove si accoglievano i 28 superstiti della strage del Canale di Sicilia. “Che senso hanno oggi gli appelli quando tocca salvare persone che fuggono da situazioni insostenibili come quelle?!”.

Frontiere – Si continua a parlare di “emergenza” sbarchi da anni, il che va a costituire un ossimoro data la costanza del fenomeno. Non si tratta più di emergenza, ma di flussi migratori stimati ogni anno. Un continente di persone che si muove in continuazione. Nel Mediterraneo si è cercato di far fronte a queste situazioni prima con Mare Nostrum e in seguito con Triton. Ma quali sono le differenze tra le due missioni che oggi si mettono a confronto?

Mare Nostrum era l’operazione italiana avviata il 18 ottobre 2013 all’indomani della strage di Lampedusa del 3 ottobre nella quale naufragarono 366 persone. La missione italiana vedeva impegnati Marina Militare, Guardia Costiera, Aeronautica, Guardia di Finanza. In particolare, la Marina partecipava con una nave anfibia (dotata di capacità ospedaliere e grandi spazi per accogliere i naufraghi), 2 corvette, 2 pattugliatori, due elicotteri, 3 aerei. Le navi d’altura si potevano spingere fino a ridosso delle coste libiche per soccorrere. Mare Nostrum si è conclusa il 31 ottobre 2014, accompagnando Triton fino alla fine dell’anno.

I numeri: 160mila persone soccorse; 366 scafisti consegnati alla giustizia; costo: 9,5milioni di euro al mese;

Triton è ufficialmente partita il 1 novembre 2014 ed è una missione europea, non più italiana. Dispiegata da Frontex, l’Agenzia Europea delle Frontiere, il suo mandato non è più soccorrere, ma operare il controllo delle frontiere, che è la mission istituzionale dell’Agenzia. Anche se, in caso di necessità, si operano interventi di ricerca e soccorso (Sar), per rispondere al suo mandato, le navi di Frontex si mantengono in un’area entro 30 miglia dalle coste italiane, senza spingersi a Sud verso le coste libiche, come accadeva con i pattugliamenti di Mare Nostrum. Il budget mensile è di 2,9 milioni di euro, molto inferiore a Mare Nostrum, ma i mezzi impiegati sono due aerei, un elicottero, tre navi d’altura, quattro motovedette. A oggi, Triton ha salvato 6000 migranti.

Il conto non è matematicamente ostico da fare e sono comprensibili le polemiche sorte già da qualche mese e prevedibile la proposta del Primo Ministro Renzi di “ raddoppiare Triton”.

Che fare? Come farlo? – Lunedì, 20 aprile, la Commissione dell’UE si è accordata con i Ministri degli Esteri e degli Interni dell’Unione su dieci punti d’azione per far fronte al traffico di migranti via mare. Un azione prettamente di contrasto articolata come segue:

 1. L’Unione europea rafforzerà le operazioni di pattugliamento marittimo nel Mediterraneo, chiamateTritonPoseidon, con un aumento dei fondi e delle risorse. L’Ue estenderà inoltre il proprio raggio d’azione per pattugliare una più ampia area del Mediterraneo;  L’Ue farà “uno sforzo sistematico per confiscare e distruggere le imbarcazioni usate dai trafficanti”, utilizzando come modello l’operazione dell’Unione europea Atalanta contro la pirateria, in corso al largo delle coste della Somalia. 3. Le agenzie dell’Unione europea l’Ufficio europeo di polizia (Europol), l’Agenzia europea per la gestione delle frontiere esterne degli Stati membri (Frontex), l’Unità europea che si occupa della cooperazione tra autorità nazionali nella lotta contro la criminalità (Eurojust) e l’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo (Easo) si incontreranno regolarmente per raccogliere informazioni sul modus operandi dei trafficanti, tracciare i loro fondi e agevolare le indagini sulle loro attività; 4. L’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo (Easo) dispiegherà squadre operative in Italia e in Grecia per l’elaborazione congiunta delle procedure per la concessione d’asilo; 5. I governi degli stati membri prenderanno le impronte digitali di tutti i migranti; 6. L’Unione europea considererà opzioni per “un meccanismo di ricollocazione d’emergenza per migranti; 7. La Commissione europea lancerà un progetto volontario pilota sul reinsediamento dei rifugiati nell’Unione europea; 8. L’Unione europea istituirà un nuovo programma per il rapido rimpatrio dei migranti “irregolari”, coordinato dall’agenzia dell’Ue Frontex; 9. L’Unione europea si impegnerà con i Paesi confinanti e la Libia attraverso uno sforzo congiunto della Commissione e del Servizio europeo per l’azione esterna; 10. L’Unione europea dispiegherà funzionari di collegamento dell’immigrazione all’estero per raccogliere informazioni di intelligence sui flussi migratori e per rafforzare il ruolo delle delegazioni dell’Unione.

Il piano accordato ha suscitato considerazioni delle più disparate nel mondo politico e mediatico: dal Ministro dell’Interno italiano, Alfano che sostiene l’eventualità  di “ bombardare i barconi” e ancora “se l’ONU ce lo dice, andremo in guerra in Libia” alle proteste infuocate dei sindaci che chiedono “piu risorse per la ricollocazione dei profughi in arrivo”. Matteo Renzi, ha chiesto a Donald Tusk, Presidente del Consiglio Europeo una sessione straordinaria per discutere le misure da intraprendere e che oggi dovrà esporre la posizione dell’Italia, la più unitaria possibile.

In conclusione, c’’è chi da giorni sproloquia su eventuali “blocchi navali”, ignorandone il funzionamento pratico molto particolare.  Cosa si rischia nell’attuarlo in caso di navi stracolmi di migranti lo si potrebbe spiegare con un esempio facile-facile: il 28 marzo 1997, quando migravano gli albanesi, una motovedetta stracarica di uomini,donne e bambini fu speronata da una corvetta della Marina Militare, la Sibilla, in un tentativo di harassment (misure cinematiche di disturbo). Risultato: 81 morti e 27 i dispersi a tutt’oggi nel Canale d’Otranto.

Non solo, ma Santanchè e Salvini, i più “attivi” in questi giorni, dimenticano (?) che per i fatti avvenuti tra il 2008 e i 2011, quando governavano i rispettivi partiti e quando con Gheddaffi ci si accordava, l’Italia è stata condannata da Strasburgo per respingimenti illegittimi verso la Libia.

Più ripasso del Diritto Internazionale Marittimo, della Carta dei Diritti dell’Uomo e meno partite a Risiko per chi alza il tiro della polemica sterile

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Follow Me

Best Rated

Banner

Popular

Authors

Previous Story

Libya, immigration emergency: waiting for Eu solution

Next Story

Eu, immigration crisis: more funding to Triton operation

Latest from Blog

La nuova strategia di Hamas

  L’esito delle operazioni militari all’interno della Striscia di Gaza suscita la preoccupazione, l’angoscia e la condanna da parte dei Governi, delle Organizzazioni Internazionali e dei media occidentali unanimi nel chiedere a Israele di interrompere il conflitto ed evitare una “catastrofe umanitaria”. L’intento di questo insieme di iniziative è assolutamente

Disinnescare il fronte libanese

Quando a Ottobre dello scorso anno Hamas perpetrò il suo attacco terroristico nella striscia di Gaza ottenne, immediatamente, il pieno supporto mediatico delle milizie filoiraniane di Hezbollah. Tuttavia, anche se nei mesi successivi Hezbollah ha intensificato le sue attività offensive lungo la linea di confine, costringendo Israele ad evacuare diverse

Washington e il Medio Oriente

Negli ultimi quindici anni il centro di gravità della politica estera di Washington si è spostato dal teatro Euroasiatico a quello Indo – Pacifico come conseguenza della scelta geostrategica di contrastare in quella Regione la crescente influenza cinese tendente a realizzare un nuovo sistema di ordine globale. Questa priorità ha

Ankara e la ricerca dell’equilibrio geopolitico

In occasione della imminente visita di Putin in Turchia il Presidente Erdoǧan ha dichiarato l’intenzione di svolgere il ruolo di mediatore nell’ambito del conflitto ucraino facendosi promotore di una possibile situazione negoziale tra le due parti. L’iniziativa sembra voler sottolineare la volontà della Turchia di riprendere a svolgere quel ruolo

La situazione in Medio Oriente dopo il 7 Ottobre

L’attacco che Hamas ha condotto contro lo Stato di Israele, lo scorso 7 Ottobre, rappresenta un ulteriore episodio del conflitto che devasta il Medio Oriente da circa un secolo (anno più, anno meno). Per poter comprendere tale nuova fase di questa guerra infinita, è necessario esaminare gli aspetti che ad

Una nuova guerra in Medio Oriente?

  Le modalità con le quali, nel settore della Striscia di Gaza, l’organizzazione di Hamas ha condotto l’attacco contro lo Stato di Israele hanno drammaticamente elevato il livello della tensione che contraddistingue l’area, accrescendo il pericolo che la situazione possa evolversi dando luogo a un vero e proprio conflitto. Il

Iran: nuova diplomazia, ma stesso obiettivo

La teocrazia iraniana ha da sempre perseguito un duplice obiettivo strategico: assumere una leadership regionale affermandosi come potenza dominante nel Medio Oriente; costringere gli USA ad abbandonare l’area e allo stesso tempo detronizzare Israele. Questa è stata e rimane la direttiva geostrategica che orienta la politica dell’Iran, ciò che invece

Medioriente – il Nuovo Mondo del terzo millennio

Recentemente, nell’ambito di una riunione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU nella quale dovevano essere discussi i termini per l’invio di ulteriori aiuti umanitari a favore delle aree colpite dal terremoto, che ha devastato la zona di confine tra Turchia e Siria, la Russia ha esercitato il diritto di veto bloccando,

Global South e Nuovo Mondo Multipolare

Mentre in Europa abbiamo reinventato la Guerra Fredda nell’illusione di fermare la storia, cullandoci nel decadente mito della superiorità della cultura occidentale, sorretti dalla presunzione di avere il diritto di imporre sanzioni a chiunque non condivida la nostra narrative, il mondo si è trasformato sotto i nostri occhi. Il processo

L’Impero su cui non tramonta mai il sole

La geopolitica dell’impero di Roma venne regolata da un criterio semplice ma efficace: divide et impera! E il successo di tale formula fu così elevato che, nel corso dei secoli, tale pratica venne adottata da molte altre potenze che giocarono un ruolo fondamentale nella costruzione dell’ordine internazionale. Quindi non c’è

Il manifesto di politica estera di Pechino

  Mentre in Occidente ci auto illudiamo con una narrativa di “regime” unidirezionale e ingannevole che il conflitto ucraino rappresenti l’atto estremo dell’eterna lotta tra il Bene (noi Occidentali) e il Male (il resto del mondo che non la pensa come noi), non ci accorgiamo che la Cina sta ponendo

La realpolitik di Ankara

Mentre la narrativa occidentale dà per imminente la vittoria dell’Ucraina nel revival all’inverso della Grande Guerra Patriottica e per scontata la scomparsa della Russia dalla scena internazionale, Mosca continua a svolgere un ruolo di protagonista negli altri scenari geopolitici che l’Occidente sembra aver dimenticato. Recentemente, infatti, l’attività diplomatica del Cremlino

Il piccolo mondo antico dell’Occidente

Il protrarsi del conflitto in Ucraina ha determinato la necessità fondamentale, per entrambi i contendenti sul campo, di poter accedere a fonti integrative di rifornimenti di materiale bellico, al fine di poter supportare le proprie attività e di conseguire i propri obiettivi. Gli USA e l’Europa, da lungo tempo, sono

La crisi ucraina: informazione o propaganda?

  La cronaca e l’esame analitico di come si stia sviluppando il conflitto in atto in Ucraina sono offuscate da quella che sembra essere l’unica cosa che abbia importanza nell’ambito di questa tragedia: la propaganda. Il circuito mediatico nazionale e soprattutto internazionale non produce informazione oggettiva, seria, imparziale, ma è

L’impasse

Mentre all’Assemblea generale delle Nazioni Unite si consumava la rappresentazione tragicomica della inanità di questo consesso mondiale, retaggio di un mondo che non esiste più, roboante nei suoi propositi, elefantiaco nella miriade delle sue diramazioni, economicamente fallimentare, ma, soprattutto, impotente nella risoluzione dei conflitti che coinvolgono gli stessi Paesi che

Esiste un nuovo ordine mondiale

I conflitti sono sempre stati originati e condotti per ottenere risultati volti a soddisfare il conseguimento degli intendimenti strategici che le nazioni considerano essenziali per i loro obiettivi di politica nazionale. Queste ragioni sono state, poi, immancabilmente ammantate da un pesante velo di propaganda (questo è il suo vero nome!)

Una nuova NATO dopo Madrid?

Il vertice della NATO di Madrid, appena concluso, e la recentissima formalizzazione dell’ingresso di due nuovi membri nell’ambito dell’Alleanza sono stati presentati come un’altra risposta forte e decisa che il mondo occidentale ha voluto dare alla Russia. Il vertice ha inteso trasmettere l’immagine di una Alleanza compatta e determinata che

NATO – Back to the future!

La prossima settimana a Madrid si svolgerà il vertice dell’Alleanza Atlantica che dovrà definire il Concetto Strategico che guiderà la NATO verso il nuovo decennio. Il contesto geopolitico nel quale questo particolare e fondamentale appuntamento si realizza è estremamente delicato e le decisioni che saranno assunte avranno un peso specifico

La geopolitica tecnologica della Turchia

L’ascesa della importanza geopolitica della Turchia e l’aumento della sua proattività diplomatica delineano una parabola che proietta il Paese verso il conseguimento di una rilevanza strategica che, trascendendo i limiti geografici regionali, le sta facendo assumere il ruolo di potenza euroasiatica. Il percorso tracciato da Erdogan non è stato lineare,

Come la Russia vede la crisi ucraina

      Il clima mediatico occidentale sembra ritenere che il conflitto militare in Ucraina, in atto da ormai più di tre mesi, possa essere prossimo alla sua conclusione. Le sanzioni e l’insuccesso attribuito alle operazioni russe, a cui si imputa il mancato conseguimento di risultati militari definitivi, lascia ora

Svezia e Finlandia nella NATO. Cui prodest?

La notizia che la Svezia e la Finlandia abbiano recentemente formalizzato la loro richiesta di entrare a far parte della NATO è stata presentata come un colpo definitivo assestato all’avventura russa in Ucraina e come un successo politico che consente all’Alleanza di annoverare tra le sue fila anche due giganti

Il dilemma strategico della Russia

Se si esamina con attenzione una carta geografica della Russia appare evidente, anche all’occhio del neofita, che l’immensa estensione territoriale di questo paese è controbilanciata, con esito negativo, dalla pressoché assoluta mancanza di accesso diretto alle rotte commerciali oceaniche che costituiscono, da sempre, la base sulla quale si sviluppa e

Macron 2.0 :più Francia e meno Europa

Domenica prossima la Francia andrà al voto di ballottaggio per eleggere il Presidente della Repubblica. Il copione non presenta nessuna novità di rilievo, è lo stesso ormai da circa 20 anni. Due candidati che rappresentano le due anime di una nazione, da una parte il difensore dello stato di diritto

Difesa Europea? No grazie!

L’attuale crisi ucraina, in virtù dello sconvolgimento geopolitico che ha provocato, ha dato l’avvio a una molteplicità di riflessioni, di idee e di propositi da parte del mondo occidentale, e dell’Europa in particolare, volte a individuare nuove soluzioni per evitare il ripetersi di eventi simili e per continuare a garantire

Un nuovo ordine internazionale

  Il 4 febbraio scorso, in occasione della cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici a Pechino, nella sede del China Aerospace Studies Institute, Cina e Russia hanno firmato una dichiarazione congiunta, denominata “Joint Statement of the Russian Federation and the People’s Republic of China on the International Relations Entering a

Ma l’ONU, così, serve ancora?

Il conflitto che sta sconvolgendo l’Ucraina ha messo in evidenza un vuoto pauroso nel panorama delle istituzioni internazionali che a vario titolo sono coinvolte nella risoluzione della crisi. Questo vuoto è dato dall’assenza di quella che dovrebbe essere l’istituzione primaria per il mantenimento della pace, cioè dell’ONU! Questo organismo internazionale

La Germania è uscita dal letargo. Realmente?

Negli ultimi trent’anni la posizione geopolitica della Germania è stata caratterizzata da una politica estera ondeggiante tra propositi idealistico -utopistici e interessi economici (definita con malcelato orgoglio realpolitik) che l’hanno portata a valutare (o sottovalutare) le mosse dello scomodo vicino russo con una lente di ingrandimento appannata, che ne ha

La posizione della Cina nella crisi ucraina

Lo sviluppo della crisi in Ucraina rappresenta un importante banco di prova per il corso della politica cinese in virtù dei condizionamenti futuri, che potranno incidere sia sulle decisioni strategiche sia sulle linee di azione che il Paese dovrà prendere nel condurre la propria politica estera. A premessa di quanto

Conclusa la Conferenza permanente, redatto documento con le priorità politiche

Nuova centralità Italiani all’estero: conclusa la Conferenza permanente, redatto documento con le priorità politiche Continuità di azione della Conferenza permanente tra una convocazione e l’altra; partecipazione formale del CGIE alla Conferenza Stato – Regioni; revisione e integrazione delle forme di rappresentanza degli italiani all’estero, alla luce dei cambiamenti intervenuti nel tessuto dell’emigrazione italiana; potenziamento del Sistema Paese in

Armao al Comitato europeo delle Regioni: misure UE specifiche per i disastri naturali

Il Vicepresidente ed Assessore all’Economia della Regione Siciliana, Gaetano Armao, intervenendo oggi, in occasione della 146esima sessione plenaria del Comitato europeo delle Regioni (CdR), al dibattito sui disastri naturali e la risposta alle emergenze ha illustrato al Commissario UE per la Gestione delle crisi, Janez Lenarčič, i gravi effetti dei

Mario Draghi alla guida del paese

Mario Draghi ha sviluppato durante gli anni della sua carriera lavorativa una visione chiara e completa dei problemi dell’economia della società contemporanea e degli strumenti da utilizzare per migliorarla. Lo dimostra sul campo in quanto uomo d’ azione, sia al tesoro negli anni novanta che a capo della BCE in

Intelligenza artificiale : verso una regolamentazione etica e responsabile

Nei giorni scorsi il Senato ha approvato il DDL 1146 sull’intelligenza artificiale, quale un primo passo del Governo volto alla disciplina di questa materia così attuale e nello stesso tempo così delicata e pervasiva per gli impatti che determina e sta già determinando su molteplici aspetti della nostra vita e

Servizi di Assistenza Domiciliare Privata: siglato accordo tra UN.I.COOP. e U.G.L. Salute per la tutela delle Cooperative Sociali

È stato firmato un accordo innovativo tra UN.I.COOP. (Unione Italiana Cooperative) e U.G.L. Salute per disciplinare, in modo chiaro e conforme alla normativa vigente, i contratti di collaborazione coordinata e continuativa (co.co.co.) nel settore dell’Assistenza Domiciliare Privata. Si tratta di un Protocollo Modificativo del CCNL Cooperative Sociali, che rappresenta una
GoUp

Don't Miss

Cancellati 222 voli verso l’Afghanistan, in Germania i piloti si rifiutano di rimpatriare i migranti

Diventa un caso quello che coinvolge almeno 6 compagne aeree

1800 migranti soccorsi dalle operazioni coordinate dalla Guardia Costiera Italiana

Circa  1800 i migranti tratti in salvo nel Mediterraneo Centrale