L’arma laser è realtà, ed è a stelle e strisce

20 Febbraio 2015
2 mins read

Non si tratta di un test, l’arma funziona ed è operativa. Così l’Ammiraglio Kunder risponde definitivamente alle domande che sorgono spontaneamente a chi legge queste righe. Operativa significa, per inciso, che è pronta ad essere usata se le condizioni lo richiedono. A fine 2014 la nuova arma, che fino a pochi anni fa sembrava solo finzione, è stata impiegata con successo dalla marina militare a stelle e strisce in una simulazione a bordo del’imbarcazione da trasporto anfibio USS Ponce a largo delle coste dell’Iran, nel Golfo Persico.

L’arma (infinitamente più potente di un semplice puntatore laser) è in grado di colpire e distruggere velivoli ed imbarcazioni con una precisione elevatissima se utilizzata alla sua massima potenza. Il suo utilizzo però può essere anche diverso dall’abbattimento di un drone o di una postazione missilistica navale: può essere infatti impiegato per distruggere o danneggiare strumenti e sensori se utilizzato a potenza ridotta. Ha dimostrato di essere molto affidabile e di non risentire particolarmente delle condizioni meteorologiche. Il sistema LaWS, Laser Weapon System può essere montato utilizzando un proprio generatore per il sostentamento oppure collegandosi alla rete elettrica dell’apparato su cui viene installato.

Le dimensioni sono piuttosto ridotte, il che lascia presumere che in futuro potrà essere fatto alloggiare su velivoli e mezzi di terra. In più garantisce un impiego a costo quasi zero. Diversamente dall’impiego di un razzo, che richiede manutenzione tecnica, meccanica, aggiornamenti e modifiche oltre che spese notevoli in carburante, il sistema LaWS comporta costi ridicoli se paragonato a quelli delle armi in commercio. In periodi di continui tagli ai budget della difesa, costruire in larga scala un apparato di questo tipo sarebbe un’ottima soluzione per rispettare i sempre più rigidi parametri di costo ed efficienza. Lo sviluppo e la realizzazione di una chimera rincorsa da tutti i governi è in realtà una nuova porta verso l’ignoto. Un altro passo importante nel campo tecnologico che gli Stati Uniti sicuramente sapranno ben combinare con quello della robotica.

Forse non è un caso che l’operazione si sia svolta vicino l’Iran, sebbene fonti ufficiali riportino che si trattava di uno scenario che permetteva un test in condizioni di operatività ottimali e non. Le tempistiche del test potrebbero non rivelare particolari interessanti, per quanto restino importanti. Sicuro è che resta un messaggio per questo Stato che non può fare a meno di pretendere per se stesso la tecnologia nucleare e che ora dovrà stare attento anche a quelli che sembravano prodotti in scadenza. Si perchè la Ponce vanta già qualche decennio di carriera e nonostante ciò, grazie a questo sistema, può rivelarsi una seria minaccia. Stiamo pur sempre parlando di un’arma che necessita solamente di un generatore per funzionare.

Forse non è un caso, ma ci ritroviamo di fronte all’ultimo paradosso (in ordine di tempo) delle sfide militari e tecnologiche. Proprio l’Iran ci offre una sponda interessante: il nucleare, una tecnologia letale contenuta in un piccolo spazio che si riduce (se utilizzata) nella totale distruzione di uomini, fauna e flora. Essendo un’arma di tipo massivo e distruttivo non occorre che sia precisa. Occorre però un elevato grado di sviluppo tecnologico per la sua produzione, il suo trasporto e l’utilizzo da terra, acqua e mare. Il confronto in questo caso è con una tecnologia talmente avanzata da essere in grado di stimolare gli elettroni e farli viaggiare insieme, convogliandoli in un fascio che, dal semplice uso come puntatore per armi, elusore o guida per missili si trasforma in un’arma capace di essere millimetricamente mortale anche chilometri di distanza (l’utilizzo contro persone è vietato). I nuovi test hanno dimostrato che l’arma è estremamente affidabile in termini di precisione ed energia richiesta per l’utilizzo. In più non risente di fattori in grado di modificarne la potenza sulle lunghe distanza come polvere o sabbia.

La sfida che spetta al Pentagono ora è anche una sfida di ritorno, tutelare il segreto di questa strabiliante ed efficientissima nuova arma. E non sarà cosa da poco.

 

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